Tifare antifascismo: i sostenitori del Celtic Glasgow rifiutano il Limelight
“E’ stato portato alla nostra attenzione che la rebel band ‘Charlie and the boys’, collegata al Celtic Glasgow, suonerà a Milano, la prossima settimana, in un locale che ha ospitato riunioni di gruppi di estrema destra e per questo è stato attaccato in un corteo antifascista nel marzo 2013”.
Antafascist Ireland attacca così, in modo schietto e diretto, dal proprio profilo facebook, la serata del 18 febbraio. Il profilo è di medie dimensioni (dodicimila like), il post raccoglie circa trecento apprezzamenti e decine di commenti sferzanti nel giro di poche ore.
Quanto basta per forzare la band (che a suo dire aveva preso la decisione da due settimane) a tornare sui suoi passi e cancellare il concerto.
Il Celtic, squadra “cattolica” di Glasgow (secondo la narrazione mainstream), ma soprattutto figlia della diaspora irlandese e innervata di tradizione cooperativa, coi fascisti non vuole avere niente a che fare.
I rapporti stretti tra frequentatori delle “terraces” del Celtic Park e gli antifascisti irlandesi sono facili da intuire. Apprezzabile il lavoro svolto dall’Irlanda nel verificare le pulci che, qualcuno, aveva messo loro nell’orecchio. Il comunicato infatti chiude documentando le accuse contro il limelight con una serie di link a siti come osservatoriodemocratico.org o contropiano.org (certo c’è anche il il link a ilfattoquotidiano, ma avranno dovuto vedere un video per farsi un’idea)
Non sappiamo chi ha provato a organizzare questo concerto e ci importa anche poco, il punto è che è saltato, sul punto non negoziabile dell’antifascismo, e questo ci fa sorridere perché i baldi giovin fascisti hanno sempre provato, con risultati tragicomici, ad appropriarsi della storia collettiva della lotta nord-irlandese (come ad esempio il tristissimo sidro “Bobby Sands” ricordato anche nel comunicato di questi giorni) e questa volta sono stati sbugiardati pubblicamente.
“I socialisti repubblicani irlandesi hanno coltivato ottime relazioni coi compagni antifascisti a Milano, Livorno e altre città. Entrambi auspichiamo che gli eventi della prossima settimana contribuiscano a un’amicizia ancora più stretta tra i tifosi del celtic e gli antifascisti milanesi.” Chiude un po’ pomposamente Antifascist ireland.
E ci saranno varie occasioni per confortare questa speranza che viene dall’Irlanda.
Mercoledì 25 Febbraio e giovedì 26 Febbraio, infatti, le Green Brigade, fazione più politicizzata della curva del Celtic, insieme a pezzi di storia del movimento repubblicano (che là in molti casi significa ex – I.R.A.) e insieme agli antifascist irlandesi organizzano una due giorni di musica e dibattiti presso il centro sociale Leoncavallo.
Mercoledì 25 dalle 21 Alan Quinn, cantante degli Shebeen (principale marchin’ band irlandese) e recentemente arrestato per aver cantato canzoni repubblicane, discuterà con rappresentanti delle Green Brigade (a loro volta sotto processo per lo stesso motivo) e con Milano in Movimento di come le leggi liberticide passino facilmente dalla sperimentazione degli stadi alla pratica delle piazze.
Dalle 22 Dj Caolan, da Derry, (non ditegli “Ah Londonderry!”) insieme ai Glasnevin e agli stessi Shebeen ci regaleranno molte ore di musica irlandese e canti politici.
Stesso concerto replicato giovedì pomeriggio dalle 13 alle 17 quando poi i tifosi, e chi vorrà unirsi, muoveranno verso San Siro, per tifare la loro squadra, che, come avete capito, è molto più di una squadra.
Una maglia immediatamente simpatica, un gruppo di tifosi noti ovunque per la loro bonarietà e una storia di dignità e antifascismo diffusi. Tre buoni motivi per fare un salto a Leoncavallo a metà settimana, ma, raccomandiamo, dopo aver mangiato qualcosa: i ragazzi sono espansivi e apprezzano molto le bevande a base di luppolo.
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[…] Di seguito, invece, l’articolo che presenta la due giorni comparso su “Milano in Movimento”: […]