Comunicato di Eddy, Jacopo, Jak, Davide e Pachino. Solidarietà alle YPG/YPJ
“Siamo cinque italian* di Torino che sono stat* in Siria per contrapporsi all’Isis e al jihadismo e difendere le popolazioni della Siria del nord, impegnate da anni in conquiste sociali e di genere ottenute grazie al movimento confederale del Rojava, di cui le Ypj-Ypg curde (in cui alcuni di noi hanno combattuto) sono la principale forza di autodifesa. Chiariamo subito che non siamo eroi e non vogliamo essere considerati tali. Siamo persone come tutti gli altri, che hanno fatto una scelta in nome del principio per cui nessuno deve vedere limitata la propria libertà in base al sesso, alla razza, al credo religioso o allo stile di vita. Questi sono i valori che movimenti come l’Isis calpestano ogni giorno in Siria e in Iraq. La volontà di negare questi valori ha portato Daesh ad attaccare più volte i civili in Europa. Noi crediamo, invece, all’opposto, nel rifiuto del patriarcato, della devastazione del territorio e dello sfruttamento capitalista, così come nell’affermazione dell’autonomia delle donne, di una mentalità ecologica e della necessità di una condivisione delle ricchezze sociali.
A causa della nostra partecipazione alla lotta contro l’Isis la procura di Torino ci ha convocati in udienza il 23 gennaio per espellerci dalla nostra città e relegarci alla sorveglianza speciale. È una misura di polizia che annulla i diritti politici e la libertà di movimento dell’individuo, senza che a quest’ultimo sia garantito il diritto a difendersi in un regolare processo. Per quanto possa apparire incredibile, la procura afferma che saremmo “socialmente pericolosi” perché abbiamo appreso l’uso delle armi, ma se questo è stato per noi necessario, lo è stato per combattere un nemico spietato che si è macchiato di genocidi, stupri ed esecuzioni di massa, oltre che di riduzione in schiavitù di migliaia di esseri umani. È assurdo pensare che noi potremmo o vorremmo usare qualsiasi competenza acquisita in quella guerra per attaccare la società, se è vero che è proprio per contribuire a rafforzare la società della Siria del nord, e per difendere le società europee degli attacchi dell’Isis, che abbiamo messo in gioco quello che potevamo.
Siamo rimasti colpiti dalla quantità di messaggi di solidarietà che abbiamo ricevuto da tutta Italia, da tutta Europa in queste poche ore. Siamo consapevoli che la scelta che abbiamo fatto trova unanime consenso tra le popolazioni europee, ma non ci saremmo aspettati un’ondata così forte e calorosa di amicizia e vicinanza, che è accompagnata in questi giorni anche dalla voglia di attivarsi. Di questo vi ringraziamo, perché la lotta contro chi intende limitare la nostra libertà durerà da qui al 23 gennaio e, se necessario, oltre. Sarà in primo luogo una battaglia contro chi intende screditare il nome e la dignità delle Ypj-Ypg, offendendo la memoria delle cadute e dei caduti di Kobane, Raqqa, Manbij, Afrin, Deir El Zor. In molti ci chiedono cosa è possibile fare per sostenere questa causa, che è anche la causa delle combattenti e dei combattenti italiani impegnati in questo momento nelle Ypj-Ypg, così come degli amici sardi assurdamente inquisiti per terrorismo per aver fatto parte di questa forza o averla sostenuta.
Giovedì prossimo 10 gennaio alle ore 19.00 si terrà a Torino un’assemblea pubblica presso lo Spazio popolare Neruda, alla quale invitiamo tutta la città e le/i solidali. Il 23 gennaio, in occasione dell’udienza, è stato convocato in rete un presidio di sostegno davanti al Tribunale dalle ore 9.30. Non sono che le prime iniziative fissate in calendario: nei prossimi giorni le realtà politiche solidali di Torino si incontreranno per proporre un più ampio percorso di mobilitazione. Nel frattempo ogni iniziativa di solidarietà, anche a carattere simbolico e comunicativo, ed ogni scritto o messaggio sui social, ogni pensiero, grafica o testimonianza di solidarietà saranno benvenuti. È fondamentale mantenere alta l’attenzione tanto sulla situazione a Manbij e nella Federazione della Siria del nord quanto sul goffo tentativo di criminalizzazione di Torino.
La lotta delle Ypj-Ypg, la lotta delle Forze siriane democratiche, la lotta degli internazionalisti di tutto il mondo non è socialmente pericolosa: è giusta ed è necessaria.
Le lotte per la giustizia e la libertà rimarranno giuste e necessarie fino a quando una sola donna o un solo uomo saranno oppressi su questa terra”.
Jacopo Bindi
Davide Grasso
Fabrizio “Jack”
Maria “Eddi”
“Azadi” Pachino
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repressione rojava sorveglianza speciale ypg. ypj
Provo ammirazione e orgoglio per quanto avete fatto in Siria. Combattere con i curdi per una giusta causa, contro chi vuole limitare la libertà degli altri per un credo fanatico,e farlo non solo a parole ma con i fatti mettendo in ballo la propria vita, come è successo a Francesco Asperti e ora a Lorenzo Orsetti, non può essere equiparato a chi è andato a combattere a fianco dell’Isis per il motivo opposto. Sono solidale con voi!