FreeXpression, oltre la musica

A quasi due mesi dalla mattanza dello sgombero di Cusago, oltre un migliaio di persone ha attraversato il centro di Milano per esprimere il proprio dissenso contro la repressione.

La scintilla che ieri pomeriggio ha spinto persone provenienti da tutta Italia ad aderire alla manifestazione, risiede nei fatti di Cusago dello scorso 27 ottobre, ma il pensiero di giovani e meno giovani, che ieri hanno sfidato il freddo per oltre 7 ore, vola ben oltre.

Vola ai primi mesi di operato del nuovo questore di Milano Luigi Savina. Vola alle cariche sugli studenti il 5 ottobre, agli sgomberi delle case popolari di San Siro e del Collettivo Lambretta il 22 e 23 ottobre. Vola al corteo del 14 novembre scorso e alle perquisizioni nei confronti di sette studenti lunedì scorso. Vola e supera il passato più recente e i confini del territorio milanese sorvolando storie come quelle di Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi. Soprattutto, vola e si posa sui racconti, i ricordi e il presente con cui oggi migliaia di persone sono costrette a fare i conti quando manifestano il proprio dissenso.

Ma non è tutto qui. Perché dietro alla musica e alle denunce che l’iniziativa ha voluto portare per le strade, toccando simbolicamente come ultima tappa il carcere di San Vittore, c’è anche la volontà di costruire, sperimentare e proporre nuove pratiche culturali in grado di fronteggiare la crisi e di contrapporsi al modello sociale che alla crisi ha portato.

«Riteniamo indispensabile – si legge nel comunicato di convocazione del corteo – riportare all’attenzione collettiva temi fondanti come autogestione e autoproduzione; riaffermiamo con forza la legittimità delle pratiche di riappropriazione di spazi, tempi e saperi. Rivendichiamo l’attualità dell’occupazione come atto in grado di ridare vita, temporaneamente o in maniera stabile, a zone autonome e liberate… Creiamo spazi pubblici di socialità in grado di autoregolarsi, sperimentiamo nuove modalità di relazione tra le persone».

La sensazione è che quella di ieri sia stata molto di più di una street-parade contro la repressione. Tra gli obiettivi esplicitamente portati in piazza dagli organizzatori, quello di allargare il mondo dei rave a tutti quei contesti che oggi investono le proprie energie per dare risposte alle esigenze reali della popolazione, oggi più che mai lontane dalle soluzioni proposte dalle istituzioni.

Una cosa è certa: per il questore Savina e per tutti i suoi colleghi, lo sgombero di Cusago si sta rivelando un boomerang. I fatti del 27 ottobre hanno dato una spinta importante al movimento culturale dei rave, che, come la manifestazione di ieri ha dimostrato, è oggi determinato ad avviare un percorso di crescita in termini di contenuti, rinnovata autocritica e valorizzazione delle proprie pratiche.

Un percorso che passa prima di tutto attraverso la libertà di espressione. FreeXpression.

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Una risposta a “FreeXpression, oltre la musica”

  1. pabloDaPietrasanta ha detto:

    fateli stare zitti quei due!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Sono logorroici!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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