Stati Uniti – Continuano le convulsioni dopo l’assalto al Congresso
Nella giornata di ieri i Democratici hanno formalmente presentato richiesta di impeachment per Donald Trump appellandosi al 25° emendamento per “incitamento all’insurrezione”. Alcuni giuristi hanno criticato la scelta ritenendo sufficiente applicare più rapidamente il 14° emendamento, cioè l’interdizione dai pubblici uffici tramite maggioranza semplice, anche perché il procedimento di impeachment ha valore solo mentre un presidente è in carica e sarà difficile ottenerlo entro il 20 gennaio, data prevista per il cambio di governo.
Sul sito del Dipartimento di Stato USA è apparso oggi un messaggio secondo cui Donald Trump e Mike Pence avrebbero lasciato l’incarico, notizia poi smentita e cancellata, nata dal gesto di un dipendente arrabbiato.
Dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio c’è stata tanta confusione sul fronte Alt-right. In seguito alle condanne ufficiali dei disordini da parte di molti dirigenti repubblicani si è diffuso il senso di sconforto e tradimento, ma il vortice di delirio cospirazionista è senza fondo e qualcuno si è rifiutato di credere alla dissociazione di Trump, considerandola un falso.
I due deputati Louie Gohmert e Mo Brooks hanno provato ad attribuire agli “antifa” la protesta, tesi appoggiata anche dal membro del Congresso Matt Goetz, che ha così leso l’orgoglio dei fanatici nazionalisti.
Le prime immagini di Capitol Hill hanno mostrato le risposte timide della polizia, i video circolati successivamente hanno rivelato sempre di più l’aggressività della folla che in risposta ai lacrimogeni ha cantato in modo beffardo “I can’t breathe”, prima di sfondare il cordone composto da qualche decina di agenti.
Nel frattempo numerosi social network hanno bloccato gli account del presidente per incitazione alla violenza e il Canada sta valutando se inserire Proud Boys tra le organizzazioni terroristiche.
Questo non sta frenando la mobilitazione dei supermatisti bianchi che stanno costituendo delle vere e proprie milizie paramilitari per difendere i privilegi di categoria rappresentati dal governo conservatore dimissionario. Contro la richiesta di impeachment è stata lanciata una manifestazione a Washington il 17 gennaio, l’FBI allerta sulla probabile presenza di gruppi armati e sui pericoli che tra il 16 e il 20 potrebbero riguardare i Campidogli di tutti i 50 stati.
Il congresso di Washington era già circondato da una recinzione, eretta per le proteste di Black Lives Matter, ma in quell’occasione presenziavano anche migliaia di militari. Dopo l’assedio di settimana scorsa la cinta difensiva è stata rinforzata e la Guardia Nazionale è tornata a presidiare. Altri episodi si sono già verificati altrove. Alla Corte Suprema dell’Oregon dove, sempre il 6 gennaio, il cospirazionista Cody Menlby ha sparato 5 colpi contro l’edificio prima di essere arrestato. In numerosi video l’uomo fa riferimento a QAnon e minaccia rastrellamenti nei confronti degli attivisti di sinistra.
L’escalation di questi mesi ha galvanizzato l’estrema destra favorendo una coalizione che va dai seguaci di QAnon, Proud Boys, Boogaloo, Oathkeepers, III%, No-Mask, sostenitori di “Make America Great Again” fedeli di Fox News, e varie milizie neonazi come Massachussettes NSC-131.
L’organizzazione “Shut Down DC” ha lanciato la campagna #DontRentDC invitando chi ha delle proprietà a Washington inserite nella piattaforma Airbnb a non affittare casa tra il 16–21 ai fascisti, per boicottare il loro arrivo di massa.
Il 10 gennaio a Eugene nell’Oregon un membro della Guardia Nazionale sotto pseudonimo ha indetto tramite Facebook la manifestazione “Stand Against Socialism” mettendo in chiara luce la probabile evoluzione del movimento supermatista in strumento repressivo di lotte sociali e diritti umani, come già si è dimostrato nei confronti di Black Lives Matter.
Il 10 e l’11 anche gli antifascisti si sono mobilitati in diverse città, a New York hanno sfilato in Madison Square, dove Proud Boys non si è presentato dopo aver annunciato una demo. Sono scesi in migliaia nelle strade con una numerosa componente pronta all’autodifesa e compatta.
Anche in California a San Diego centinaia di antifascisti e antifasciste sfilano determinate con caschi, occhiali anti-spry urticanti, cartelli e bandiere dai sostegni rinforzati.
Il prossimo insediamento di Joe Biden non rappresenterà un calo della repressione verso i movimenti di opposizione sociale, che anzi dovranno confrontarsi con l’oppressione dello Stato liberale e il conservatorismo delle milizie fasciste.
Davide Viganò
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