Assedio Culturale- Le riflessioni di LUMe
Sabato 23 Settembre sotto Palazzo Marino, luogo in cui risiedono le istituzioni, si è svolto l’Assedio Culturale organizzato dai ragazzi e dalle ragazze di LUMe. L’evento è stato lanciato a seguito dello sgombero subito il 25 Luglio per costringere le istituzioni, costantemente in silenzio, ad esprimersi e prendere posizione in merito alla questione dei beni comuni e degli spazi sociali.
Le nostre riflessioni dopo l’evento più grande che abbiamo mai fatto. Senza uno spazio.
Ringraziamo di cuore tutti i partecipanti, che – consciamente o meno – hanno soffiato su una fiamma che abbiamo il dovere di tenere viva. La strada che abbiamo deciso di percorrere nel tentativo di riappropriarci dei nostri mezzi di produzione culturale ha un fondamentale presupposto: che ci facciamo comunità consapevole e ricettiva. Vi ringraziamo non solo per la vostra presenza fisica ma soprattutto per la vostra apertura a diventare attori di una scena nuova. Aver messo a disposizione del prossimo la vostra mente, le vostre orecchie e la vostra attenzione nel suo periodo più vorace è un gesto coraggioso che ci lega.
“Conquistare le forze dell’ebbrezza per la rivoluzione, organizzare il pessimismo, non significa altro che scoprire nello spazio di un’azione politica lo spazio radicalmente, assolutamente immaginativo” scriveva Walter Benjamin. Non c’è limite a ciò che abbiamo diritto di immaginare e pretendere se continuiamo a svolgere attività che rigenerano, arricchiscono e riqualificano. Siamo e saremo sempre convinti che la cultura e l’arte libere e i saperi critici debbano essere i motori per la costruzione di un sistema nuovo. Che sia un sistema declinato al plurale, disposto a evolversi e crescere insieme agli infiniti addendi che ne fanno parte. Che sia un sistema che riempie gli spazi vuoti e li affida a chi ha il diritto e il bisogno di crescere in maniera alternativa.
La nostra comunione di intenti pone le basi per una rete di formazione e azione che dimostrerà che siamo già in potenza il sistema per cui lottiamo. Si impari insieme l’importanza del libero usufrutto del patrimonio culturale disponibile, si impari ad andarselo a prendere e a toglierlo dalle mani di chi non ne comprende il potenziale rivoluzionario. Che la nostra rivendicazione sia forte e chiara e che i nostri ottoni, i nostri pennelli e le nostre parole la diffondano per le strade della città. Risuoni nelle piazze di tutta Italia, i cui rappresentanti si sono riuniti l’altra sera sotto palazzo Marino, che non siamo disposti a scendere a compromessi che limitino la nostra formazione intellettuale.
Chiediamo che le istituzioni si espongano nella tutela delle esperienze di autogestione che SI OCCUPANO degli spazi attraverso attività di riqualifica. Ribadiamo la necessità impellente di una dimora fissa e duratura e il nostro proposito di non chinare la testa di fronte alle condizioni dell’ottusa burocrazia milanese. Difenderemo a spada tratta la struttura informale e orizzontale del nostro collettivo e supereremo gli ostacoli di natura economica volontariamente posti tra noi e la possibilità di ottenere uno spazio per vie legali con una nuova e imminente occupazione.
Tendete le orecchie, ascoltate da dove proviene la musica e rimanete al nostro fianco.
Ora e sempre, #lumenonsispegne.
LUMe- Laboratorio Universitario Metropolitano
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