Mar Mediterraneo: un cimitero a cielo aperto

Nell’ondata d’isteria contro i migranti un dato è passato inosservato: 34.361 persone sono morte nel Mar Mediterraneo negli ultimi 15 anni. 

I dati sono stati pubblicati stamattina in un articolo de “Il Manifesto”.

Il nostro mare è diventato un cimitero per molti di coloro che fuggono da violenza, povertà e orrore della guerra nei loro paesi d’origine. Da anni migliaia di uomini, donne e bambini tentano di raggiungere l’Europa su barconi che non sempre raggiungono la meta. 

Il dato è allarmante e di fronte a questa enorme sofferenza e perdita di vite umane, la risposta dell’Europa sono politiche restrittive e accordi economici con i trafficanti per non far partire le persone. A pagarne le conseguenze però è chi muore nella traversata.

Il viaggio della speranza diventa una strage che ogni anno fa decine di migliaia di morti. 

Già nel 2014 l’UNHCR aveva definito la traversata del Mar Mediterraneo la “strada più mortale del mondo”, le stragi sono continuate. 

L’emergenza umanitaria nel Mediterraneo resta sempre drammaticamente attuale e il rafforzamento delle operazioni di ricerca e soccorso dovrebbe avere la precedenza su qualsiasi altra valutazione politica. 

C’è però chi preferisce speculare politicamente su questo genocidio, aprendo lager in Libia, bloccando i porti e ostacolando i soccorsi. 

In futuro la storia metterà queste persone al pari dei nazisti, degli imperialisti coloniali e al tempo stesso giudicherà chi, come tanti, troppi, sta scegliendo il silenzio e l’indifferenza verso una tragedia dell’umanità. 

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