Contestazione a Lealtà Azione in Municipio 4 – Durissime condanne agli antifascisti

La contestazione a Lealtà Azione in Municipio 4 il 13 Febbraio 2017 (foto La Presse)

Due antifascisti condannati a 3 anni ciascuno per i fatti del 13 Febbraio 2017 in Municipio 4.

Trenta secondi di manganellate ai manifestanti che contestavano il convegno sulle foibe organizzato in Municipio 4 dal gruppo di estrema-destra Lealtà Azione. In questo si riassume l’entità “criminale” dei fatti andati a giudizio oggi a Milano.

Trenta secondi che però sono costati carissimo ai due antifascisti imputati (un militante del Csoa Lambretta e uno del CAAB Barona).

La Decima Penale ha infatti deciso per una condanna di 3 anni a testa in quella che qualcuno, in questi tempi di populismo giudiziario e giustizialismo imperante, definirebbe una “condanna esemplare”.

Veramente difficile comprendere quale metro di giudizio abbia utilizzato la corte per emettere le condanne di oggi. Sarà importante quindi leggere le motivazioni della durissima sentenza.

Tre anni di carcere, nella recente storia di movimento, sono stati in passato inflitti per vicende di conflitto ben più gravi. E la stessa corte, per altri episodi di scontro di piazza, pur non essendo mai particolarmente tenera verso gli attivisti, ha emesso condanne inferiori.

Per ricordare gli eventi di quel giorno riprendiamo l’articolo che MilanoInMovimento pubblicò 14 Febbraio 2017:

Ieri sera cariche contro un centinaio di antifascisti al Municipio 4.

Nella serata di ieri il presidio antifascista che contestava le coperture politiche fornite dal Municipio 4 (in mano alla Lega Nord) alla destra neonazista di Lealtà Azione in occasione delle iniziative di commemorazione delle foibe è stato caricato dalle Forze dell’Ordine.

Dopo le cariche il presidio si è trasformato in un corteo che si è messo per le vie del Corvetto.

L’iniziativa antifascista di ieri arriva dopo una settimana abbastanza densa che ha visto prima la richiesta di concessione della Palazzina Liberty per un concerto di musica identitaria da parte della nuova alleanza politica Lega Nord-Lealtà Azione e poi una movimentata seduta del consiglio del Municipio 4 con una grossa presenza di antifascisti che hanno contestato le scelte della maggioranza.

Negli ultimi mesi, molti hanno sbandierato ai quattro venti la necessità di rilanciare e riscoprire l’antifascismo. Si era in campagna elettorale e alcune forze come il PD hanno innalzato il vessillo dell’antifascismo per puro scopo utilitaristico. Il 24 Febbraio di quest’anno la Milano antifascista si è concretamente mobilitata contro il sabato nero che vedeva in piazza in città tutte le gradazioni possibili della destra italiana portando nelle strade migliaia di persone. Anche in quel caso la risposta è stata quella abituale: divieti, cariche, lacrimogeni e probabili denunce.

Il problema concreto è che gli antifascisti, quelli che scendono nelle piazze e contrastano l’agibilità politica dei gruppi di estrema-destra, vengono sempre più frequentemente e impunemente portati sui banchi dei tribunali e condannati.

Il secondo elemento che balza all’occhio è il ritmo ormai forsennato del procedimenti penali. In poco più di un anno si è arrivati alla sentenza di primo grado per una vicenda assolutamente secondaria per l’ordine pubblico milanese.

Tra 7 giorni si festeggerà il 25 Aprile: la Liberazione dalla nazi-fascismo. Mai come oggi quei giorni sembrano lontanissimi.

Solidali con i condannati!

Cariche a Milano – Il presidio antifascista si ingrossa e la Polizia prova la prima volta coi manganelli ad allontanare gli antifascisti che però non retrocedono.

Gepostet von Milano InMovimento am Montag, 13. Februar 2017

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