La vecchia centrale termica ostaggio della mala-informazione
In seguito all’articolo uscito ieri sul Corriere della Sera riguardante il nostro “tenere in ostaggio” la centrale termica e il risanamento dell’area limitrofa ai nostri spazi, ci troviamo costretti a prendere parola per specificare alcune cose.
La prima cosa bizzarra (anche se irrilevante ai fini del contenuto) è che l’immagine utilizzata dal quotidiano si riferisce alla nostra prima casa via Olgiati in Barona, quindi sicuramente le fonti in possesso del giornale non sono così aggiornate.
Non sono aggiornate le fonti, come evidentemente non sono aggiornate le notizie.
Partiamo dal principio: Zam trova casa, dopo l’ennesimo sgombero di una realtà sociale e di tutto il suo portato positivo per questa città, in via Sant’Abbondio nei locali del ex commissariato dei Vigili Urbani e del vecchio circolo culturale Carlo Porta Porta (che conviveva nello stesso edificio)
Siamo entrati in un luogo abbandonato e fatiscente, riqualificandolo a spese zero a carico dei contribuenti, liberandolo e restituendolo alla città.
Oggi questo luogo è attraversato da centinaia di persone del quartiere che trovano al suo interno diversi spazi polifunzionali dove svolgere attività culturali, ricreative e sportive.
Questa breve narrazione ci serve a contraddire il contenuto più importante dell’articolo: lo spazio sociale non è in alcun modo ostativo rispetto alla riqualificazione dell’area ma anzi ne è unico elemento a dimostrazione del contrario.
In secondo luogo ci preme rispondere alle cosiddette incongruenze tecniche rispetto al fantomatico ostacolo provocato dal nostro centro sociale in relazione alla riqualifica.
Il primissimo dato è che Zam si trova in un edificio diverso da quello dove opera a2a.
Come potete osservare dalle immagini, i due edifici sono in contatto ma sono strutturate in due porzioni differenti.
Differenti le porzioni come sono differenti le proprietà, la nostra è del Comune di Milano, mentre la centrale è proprietà del super condominio adiacente allo stabile.
Zam non ha nessuna parte in comune con la centrale, e non accede ai suoi locali dato che siamo coscienti che le parti tecniche del teleriscaldamento sono di vitale importanza per i condomini che ne usufruiscono.
Per questo motivo il centro sociale non è mai stato ostativo rispetto ai lavori di manutenzione (che avvengono quasi quotidianamente) all’interno della centrale, ci siamo anzi resi disponibili, qualora fosse servito, a favorire i lavori anche se in parte riguardavano gli spazi da noi gestiti.
A supporto della nostra non invasione degli spazi della centrale c’è un procedimento contro ignoti per occupazione abusiva degli stabili della centrale che fini con la chiusura del caso dato che, dopo il sopralluogo delle forze del disordine, non fu trovato niente e nessuno.
Dobbiamo anche far notare ad a2a che i pochi interventi che abbiamo dovuto svolgere all’interno della proprietà della centrale sono quelli di copertura dei materiali inerti lasciati dal precedente stato di abbandono e la cura del verde, dato che il prato confinante con il nostro spazio era ricolmo di pattumiera.
Per concludere, lo spazio sociale è sempre stato disponibile (altro che ostativo!) a porsi in maniera più che conciliante rispetto ai necessari lavori di riqualifica dell’area, quindi il vostro problema sta da un altra parte.
Come potete leggere in alto, quello che più ci interessa ribadire è che gli spazi sociali di questa città sono uno degli strumenti di riqualifica dal basso più rilevanti che ci sia.
Il lavoro svolto e i servizi ad esso connessi sono un piccolo welfare a cui i cittadini possono accedere senza discriminazioni di nessun tipo (economiche, etniche e di genere) e quindi, come tutto questo può essere “la causa dell’abbandono”?
Abbiamo chiarito il lato tecnico della vicenda, abbiamo ribadito la validità politica del progetto che state usando come capro espiatorio, ora non vi resta che comprendere che la centrale termica non poteva avere dei vicini migliori.
Poi magari preferivate la sede di Forza Nuova, oppure il nuovo fantastico benzinaio all’inizio di viale dei Missaglia, costruito proprio sui sui pozzi di captazione dell’acqua potabile che danno da bere a tutti i cittadini di questa zona.
Se preferivate questo, se preferite continuare a criminalizzare le esperienze come le nostre, che dire, i vostri problemi evidentemente sono altri.
In questo caso, e anche nei restanti, ai nostri posti (riqualificati) ci troverete.
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grandissimi!!! io scriverò al giornalista del Corriere non sa che siete rimasti l unico centro di aggregazione in un quartiere abbandonato e senza spazi per i giovani. siamo al vostro fianco!!!speriamo lo facciano in tanti