Conferenza di Roma sul Comunismo – un piccolo racconto fotografico
* foto e didascalie di Andrea Premarini
1) Il 18 Gennaio alle 17:00 inizia la “Conferenza di Roma sui Comunismi” durante la prima parte della “Tavola rotonda sui Comunisti” hanno partecipato: da destra a sinistra il Senatore Tronti, Maria Luisa Boccia, Peter Thomas, Luciana Castellina e Slavoj Žižek in videocall mentre nella seconda parte sono intervenuti Saskia Sassen, Enzo Traverso, Marcel Van Der Linden e Augusto Illuminati.
2) Critica al “pluralismo” della parola comunismi. Socialismo e Comunismo sono parole che non arrivano più alle masse, soprattutto la parola socialismo che rimanda ai fallimenti ‘900. Questo è il primo spunto che ha messo sul tavolo Mario Tronti, filosofo e politico italiano, considerato uno dei principali fondatori dell’operaismo teorico degli anni sessanta, sarà un tema ricorrente di questo primo incontro. M. L. Boccia, docente universitaria di filosofia politica all’Università di Siena nel 2006 fu eletta senatrice di Rifondazione Comunista, lei parla di “materialismo ontologico” intendendo il corpo, non come dato empirico, ma come il luogo del cambiamento, affermando che la lotta operaia e femminista hanno il nemico nell’universalismo affermando che “l’universale” rappresenta la classe borghese e la “differenza” rappresenta chi si oppone ad essa.
3) Slavoj Žižek, ricercatore dell’istituto di sociologia di Lubiana, filosofo e psicanalista, parla di possibilità mancata quando negli anni ’60 si creano diversi conflitti, una pluralità di soggetti agiscono cambiamento nei luoghi dello sfruttamento e del sapere con metodologie differenti. Questa possibilità è stata bloccata dalla politica senza un partito che potesse ascoltare la loro voce. Il comunismo deve essere libertà con un istanza di critica pratica e teorica.
4) Peter D. Thomas ha lavorato e studiato alla Queensland University, alla Freie Universität di Berlino, alla Federico II di Napoli e nelle Università di Amsterdam e Vienna. È autore di numerose pubblicazioni sul marxismo (e in modo particolare su Gramsci) e traduttore dei lavori di Roberto Finelli, Antonio Negri, Mario Tronti e Slavoj Žižek. Egli pensa al partito come un laboratorio, una fucina, sostenendo che l’organizzazione tra teoria e pratica deve essere non lineare e implicare l’azione.
Luciana Castellina è una politica, giornalista e scrittrice italiana, parlamentare comunista, più volte eurodeputata, autrice di numerose pubblicazioni, presidente onoraria dell’ARCI dal 2014. Nel suo intervento, tra le altre cose, parla della necessità di preservare la lotta di classe anche se la classe è cambiata con il cambiamento del lavoro. Inoltre riprendendo una definizione di C. Marx sul comunismo :“il movimento reale che abolisce lo stato delle cose presenti” afferma che è su questo tema dobbiamo riflettete perché purtroppo non facciamo più paura come il “fantasma del ’48” (il comunismo ndr.) anche se la ricomposizione della massa degli sfruttati è molto difficile.
5) Saskia Sassen è una sociologa ed economista statunitense nota per le sue analisi sulla globalizzazione e i processi transnazionali. Il successo dei suoi libri l’ha resa rapidamente una degli autori più citati negli studi sulla globalizzazione. Lei è la prima ad introdurre il concetto di capitalismo estrattivo nel senso che estrae produzione, soldi, informazioni e dati e da un luogo fisico o immateriale per poi andarsene sono un esempio di “potere estrattivo” la finanza, Google o FB. Nella foto con l’aiuto delle slide espone la differenza tra “periferia” e “centro” che si può osservare sia nelle città che nelle altre zone del globo, si parla sempre di più di “centro” per indicare la società occidentale e “periferia” per indicare le società dell’emisfero australe.
6) Da sinistra a destra Augusto Illuminati ha insegnato Storia della filosofia all’Università di Urbino fino al 2009 ora fa corsi per la LUM (Liberà Università Metropolitana ndr.) , presso il centro sociale romano Esc Atelier. , E. Traverso storico e M. Van Der Linden, uno dei più importanti storici del lavoro globale è stato direttore di ricerca presso l’Istituto Internazionale di Storia Sociale fino al 2014 all’Università di Amsterdam.
