23 Febbraio 1986, l’omicidio di Luca Rossi

Oggi alle 18 presidio in piazzale Lugano.

Ieri pomeriggio un corteo ha ricordato a Roma la tragica vicenda dell’omicidio per mano fascista di Valerio Verbano avvenuto il 22 febbraio 1980.

Oggi purtroppo tocca alla nostra città ricordare un tragico episodio avvenuto negli anni Ottanta. Stiamo parlando dell’omicidio di Luca Rossi.

La sera del 23 febbraio 1986, Luca era insieme a un amico e stavano correndo per prendere la filovia in piazzale Lugano, quartiere Bovisa di Milano.

Sono giovani militanti di Democrazia Proletaria, studenti universitari non ancora ventenni.

In un altro punto della stessa piazza, alcune persone discutono prima con calma e poi sempre più animatamente e scoppia una rissa. Una delle persone coinvolte è Pellegrino Pollicino, agente fuori servizio in forza alla Digos.
La rissa è un susseguirsi di pestaggi e discussioni e dopo oltre quindici minuti finisce senza che l’agente chiami rinforzi. Due delle persone coinvolte fuggono in auto ed il poliziotto incapace di affrontare la situazione con la ragione e l’autorità richieste, estrae la sua pistola d’ordinanza ed in posizione di tiro, facendo arbitrariamente e illegittimamente uso delle armi, spara ad altezza d’uomo per colpire i fuggitivi.

Uno dei proiettili ferisce a morte Luca che si trovava a passare per caso in quel luogo e in quel momento. Ma non è un “caso” che consente al poliziotto di sparare. E’ una legge, la cosiddetta “Legge Reale” che conta al suo attivo negli anni decine e decine di vittime “per sbaglio”.

Nei giorni successivi una parte consistente di Milano, fortemente impressionata dall’accaduto, si mobilità. Migliaia di persone scendono in piazza per chiedere verità e giustizia per Luca e che l’ennesimo omicidio per mano di uomini in divisa non resti impunito.

La successiva sentenza definitiva, che chiude il processo voluto dai familiari per ricerca di verità e giustizia e non certo per vendetta, riconosce l’agente colpevole di omicidio colposo aggravato.

Luca era impegnato e un militante di Democrazia Proletaria, lavorava su diversi fronti, dall’obiezione di coscienza e il volontariato, alle lotte per ottenere spazi culturali per i giovani, l’impegno nel Collettivo Studentesco della sua scuola. Aveva anche moti interessi, i viaggi, lo studio, la musica punk, l’amore per il Nicaragua e per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord.

La targa posta in piazzale Lugano per ricordare la sua figura è stata recentemente restaurata da RAM Restauro Arte Memoria, già protagonista negli ultimi anni, di molti interventi di salvaguardia su moltissime lapidi di partigiani e giovani assassinati da fascisti e Forze dell’Ordine in giro per la nostra città.

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