Una lettera da Rodrigo

Rodrigo Lanza è in carcere da più di un mese accusato di aver ucciso un fascista a Saragozza.
I media hanno dichiarato che il fascista, Victor Lainez, è stato ucciso solo perché indossava delle bretelle con la bandiera spagnola, senza raccontare della sua nostalgia per la dittatura di Franco e della sua militanza nell’estrema destra.

Non possiamo dimenticare che lo Stato spagnolo ha già fatto subire 5 anni di detenzione a Rodrigo per il caso 4-F, in cui cinque persone sono state accusate di lesioni gravi ai danni di alcuni poliziotti basandosi solo sulle accuse di altri due poliziotti. Il processo è costato la vita a Patricia Heras, che si è suicidata nell’Aprile del 2011.
Il caso è stato smontato, anche grazie al fatto che i due poliziotti testimoni chiave dell’accusa sono stati condannati per violenze e abuso di potere, come descrive il documentario Ciutat Morta (https://ciutatmorta.wordpress.com/).

Ora Rodrigo ha scritto una lettera e la sua famiglia ha messo a disposizione un indirizzo per scrivere a lui: Apartado de correos 33044, Ronda universitat 23, 08007 Barcelona

Grazie a Slavina per questa traduzione.


Una volta ancora dalle segrete dello Stato, lo stomaco della bestia. In primo grado (regime di detenzione chiuso, applicato alle persone detenute considerate estremamente pericolose o inadatte al regime aperto, ndt) e FIES (una sorta di 41bis inventato dall’amministrazione penitenziaria spagnola per “domare” le persone appartenenti a bande terroriste, ndt) scrivo queste parole, isolato ma non solo, perché so che i nostri valori sono molto più forti che queste sbarre che ho davanti, che il nostro amore per la libertà è mille volte più degno che il loro odio e che non c’è muro che possa separarci dai nostri e dalle nostre.
Credo in molte cose e due di queste sono sempre state che l’autodifesa antifascista è la lotta più legittima e che uno Stato che promuove il fascismo, il razzismo, l’omofobia e un lungo eccetera attaccherà spietatamente chi si difenda.Dopo essere stato insultato in maniera razzista, attaccato alle spalle da un uomo con un coltello in mano e dopo un finale tragico, la macchina si mette in moto, lo Stato si fa forte e sa che una menzogna raccontata mille volte diventa verità, almeno per la maggioranza di cui hanno bisogno.
L’aggressore diventa l’aggredito, inventano una scusa ridicola per l’aggressione (le bretelle) che nemmeno appare nella inchiesta di polizia, il coltello sparisce e cercano di nascondere i legami fascisti e razzisti. Sparano con la loro migliore arma: il patriottismo. Il pericolo in televisione sono io, e diranno questa menzogna mille volte, perchè possono e perchè ne hanno bisogno. Sento una impotenza terribile a sapermi pedina del loro gioco, peró non mi dispero, so per esperienza che la veritá viene a galla, anche se la storia la scrivono i potenti, i vincitori… per ora.
So che faremo piú rumore di loro, che i nostri vincoli e la solidarietá valgono molto di piú che i loro media e i loro muri. Continuo a credere adesso piú che mai nella legittima difesa, nell’antifascismo, nei miei fratelli e sorelle nella strada, nelle nostre lotte, nella mia famiglia, nei miei principi.
Per tutto questo e di piú, sebbene sia qui e dopo tutto quello che sto vivendo, continuo a sentirmi fortunato, perché so di poter contare su di voi, come voi su di me. Dalle segrete, isolato, peró non solo.
Rodri
02/01/2018

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