Perquisizioni in Barona – Continua la criminalizzazione della lotta per la casa

Questa mattina ci si sveglia con notizie frammentarie di un’operazione di Polizia in corso in Barona contro gli occupanti di case.

Col passare delle ore il quadro si fa più chiaro. Sono 5 i militanti del Caab-Comitato Autonomo Abitanti Barona perquisiti, denunciati e raggiunti dal divieto di dimora nel Comune di Milano con relativo obbligo di firma. 

Perquisizioni molto muscolari con consueto sequestro di telefoni, computer, agende e altro materiale.

Le accuse contestate sono piuttosto gravi.

La vicenda viene successivamente narrata dai soliti lanci di agenzia che sembrano più veline di Questura dei tardi anni ’60. Si parla di due episodi di aggressione ed estorsione verso due cittadini stranieri facenti parte del Comitato.

Come già per Giambellino vengono utilizzate le modalità infamanti delle accuse legate alla criminalità comune per colpire collettività politiche e infangare il loro lavoro.

La storia, i ragazzi e le ragazze del Caab, la raccontano in modo diverso.

Questo il loro comunicato:

Il giorno 30 ottobre 2019 la Digos della Questura di Milano ha eseguito 5 notifiche con annesse 5 ordinanze cautelari di allontanamento dal Comune di Milano, per 5 abitanti appartenenti al Comitato Autonomo Abitanti Barona, che da 5 anni lotta in quartiere e con realtà simili sul tema del problema abitativo e della speculazione che avviene sistematicamente nelle nostre città.
La Digos di Milano ha ordito un attacco giuridico-politico, sulla base di un fatto avvenuto, a distanza di un anno, alla Baronata, dove per violenza di genere è stata allontanata una persona dalla comunità resistente e quindi dalle assemblee, oltre che invitata a non partecipare più alle iniziative dello spazio.
Questa persona, il giorno dopo l’assemblea che decise il suo allontanamento, tornò per pretendere di rimanere, e due compagni che in quel momento erano alla Baronata per tenere le lezioni della scuola d’italiano, si trovarono costrette ad invitarlo a ritornare in un momento assembleare data l’attività in corso.
Mentre uno dei due compagni parlava, ricevette un pugno dritto alla gola da questa persona, che gli tolse il fiato per alcuni secondi; approfittando dello spaesamento la suddetta persona afferrò una cazzuola che sferrò su un altro compagno, lasciandogli una cicatrice sul volto, ancora oggi ben visibile; alla fine, a fatica si riuscì ad allontanarla.
La persona allontanata si recò in ospedale, nonostante fosse lui l’aggressore oltre che l’illeso; lì venne raggiunta dalla Polizia, che, come abbiamo visto, avrebbe preso con molto interesse la denuncia della persona, invitandola anche a recarsi in un secondo momento in Questura, per integrare la denuncia precedentemente fatta che oggi ci è stata consegnata per i seguenti capi d’imputazione:

“110. 629 1° e 2° e, in relazione all’articolo 628 c.3 n.1, c.p., 61 n 2, 110. 582, 585 c.p.”

che in verbo corrispondono a: concorso, violenza e minacce, estorsione, rapina, danneggiamento con profitto e violenza con aggravanti.
Le modalità di perquisizione, sequestro e consegna delle notifiche sono avvenute con modalità che ricordano operazioni contro le peggiori organizzazioni criminali; infatti già dalle 7.00 del mattino Digos e Polizia hanno cercato di sfondare le porte dei 5 appartenenti riuscendoci solo con una, entrando da sceriffi con le pistole in mostra, sequestrando immediatamente i cellulari che i compagni stavano utilizzando per avvertire amici e compagni di quanto stava succedendo.
A questo punto sono iniziate invasive perquisizioni di tutti gli appartamenti, terminate con il sequestro di cellulari, computer, chiavette usb, materiale politico informativo, agende personali e appunti delle assemblee. Al termine gli agenti hanno consegnato dei divieti di dimora con obbligo di firma a tutti i 5 compagne/i, immediatamente esecutivi.
La Questura di Milano, ricostruendo struttura e ruoli fantomatici del comitato della Barona, mette sotto indagine i compagni/e con misure cautelari che li costringono ad allontanarsi dal Comune di Milano.
L’azione repressiva avvenuta quest’oggi esprime una chiara volontà di fermare chi tutti i giorni lotta per un’alternativa dignitosa al di là della mercificazione che questa città impone come modello unico di vita, senza lasciare spazi alla solidarietà e all’organizzazione dal basso.
Episodi come questo sono purtroppo noti e sempre più frequenti: a Padova, Piacenza, Milano, Cosenza e su tutto il territorio nazionale, avvengono tentativi di fermare le lotte colpendo le persone e dipingendole come organizzatrici di crimini.

Come Comitato Autonomo Abitanti Barona, rifiutiamo ogni singola accusa e la rispediamo al mittente: occupare case per soldi è una pratica mafiosa, che specula sui problemi delle persone, e la combattiamo ogni giorno. Lasciare case vuote e gente in strada è una strategia attuata per il lucro di palazzinari e istituzioni. La repressione non può intimidirci: a ogni attacco corrisponderà un rafforzamento!
Ci vediamo questa sera, mercoledì 30 ottobre alle 21:00, presso la Baronata, viale Faenza 12/7, per l’assemblea di coordinamento dei comitati: verranno dati ulteriori aggiornamenti. Inoltre invitiamo tutt* alla presentazione del nuovo sito antirepressivo, Amargi.blog, che avverrà domani pomeriggio, 31 ottobre, alle 17:30 allo spazio GTA, via Lelio Basso 7. Chiediamo poi una solidarietà concreta per i compagni colpiti: invitiamo chiunque possa ospitarli in un comune esterno alla provincia di milano a contattarci o a venire ad uno degli appuntamenti sopra riportati.
SE CHI LOTTA E’ UN DELINQUENTE, SIAMO TUTT* CRIMINALI!

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