Green Hill, la battaglia animalista

Era già successo mesi fa, quando accese proteste avevano cercato di bloccare un’azienda che utilizzava animali per esperimenti e test farmacologici in Lombardia.

Il fronte animalista si fa nuovamente sentire sul nostro territorio, con un’azione spettacolare (che ha causato una dura reazione legale): la liberazione di 50 cani dal canile-allevamento di Green Hill, nel bresciano. L’allevamento di cani beagle (una specie tradizionalmente utilizzata per test farmacologici e cosmetici), è di proprietà della multinazionale Marshall ed è una struttura preposta alla fornitura di cani a laboratori e centri di ricerca (ne serve circa 250).

L’azione degli attivisti è avvenuta al termine della manifestazione di sabato contro la vivisezione, ed ha causato l’ira della proprietà che ha dichiarato di aver subito danni per centinaia di migliaia di euro: a seguito di queste dichiarazione, è scattato immediatamente l’arresto per 12 persone, tuttora in attesa di giudizio presso il Tribunale di Brescia.

L’utilizzazione degli animali per la ricerca scientifica in Italia è autorizzata dalla legge (Decreto Legislativo 116), anche se una legge del 1993 ne ha introdotto, eventualmente, l’obiezione di coscienza. Una ricerca sul triennio 2007-2009 ci fa capire come il totale degli animali utilizzati sia in lieve diminuzione, di come circa la metà del totale (circa 1.200.000) siano stati utilizzati per la ricerca di base (generica), il 24% per la ricerca su farmaci, il restante per diversi scopi di ricerca tra cui la tossicità, la veterinaria, la diagnosi.

Gli attivisti di tutto il mondo che si oppongono a questi metodi sostengono che una ricerca medica di qualità sarebbe possibile anche senza l’utilizzo di animali e che le condizioni nelle quali la vivisezione viene praticata siano inumane e crudeli.

Specifiche campagne di protesta hanno come finalità quella del boicottaggio dei prodotti cosmetici testati sugli animali, molto numerosi e commercializzati ovunque: a questo proposito è giusto notare come in Italia, a differenza di molti altri paesi in cui l’opinione pubblica dei consumatori ha influenzato le aziende produttrici, manchino totalmente le indicazioni e le informazioni per il riconoscimento di prodotti non testati, impedendo, di fatto, ai compratori, la scelta di un consumo consapevole.

 

Per informazioni:

http://www.fermaregreenhill.net/

https://www.facebook.com/OccupyGreenHill

http://www.lav.it/index.php?id=718

http://www.icare-italia.org/

 

Tag:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *