Diritto di cittadinanza: ancora un diritto irrealizzabile in Regione Lombardia
La domanda è semplice, la risposta logica: perché un bambino nato qua regolarmente non può essere considerato italiano?
Ha i documenti italiani, risiede regolarmente sul territorio, i suoi genitori lavorano e vivono qui, probabilmente, da anni. Frequenta le stesse scuole degli altri bambini, parlerà in breve tempo perfettamente italiano, avrà amici italiani (e non), mangerà lo stesso gelato, frequenterà gli stessi parchi e gli stessi luoghi degli altri bambini italiani.
Qual è il problema?
Forse il colore della sua pelle, il nome, l’origine dei genitori e la loro cultura? Forse la religione, l’etnia, i tratti somatici?
Mi pongo molte domande, mentre leggo che in Regione Lombardia, alla faccia delle tantissime campagne come questa (http://www.litaliasonoanchio.it/), è stata, per l’ennesima volta, respinta la proposta di legge di dare la nazionalità ai figli di cittadini stranieri nati qua in Italia.
Con la scusa del “voler acquistare i voti degli stranieri” ( e perché mai non si dovrebbe, mi chiedo, dare loro anche questo diritto, come se fossero incapaci di intendere e di volere) il PDL ha infatti giustificato questa bocciatura, mentre dalla meno strategica Lega emergono le vere motivazioni: “..l’unico effetto che si otterrebbe sarebbe favorire un maggior numero di ingressi, spalancando le porte delle Istituzioni ad associazioni di stampo integralista”.
Non si dà la cittadinanza dunque, per frenare il fenomeno migratorio? Come se questa negazione di diritti fondamentali fosse un deterrente. I politici e i media italiani non riescono proprio ad “avanzare” nella concezione del fenomeno dell’immigrazione che vada al di là del banalissimo e ormai superato “vengono per rubarci il lavoro” e “ non facciamoli entrare a casa nostra”. Per non parlare del fenomeno dell”integralismo”, completamente fuori luogo rispetto a quest questione che, anzi, favorirebbe processi di integrazione sociale e di legalità, a vantaggio di tutti.
Mi chiedo perché non si fanno un giro a Londra, Parigi o tante altre capitali europee, dove in banca lavorano donne con il velo, dove le persone di origine africana o latina non vendono collanine o libri abusivamente, ma hanno posti di pubblico e privato impiego. Dove sugli annunci di case in vendita o in affitto, non ci sia specificato “no stranieri” ( http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/7730/ )
Tanti complimenti, dunque, alla Regione Lombardia, per farci restare nel medioevo, continuando ad essere la vergogna dell’Europa, e non per lo spread, ma per i diritti umani, che sembrano tuttavia valere molto meno.
Sono sicura che questo pensiero non potrà sovrastare preoccupazioni ben più gravi e importanti di Formigoni in questo periodo, come quelle di organizzare le prossime vacanze sul suo yacht.
http://www.litaliasonoanchio.it/
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