Una prussiana sul tetto d’Europa?
Un articolo provocatorio, ma non troppo…
Otto von Bismarck stesso ne sarebbe compiaciuto.
Stiamo parlando della candidatura di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. Una candidatura che, sebbene debba ancora essere approvata dal Parlamento europeo, sembra possa diventare realtà visto l’accordo politico generale sui vari nomi da posizionare sulla scacchiera nei posti di potere all’interno dell’UE.
A quasi 150 anni dalla proclamazione dell’Impero Tedesco avvenuta il 18 gennaio 1871 nella Galleria degli Specchi del Palazzo di Versailles dopo la vittoria tedesca nella guerra franco-prussiana, l’egemonia tedesca in Europa è ormai un fatto assodato e questa nomina ce lo fa notare in modo plastico.
Del resto che un paese con 83 milioni di abitanti e un’economia potentissima diventasse nuovamente egemone nel continente dopo le bastonate delle due guerre mondiali non era difficile da prevedere. Il problema è fingere di non vedere quello che è un dato di fatto e farci i conti politicamente.
La von der Leyen, che ha preso il nome nobile dal marito, ma che essa stessa ha origini nobili, è da sempre una fedelissima di Angela Merkel, al governo ininterrottamente dal 2005 con i ruoli di Ministro della Famiglia, Ministro del Welfare e degli Affari Sociali e, infine, di Ministro della Difesa.
La candidata alla Presidenza UE si è sempre dimostrata un falco neo-liberista, capace di scavalcare a destra lo stesso durissimo Ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble.
Molti ricordano la sue sgradevoli dichiarazioni durante la crisi del debito greca secondo le quali la Grecia avrebbe dovuto usare le proprie riserve auree come garanzia di fronte ai propri debiti. Dichiarazioni sconfessate dalla stessa Merkel che però non fece nessun passo indietro nella linea della politica dura contro Atene nei torridi giorni dell’estate 2015. Un’Atene messa in ginocchio e lasciata colpevolmente sola anche dai governi dell’Europa mediterranea.
Come Ministro della Difesa la von der Leyen non ha brillato.
Non è riuscita a sconfiggere i rigurgiti di estrema-destra che sempre più frequentemente emergono tra le schiere dell’esercito tedesco ed è stata accusata di una politica di spese allegre e scriteriate.
Ancora una volta quindi, nulla di buono per l’Italia, a livello europeo. La procedura d’infrazione è stata per il momento scongiurata promettendo di mantenere i patti…in attesa di un autunno che si preannuncia problematico.
Non si riesce a comprendere la soddisfazione di Roma per questa (e altre) nomina visto che coloro che occuperanno le posizioni di potere sono tutti di rigida osservanza neo-liberista e assolutamente impietosi con le Nazioni ad alto debito.
Continua la pervicace “alleanza” (se così si può chiamare) con il Blocco di Visegrad costituito da Paesi che, nel giro di pochi decenni, sono passate dall’egemonia sovietica a quella tedesca. Entrambi assolutamente sordi alle esigenze italiane.
Nonostante la retorica delle battaglie da combattere a Bruxelles del “Capitano”, l’Italia continua a non riuscire a strappare nulla di buono dall’UE insistendo nell’ottusa politica di non collaborazione con i Paesi dell’Europa mediterranea con i quali, per cultura, storia, tradizioni, mentalità, costumi ed economia si potrebbe costruire un blocco capace di porre un argine allo strapotere ordoliberale.
Avanti verso il burrone dunque!
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