“NOBODY SAYS ANYTHING” – La lotta dei lavoratori General Electric
“Secondo me…cioè…non si può mettere queste cose sullo stesso parametro… La finanza. E il lavoro”.
Questa una delle frasi pronunciate da un operaio nel bel documentario “Nobody says anything” sulla dura vertenza dei lavoratori della Alstom Power di Sesto San Giovanni.
Una frase emblematica che in meno di una riga riassume la storia dell’intera lotta che vede contrapposti da un lato della barricata la multinazionale americana General Electric e dall’altro i lavoratori del sito produttivo a Nord di Milano. Una classica riedizione delle scontro “Davide vs. Golia” che tante tante volte si è ripetuto in questi anni in Italia.
Nell’Autunno 2015 il gigante americano ha acquisito la Alstom Power.
Gli Americani non hanno perso tempo e già all’inizio del 2016 hanno presentato un gigantesco piano di tagli del personale a livello europeo che prevedeva 6.500 licenziamenti. Nello storico stabilimento di Sesto San Giovanni gli esuberi previsti erano più di 200.
A quel punto è iniziata una dura vertenza che è ancora in corso con molteplici mobilitazioni e un presidio fisso ai cancelli della fabbrica.
L’azienda come alternativa al licenziamento propone il trasferimento dei lavoratori in stabilimenti a centinaia di chilometri da casa…
Nel documentario gli operai, con estrema lucidità, raccontano quello che è successo in azienda negli ultimi mesi: dalle commesse trasferite senza motivo apparente dal sito di Sesto ad altri stabilimenti alle sovvenzioni prese da G.E. dal governo italiano passando a un’efficace spiegazione di quale fosse lo scopo reale di General Electric nell’acquisizione di Alstom: impadronirsi del know-how tecnologico e sbarazzarsi di un competitor pericoloso sul mercato europeo.
Concludiamo con una citazione illuminante: “Tu sei padrone di quello che hai comprato…ma non sei il proprietario della dignità dei lavoratori! Siamo solamente un sassolino nella scarpa che vogliono togliersi in fretta…”.
Continueremo a seguire la vicenda.
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