7) Prima giornata di workshop alla Galleria d’Arte Moderna in contemporanea “Critica all’economia politica” e “Chi sono i Comunisti”, nel quale è intervenuta Carlotta una compagnia di Ambrosia Milano e MilanoInMovimento.
8) Collettivo di migranti italiani a Berlino inizia l’intervento con un’analisi di soggettivizzazione del flusso migratorio, per poi affermare che dal ‘73 muta anche l’idea di proprietario trasformandolo in un “proprietario di debito finanziario”. Prosegue raccontando della trasformazione del welfare tedesco avvenuta negli ultimi 20 anni: esso muta da un sistema che “ricostruisce ricchezza” passando per un sistema di smartwork per arrivare ad una divisione dei soggetti che accedono al welfare state (richiedenti asilo/ migranti comunitari molto penalizzati e Tedeschi) ciò permise di produrre capitale dalla finanziarizzazione dei sussidi e socializzando le perdite statali.
9) Conferenza “Critica dell’economia politica” presso ESC Atelier Autogestita.
Brett Neilson (sinistra) professore alla Western Sidney University, lavora su una concezione alternativa della globalizzazione, con un’attenzione particolare alla dimensione sociale e culturale. Pone come tema centrale quello dell’accumulazione del capitalismo (estrattivo) che ne è anche la causa della sua precarietà. Il capitalismo si relazione “al di fuori” per mezzo dello sfruttamento; il tema della forza lavoro scompare quando si parla del mondo della finanza. Un esempio di estrazione: catena della logistica che per concorrenza sfrenata si auto infligge delle riduzione dei salari non per imposizione delle multinazionali ma per la “legge della concorrenza”.
Kaushik Sunder Rajan (destra) è professore associato dell’Università di Chicago. Ha studiato inizialmente come biologo, per indirizzare in seguito i suoi studi sulla Storia della Scienza e della Tecnologia. Farmacocratia: le industrie si espandono per profitto danneggiando in primis la salute. Analizzando lo sviluppo industriale indiano parla di lotta tra 2 modi di industrializzazione in contrasto; le aziende occidentali che brevettano le medicine e le vendono nei mercati a monopoli e l’azienda che produce farmaci generici venendo i medicinali nei liberi mercati. Ciò porto l’India a diventare un Stato leader nella produzione e vendita dei medicinali generici fino all’ingresso della WTO e la conseguenza assimilazione delle leggi in materia di “brevetti”.
10) “Bifo” Franco Berardi, tra gli altri spunti, parla di tendenza nazional-operaista in merito alla ripresa delle istanze operaie in chiave nazionale con le figure del calibro di D. Trump e M. Le Pen. Altra tendenza che possiamo osservare negli ultimi 5-6 anni è la nazionalizzazione delle istanze post colonialiste avvenute soprattutto con le “primavere arabe” causata dalla perdita dell’internazionalismo del comunista che non ha saputo dar una guida ai popoli in rivolta.
11) Christian Marazzi dopo una laurea in Scienze Politiche all’Università di Padova e un master alla London School of Economics, ha insegnato a Padova, alla State University di New York, e all’Università di Losanna. Dirige attualmente il Dipartimento di Ricerca socio-economica della Scuola Universitaria della Svizzera Italiana. Egli inizia con un’analisi sui populismi focalizzandosi su Trump affermando che non potrà realizzare le promesse elettorali nell’ambito del lavoro (chiusura dell’economia in favore delle esportazioni; investimenti pubblici) a causa delle condizioni di ristagnamento economica mondiale e l’aumento del cambio euro-dollaro.
12) Seconda mattina di workshop alla Galleria d’Arte Moderna in contemporanea “comunismo del sensibile” e “poteri comunisti”.
13) Nella foto l’intervento di Xavi ferrer (Barcelona en Comú) nel quale ci parla del movimento catalano affermando che oggi il municipalismo e sindacalismo sono gli strumenti per andare al potere dal basso.
14) Eleonora Forenza (parlamentare europea di Rifondazione Comunista) afferma che non possiamo pensare alla lotta di classe come redistributiva ma come riappropriazione perché il lavoro è stato snaturato dal neoliberismo. Quindi dobbiamo praticare il municipalismo come pratica quotidiana e punto di partenza senza scordare l’importanza delle lotte femministe.
15) Loukia Kotronaki (Grecia Dykio) inizia il suo intervento con una analisi su Syriza soprattutto afferma che dopo il referendum sul debito greco ci fu una “gentrificazione” della base sociale. Individua inoltre 3 livelli d’azione comunista 1) locale 2) nazionale 3) internazionale con l’obbiettivo di creare nuove forme di istituzioni.
