Lombardia: i cittadini comunitari di serie B: rumeni e bulgari esclusi dalla copertura sanitaria

Lombardia. Regione d’avanguardia e progresso, di lavoro, di produzione di reddito e ricchezza, bacino della finanza italiana, baluardo del progresso della nazione.

Lombardia. Regione al centro di uno scandalo tra corruzione e speculazione, dove le mafie detengono gran parte del potere e Comunione e Liberazione detta le linee politiche ed economiche da seguire.

Lombardia. Regione di potenti.

Lombardia. Regione di deboli.

Lombardia. Regione di immigrazione, dove i nuovi abitanti non hanno mai vita facile, nemmeno se comunitari.

Accade in Lombardia infatti che i cittadini non italiani comunitari siano sprovvisti di assistenza sanitaria. Tutti sanno che i cittadini europei hanno gli stessi diritti.(fermo restando che si potrebbe aprire una grossa polemica sul diritto universale alla salute a prescindere dallo status sociale, legislativo, lavorativo, a prescindere dalla nazionalità e dal credo).

In Lombardia, purtroppo, i cittadini rumeni e bulgari si trovano spesso a dover ricorrere alle strutture para – sanitarie date da associazioni e cooperative, mentre potrebbero e dovrebbero avere la copertura sanitaria data dalle aziende ospedaliere.

Questo accade semplicemente per una carenza nel sistema, carenza facilmente risolvibile, ma che ancora sussiste senza un’apparente spiegazione.

Di seguito riportiamo il comunicato stampa del Naga che si è occupato della faccenda.

Comunicato stampa:

Dal 31 dicembre 2007 rumeni e bulgari sono cittadini europei e, in quanto comunitari, hanno diritto all’assistenza sanitaria solo se in possesso di alcuni requisiti ovvero se lavoratori o se titolari di tessera TEAM (Tessera Europea di Assicurazione Malattia – la tessera rilasciata dal proprio paese di origine e che ha validità europea). Non tutti i rumeni o bulgari presenti sul territorio nazionale hanno però questa tessera, a causa delle gravi carenze del sistema sanitario nei loro paesi d’origine. Questi neocomunitari si ritrovano quindi a essere privi di copertura sanitaria qualora siano disoccupati, lavorino in nero in Italia o siano familiari a carico.
Per risolvere questo problema la gran parte delle regioni italiane ha sostituito il codice STP (quello che viene fornito agli Stranieri Temporaneamente Presenti, cioè ai migranti senza permesso di soggiorno) con il codice ENI (Europei Non Iscritti) che ha le stesse caratteristiche e dà diritto alle stesse prestazioni previste dal codice STP e dal Testo Unico sull’Immigrazione.
La Regione Lombardia ha emanato una circolare che stabilisce che i cittadini comunitari hanno sì diritto alle prestazioni indicate dalla legge” dichiarano i volontari del Naga, “ma non ha definito quale codice possa essere attribuito a questi pazienti al posto dell’STP. La normativa vigente in Lombardia ha dunque solo un valore formale e riconosce il diritto alla salute solo sulla carta”.
Casa per la Pace, Comunità Sant’Angelo, Centro Internazionale Helder Camara e Naga hanno seguito nei mesi di novembre e dicembre 2011 oltre 200 pazienti (adulti e bambini), con gli obiettivi di stimare l’entità del fenomeno della mancata assistenza sanitaria a cittadini comunitari rumeni e bulgari a Milano, stimare la gravità del fenomeno (patologie implicate) e verificare nella pratica il comportamento delle istituzioni sanitarie milanesi.
“I risultati di questa indagine ci permettono di confermare che nei fatti i cittadini rumeni e bulgari sprovvisti di tessera TEAM e residenti in Lombardia, anche se affetti da patologie importanti ma non urgenti, possono essere curati solo dalle associazioni di volontariato e hanno paradossalmente meno diritti dei cittadini non comunitari irregolarmente presenti”.
“Per questo motivo, – chiudono i volontari – lanciamo oggi un appello contenente le nostre proposte per la risoluzione del problema, che presenteremo all’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, chiedendo che venga aperta un’interrogazione al Consiglio Regionale”. Le sottoscrizioni possono essere inviate da singoli cittadini, enti e associazioni a naga@naga.it.

 

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