In difesa del ParcoTrenno: il presidio smonta le reti! (foto e video)
(foto e testo tratto dal profilo https://www.facebook.com/difendiparcotrenno)
Un fiume in piena ha invaso oggi di nuovo a Trenno il cantiere della Viadacqua, musica, clowneria, bambini e attivisti, tutti a ribadire che il canale non passerà mai, che i cantieri vanno fermati. Bambini e mamme come pericolosi black block a tagliare reti e smontare recinzioni. Una giornata di festa e di rabbia com’è’ giusto che fosse troppo lo spregio ai nostri territori forte la convinzione nelle nostre ragioni. Un fiume azzurro che lunedì porterà in Piazza Scala la propria voce e quel cantiere che oggi violenta i nostri parchi. 9 dicembre h17.30 tutte e tutti a Palazzo Marino.
(il testo di convocazione del presidio)
Il 7 dicembre mentre la Milano che conta, quella che tifa Expo perché da Expo trarrà guadagno, il Sindaco, Sala e Letta saranno alla Prima della Scala, noi saremo nei nostri parchi, il Parco Trenno, il Parco Pertini e il Parco delle Cave, per difenderli dall’aggressione dell’inutile, costosa e nociva via d’acqua.
Saremo lì perché altrimenti non ci sarà primavera per noi, perché non sapremo dove passarla. Dalle ore 14, riempiremo il Parco Trenno di voci, suoni, corpi per suonarle a un cantiere che non vogliamo, a un canale che non permetteremo sia realizzato e sabato lo ribadiremo assediando con i nostri corpi quelle reti maledette. Ci trasformeremo in via d’acqua noi stessi, ma una via d’acqua piena di calore e colore, una via d’acqua che non distrugge i parchi, al massimo rifiuta i cantieri.
E se i nostri suoni non fossero sufficienti per arrivare alle orecchie di chi, per una sera, è troppo preso da tenori e soprani, il 9 dicembre verremo noi in Piazza Scala, dalle 17,30, e ci faremo sentire da tutto il consiglio comunale: il cantiere ve lo diamo noi, così a chiarire che non accettiamo alcuna opera che devasti Trenno e gli altri parchi della periferia ovest di Milano.
La Via d’Acqua è un’opera inutile, 89 mln di euro di soldi pubblici per realizzare un canale insignificante ai fini irrigui, dannoso per il territorio e il paesaggio, nocivo perché attraversa aree mai bonificate, sostituibile nel suo scopo di far defluire l’acqua dal sito Expo, da una rete di canali, fontanili, condotte preesistenti, come dimostrato da studi del Politecnico e di Italia Nostra.
Per questo non ci fermeremo nemmeno di fronte alle ruspe e annunciamo fin d’ora che, qualora la politica e ExpoSpa non recedessero dalle loro scelte, ci vedremo davanti al cantiere.
Se le ruspe proveranno a tornare, il presidio permanente con gioia e allegria sarà un ostacolo insormontabile.
COMITATO NO CANAL
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