Verso Lotto Marzo, parola per parola – “Lavoro essenziale”
*Lavoro essenziale*
Essenziale è qualcosa di cui non possiamo fare a meno.
La pandemia ha riportato alla luce una serie di mestieri che fino a oggi sono stati “il retrobottega” del mondo del lavoro. Rappresentano i settori necessari per nutrirsi, curarsi, proteggersi e istruirsi.
Le persone che svolgono questi lavori non si sono mai potute fermare. Tuttavia, la “nuova classe operaia” della pandemia è tanto più esposta al virus quanto al rischio di licenziamento. Al rischio di contagio si aggiunge infatti l’insufficienza di salari, tutele e protezioni sociali per molt_ occupat_ nei servizi essenziali. Dalla logistica alle pulizie, da_ operator_ sanitar_ alle guardie di sicurezza.
Le lavorator_ fondamentali rientrano tra i segmenti più precari e sotto-tutelati del mercato del lavoro. La crisi pandemica non ha fatto che aggravare le precedenti vulnerabilità, imponendo ritmi insostenibili a parità di salario e peggiorando le condizioni lavorative per molte persone.
La favola per cui questo sistema economico sarebbe sopravvissuto anche senza il lavoro , cioè lo sfruttamento, è una favola.
Non lo diciamo noi, ma le confindustrie di tutto il mondo, che, per l’appunto, sono corse ai ripari con questa nuova definizione dei tipi di lavoro sopra citati.
Lavoro essenziale significa quindi: essenziale per i profitti degli industriali ( che rimangono nelle tasche degli industriali).
La prova sono i mancati dispositivi di protezione anti-Covid, le riduzioni salariali anche a fronte dell’aumento generale degli orari di lavoro, il peggioramento delle condizioni lavorative a livello globale, l’incremento della precarizzazione nonché negli scarsi sussidi ricevuti.
Il capitalismo, il sistema economico in cui viviamo, è un sistema antisociale: ha conseguenze devastatrici per l’umanità, per l’ ambientale, causa la mercificazione della vita…
In un sistema come questo, l’essenziale è definito in senso di, ancora una volta, dato per scontato, a servizio della produzione di capitale, ancora una volta, per poch_.
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