Siria, parola a un blogger
Ho intervistato Imad Bazzi, un blogger libanese che si occupa da molti anni di attivismo in Medio Oriente e che ha seguito e segue da vicino i processi rivoluzionari e democratici in atto in Tunisia, Siria, Libano, Egitto ed altri paesi dell’area mediorientale e nordafricana.
Imad, presentati e raccontaci di cosa ti occupi.
Mi chiamo Imad Bazzi, sono un esperto di Campagne Online e Advocacy e vengo dal Libano. Ho avuto diversi riconoscimenti, tra cui quello delle 7 persone più influenti del Mediterraneo per la mia attività di blogger (www.trella.org). Tramite il mio blog e Twitter scrivo di libertà civili, giustizia sociale, diritti umani, riforme democratiche, giustizia transnazionale nell’area Mediterranea, e di molti altri argomenti. Il mio supporto alle primavere arabe è stato lungo, da prima delle rivoluzioni, sono stato membro attivo di associazioni e organizzazioni di dissidenti in Siria ed Egitto dal 2006.
Che notizie hai dalla Siria? Sei in contatto con qualche blogger e attivista?
Da prima della rivoluzione ero in contatto con diversi attivisti siriani, c’era già iniziative online di supporto all’attivismo siriano, per rinforzarlo, aumentarne le capacità e le possibilità di rompere l’assedio e il regime, per la libertà di espressione. Sono ancora in contatto con alcuni di loro, la maggioranza degli attivisti che conoscevo sono però in prigione, o morti, o sono fuggiti dal paese: tra di essi ricordo Malath Aumran, nickname dell’attivista Rami Nakhlas, che è scappato in Libano dalla Siria e poi è emigrato in Usa come rifugiato politico.
Dare notizie sulla situazione attuale in Siria è difficile, i canali comunicativi sono pressoché bloccati, e la situazione cambia di minuto in minuto: ogni secondo c’è un bombardamento, una casa è colpita, distrutta, decine di persone vengono arrestate, la situazione è davvero incredibile. Le cose divengono sempre più violente, siamo stati impegnati in gruppi di analisi e discussione sulla non violenza, sulla resistenza civile, ma è sempre più difficile convincere la gente ad essere pacifica mentre viene massacrata continuamente. Ci tengo a specificare che per “violenza” non intendo attacchi armati contro l’esercito siriano, ma intendo la presa di armi per difendere le loro stesse vite. Come si può convincerli a non usarle?
Perché secondo te la missione della Lega Araba non ha avuto nessun effetto?
La Lega Araba rispecchia gli stati arabi, la regione è intrappolata da dittatori e governanti autoritari che opprimono la loro stessa gente. Non ci sono speranze che la Lega Araba protegga i siriani, è tropo debole per prendere decisioni senza influenze e ingerenze internazionali. Per molto tempo hanno lasciato il popolo siriano solo ad essere ucciso da Assad, dando le cosiddette “opportunità” al regime, pensando (davvero?) che potesse improvvisamente diventare democratico e riformista, e che smettesse di essere un assassino. Io non credo che nemmeno la Lega Araba abbia mai creduto ad una simile opportunità (improvvisa trasformazione da dittatura a democrazia), credo che siano complici del massacro, così come gli stati di Yemen e Bahrein.
Come vedi le posizioni di Cina e Russia? Quali sono i loro interessi in Siria? Perché hanno posto il veto alla risoluzione contro il regime?
E’ ovvio che entrambe le potenze hanno i loro interessi in agenda: la Russia sta provando a mantenere un ruolo internazionale e avere un ruolo regionale, cosa che ha perso dalla guerra fredda e dalla fine dell’URSS. La Cina è un alleato storico di Assad e di altri regimi criminali, insieme formano una squadra che protegge quel che resta di quella che loro chiamano “resistenza anti capitalista”. Il risultato del veto di Russia e Cina alle UN è chiaro: Assad ha avuto l’autorizzazione a continuare il massacro, anzi, ad aumentarlo. E’ molto triste. La Russia è debole internamente, sta vivendo un momento politico di fragilità: come potrebbe avere un ruolo nella regione? Stanno entrambi usando Assad per la loro reputazione internazionale. Nessuno, né la Cina, né la Russia e né l’Iran sono interessati ad un conflitto in difesa di Assad, lo scaricherebbero al volo non appena i loro interessi dovessero cambiare.
Cosa pensi che accadrà in Siria?
Non lo so, ma la volontà della gente prevarrà, Assad non può continuare la sua lotta da solo contro il mondo, il cambiamento è questione di abilità, non di possibilità. Il popolo siriano ha rotto il muro della paura, nulla li farà più tornare indietro. Riguadagneranno la loro dignità, ad ogni costo.
Perché non c’è assistenza umanitaria alle vittime civili? Perché non vi è un intervento umanitario nel paese contro la volontà del regime per salvare vite?
Le Nazioni Unite hanno le mani legate dagli alleati di Assad nel consiglio di sicurezza. Non esistono associazioni o ONG nel paese, se non quelle legate al governo, da più di 40 anni. La società civile siriana deve nascere da zero, le ONG internazionali non possono entrare perché il regime ha chiuso le frontiere, sta cercando di uccidere più possibile per fermare questa rivoluzione.
Per seguire aggiornamenti costanti dagli attivisti siriani: https://www.facebook.com/LCCSy
Tag:
blogger informazione Medio Oriente repressione rivoluzione siria