Lords of Vetra

1381665_597600896973538_1604895407_nUno sguardo dentro a ZAM, per capire cosa c’è dietro alle mura dello spazio occupato più controverso del momento.

MILANO – Fatiscente, parzialmente inagibile, abbandonata: così si presentava l’ex scuola media di via Santa Croce, deserta dal 2006 a causa della mancanza di fondi per la ristrutturazione. A Maggio scorso però qualcosa è cambiato: nella parte est dell’edificio, quella ancora agibile, si sono installati i giovani del collettivo ZAM. Gli occupanti illegali hanno dato il via a una serie di lavori di “ristrutturazione” e il posto, poco a poco, sta cambiando forma.

Per chi non si lascia intimorire dalle fiamme sui murales che costeggiano piazza Sant’Eustorgio, un caffè all’Osteria Pane e Rose può essere una buona occasione per guardarsi intorno e provare a capire cosa succede dentro queste mura. Aperto solo a pranzo, prezzi popolari e menù in linea, il “ristorante clandestino” al piano terra della scuola è uno spazio grande, dotato anche di un palco attrezzato e di vari tavolini all’aperto.

È facile incontrarci qualcuno dei ragazzi “di casa”: scambiando quattro chiacchiere si scopre che l’osteria, come tutti gli altri spazi di ZAM, è autogestita su base volontaria; nessuno percepisce uno stipendio e tutto il ricavato viene reinvestito per i lavori di “ristrutturazione”, che in effetti sono ancora tanti, dalla cucina alle stufe per il riscaldamento. In questo momento, ci dicono, «serve un nuovo forno».

Al piano superiore invece trovano spazio il teatro, il laboratorio di fotografia, dotato anche di camera oscura, e l’aula studio “Liberamente!”.

Qui, soprattutto la sera, è facile trovare il “tutto esaurito”: lo spazio, non enorme, è dedicato interamente al bouldering; i prezzi sono popolari (3 € a ingresso, 15 € abbonamento mensile: circa un terzo delle altre palestre cittadine) e l’ambiente molto alla mano. Così la palestra è frequentata da una popolazione molto variopinta e affezionata, che spesso non ha nulla a che fare con la realtà dei movimenti antagonisti.

È questa forse una delle caratteristiche più peculiari di ZAM: la capacità di attrarre in questi mesi un pubblico nuovo, sia attraverso i servizi offerti negli spazi che tramite eventi, festival, incontri e conferenze. Nei prossimi tempi ad esempio sono in programma la seconda edizione dello Zam Film Festival, un incontro sulle questioni di genere, una cena per il ventennale di Emergency e un evento del Salone del Mobile.

J., uno dei giovani che si occupano di tenere aperta l’Acciaieria, ci spiega come funzionano i meccanismi decisionali all’interno di ZAM: «ogni martedì si tiene un’assemblea di gestione e politica, in cui si discutono le varie questioni all’ordine del giorno. I singoli spazi però sono autogestiti; solitamente tengono le loro riunioni e poi mandano qualche rappresentante all’assemblea generale».

È difficile definire l’età e il numero delle persone che sono parte attiva del collettivo, anche perché i vari spazi rappresentano realtà differenti; in linea di massima comunque si incontrano soprattutto giovani tra i 18 e i 30 anni. Allo ZAM inoltre si riunisce tutti i lunedì pomeriggio un coordinamento dei collettivi delle scuole superiori di Milano.

ZAM si propone come uno spazio aperto, dove chiunque sia interessato possa partecipare, proporre progetti e esprimere la sua opinione prendendo parola in assemblea; e molte risposte dagli abitanti del quartiere e della città sono state positive.

Non è tutto oro quel che luccica, però: alcuni residenti non apprezzano il nuovo centro sociale, a cui guardano con diffidenza. Qualcuno ha addirittura imbrattato il murales sul muro esterno dell’edificio che raffigura Carlo Giuliani, dipingendogli un naso rosso.

Un’altro problema è rappresentato dalla spazzatura, che AMSA non ritira; questo fa sì che si accumulino dietro al cortile dell’edificio grandi quantità di sacchi neri, contenenti per lo più materiali di scarto dei lavori.

In sottofondo rimane il fatto che l’occupazione è illegale e non si è ancora riusciti ad instaurare alcun dialogo con l’amministrazione cittadina: cosa succederà il giorno in cui dovessero saltare fuori i soldi per ristrutturare la scuola e trasformarla in asilo? A ZAM per il momento non sembrano particolarmente preoccupati: abituati agli sgomberi e a trovarsi in una posizione minoritaria, si concentrano sul portare avanti i loro progetti, e costruire quel che riescono nel tempo che gli verrà concesso.

http://www.fabergiornale.it/2014/03/20/zam-milano-si-va-verso-lo-sgombero/

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