Per la seconda volta ai rilevatori che rivendicano i propri diritti si risponde con le forze dell’ordine
Per l’ennesima volta rendiamo note le nostre rivendicazioni circa le condizioni inique e illegittime nell’assolvimento dell’incarico come rilevatori del Censimento 2011 nel Comune di Milano.
Dopo l’apertura di un tavolo di trattative, l’amministrazione comunale nella figura di Davide Corritore e Nunzio Dragonetti, temporeggiando e derogando le considerazioni alle quali è stata invitata a porre attenzione, non ha dato nessun segnale di risposta.
Anzi è stato indetto un nuovo corso di formazione per altri rilevatori.
A questo punto il coordinamento dei rilevatori ha deciso di dare vita a un’azione informativa nei locali ove questo corso si svolgeva. Alle 09:15 di martedì 6 marzo un gruppo di lavoratori si è presentato in via D’Annunzio 15 ed è entrato tranquillamente nell’aula ove era imminente l’inizio dell’incontro e con tranquillità assoluta ha preso la parola informando i futuri rilevatori delle condizioni cui il contratto li avrebbe posti; ovvero, collaborazione occasionale di fatto illegittima poiché è prevista per loro una prestazione che si protrarrà oltre i 30 giorni consecutivi; una quantificazione a cottimo della rilevazione sul campo; il pagamento delle spettanze differito ma senza la certezza scritta di una data; altresì una prestazione effettuata sul campo, cioè l’intero territorio comunale, su cui non è stata fatta valutazione di rischio alcuno e senza alcuna copertura assicurativa se non per morte o per danno permanente. Dai i candidati presenti ci sono poi giunte notizie che il Comune prospetta per loro contratti ben diversi da quelli somministrati agli altri, configurando così un altro vizio, ovvero il non rispetto delle regole del bando di concorso a cui tutti, vecchi e nuovi rilevatori hanno partecipato. Il mistero su come i Settore Statistica stia gestendo l’intera faccenda, si infittisce sempre più; eh sì, perché proprio per bocca dell’esimio Dragonetti Nunzio, direttore del settore Risorse Umane, non sarebbe possibile cambiare il contratto già stipulato con i “vecchi” rilevatori, pena il ricorso eventuale di tutti coloro che in sede di accettazione rinunciarono all’incarico viste le funeste condizioni. Allora, il temporeggiare e reiterare una decisione da parte dell’amministrazione pare sempre più un atteggiamento volto a guadagnare tempo, considerato che il censimento resta comunque un’attività di breve durata, in favore della situazione contrattuale attuale che vedrebbe il comune fare ”cassa” con i proventi del censimento.
In occasione di questa iniziativa è stato prodotto un video che ne dimostra lo svolgimento e la sua forma pacifica. Ora, nonostante la natura pacifica e la brevità dell’intervento si è messo in moto un vergognoso carosello di voci che vedrebbero il video al vaglio della magistratura, l’identificazione degli attivisti e imminenti misure punitive ai danni di costoro.
Il giorno dopo, 7 marzo, alcuni lavoratori si sono presentati al corso di formazione per “vecchi” rilevatori che si occuperanno della terza fase del censimento, che si è tenuto nel medesimo sito di via D’Annunzio15. Dato che non era chiaro il criterio di selezione di questi nostri colleghi e, siccome siamo stati tutti ingaggiati con lo stesso bando pubblico e, da almeno due mesi in modo formale e informale abbiamo chiesto quali fossero questi criteri di selezione, senza averne risposta, ci siamo presentati là dove sapevamo poter incontrare chi potesse darci spiegazioni. L’ingresso ci è stato negato da una discreta presenza di DIGOS che ha provveduto a selezionare i soli convocati. Alla porta del centro comunale s’è quindi palesata la dirigente responsabile Silvia Castellanza che, mostrando un’insolita reticenza, ha risposto alle numerose istanze dei lavoratori autoconvocati con monotona ripetizione della seguente frase: “chiedete ai vostri coordinatori quali sono i criteri, non so altro”. Il mistero, su chi e come sia gestito il censimento a Milano, s’infittisce sempre più.
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