16) Igor Mineo (Università di Palermo) afferma che il ripensamento del termine comunismo è determinato da un cambiamento di pensare il significato dello Stato legato alla trasformazione della temporalità storica e politica, con lo snaturamento della sovranità e con la percezione che lo Stato non ha più il potere di risolvere le crisi sistemiche. Il movimento comunista contribuì a definire un senso della storia evoluzionistica in cui il comunismo era un evoluzione auspicabile. Il potere fondamentale della crescita occidentale è stato lo Stato come punto di accumulazione quindi comunismo delle origini è implicato in questo paradigma (stato-temporalità). Con la crisi attuale di questo paradigma abbiamo una grande possibilità che politicamente non è stata ancora colta. La transizione è un concetto da abbandonare non dal punto di vista teorico ma politico perché il potere non è più identificabile delle istituzioni statali, infatti bisogna costruire “nuove istituzioni del comune” non a livello statale ma europeo. Il fallimento del processo di unificazione europea sta riportando fobie di ritorno alle barriere per chiudere le frontiere non ad altri stati ma per i rigurgiti del neocapitalismo. Sarà quindi compito nostro non limitarsi ad una visione localistica ma organizzare un opposizione antagonista comune.
17) La presenza di giovani europei è molto alta, per questo, durante le conferenze sono state messe a disposizione degli apparecchi di traduzione simultanea italiano-inglese e ovviamente inglese-italiano e francese-italiano/inglese mentre durante i workshop alcuni ragazzi avvicinando a sé tutti quelli che non parlano italiano gli davano la possibilità di comprendere gli interventi con una traduzione in simultanea “vecchio stile”.
18) La sala di ESC poco prima dell’inizio della conferenza “Chi sono i Comunisti?” è già piena! Presenti almeno 150/200 persone.
19) I primi tre ospiti della conferenza “Chi sono i comunisti?” sono da sinistra: Pierre Dardot, Morgane Merteuil e Antonio Negri.
20) Pierre Dardot è un filosofo, studioso di Hegel e Marx afferma che la nozione di partito è molto ampia in Marx e presuppone un disegno più ampio che può applicarsi in differenti metodi. Dobbiamo interrogarci sul rapporto del lavoratore con la forza lavoro, per questo dobbiamo ripensare la nozione di classe e di partito; Marx in proposito -della Comune di Parigi – dice che bisogna abbattere lo Stato non conquistare il potere dello Stato. Dardot identifica 2 sensi del partito comunista novecentesco: “alla PCI” o alla bolscevica, i comunisti non devono più seguire nessuna di queste vie infatti, la forma di organizzazione nasce a seconda dell’obbiettivo, i comunisti, afferma il filosofo, non devono essere organizzati in forma di partito perché si limiterebbe la dimensione nazionale e si cadrebbe più o meno in una struttura gerarchica, l’organizzazione deve essere da subito internazionale così da essere accessibile a tutti soprattutto chi non ha, o non ha più una patria. Queste forme devono essere federative non centralizzate e con un “controllo democratico” dell’organizzazione e non ci può essere dissociazione tra presente e obbiettivo futuro. L’auto-emancipazione è la lotta di emancipazione stessa quindi esse sono fondamentali e centrali. Nel ’49 Engels dichiara ‘la democrazia è il comunismo” la democrazia non deve essere intesa come democrazia elettore ma la vera democrazie è uguaglianza, l’attuazione del principio del comune.
21) Antonio “Toni” Negri è tra i più influenti filosofi politici mondiali, noto universalmente per il suo libro Impero, scritto con Michael Hardt e per il suo lavoro sul pensiero di Spinoza. Nel 1969 fu tra i fondatori del gruppo Potere Operaio, che lasciò poi nel 1973 per diventare tra i maggiori leader dell’Autonomia Operaia. In proposito di “Chi sono i comunisti?” inizia la sua analisi individuando chi non sono i comunisti, per poi affermare che la lotta di classe è un processo di un potere costituente, quindi i comunisti sono quelli che si appropriano del comune sia nella produzione che nella riproduzione esercitando il rifiuto del comando, producendo un contropotere anch’esso sia nella produzione che nella riproduzione. Il capitale, soprattutto finanziario, si è esteso ovunque andando oltre i normali mezzi di produzione per questo anche la lotta di classe si è spostata fuori dalla normale “lotta di fabbrica”. Finisce l’intervento analizzando cosa sono le “istituzioni del comune” affermando che esse non sono volute dal sovrano, quindi sono “non-sovrane”, ma traggono la legittimità da chi le ha prodotte.
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