In corteo a Garbatella per la Strada
Più di mille persone hanno invaso le strade di Garbatella per portare la loro solidarietà alla Strada: “la ricostruzione è iniziata oggi”. Dopo i due tentativi di incendio doloso dello spazio sociale, oggi la città in piazza per difendere “un posto speciale”.
Un serpentone colorato ha attraversato la Garbatella, allungandosi per le vie strette in salita e in discesa, allargandosi a riempire le tante piazze del quartiere. Al passaggio tante persone che si affacciano alla finestra e salutano, scendono di casa e portano la loro vicinanza.
In testa i bambini e i ragazzi della Scuola Popolare Piero Bruno inciampano in uno striscione blu: “csoa La Strada dal 1994 un posto speciale“. Le aule della scuola sono al momento inagibili, così quello che da cinque anni è un laboratorio di formazione e cittadinanza diventato punto di riferimento per tutto il territorio, comprese le istituzioni, dopo la pausa estiva sarà ospitato da altre realtà del territorio.
Oggi assieme alla Strada in piazza tutta Garbatella, ma anche tutta la Roma che resiste, per dire che non abbiamo paura e che le intimidazioni le rispediamo al mittente, che vengano dai manganelli della polizia, dalle aggressioni dei fascisti o da chi utilizza metodi mafiosi per difendere i propri interessi. In piazza oggi si è ritrovata una comunità che tutti i giorni coltiva solidarietà e cultura, che si batte per una città più giusta contro la sopraffazione, la competizione spietata. Una comunità che tra mille differenze sa ritrovarsi unita.
La manifestazione si è poi conclusa di fronte al Teatro Palladium dove si è tenuta un’assemblea. Al microfono si sono succeduti spazi sociali, realtà culturali e associative, cittadini del territorio. Nei prossimi giorni le prime iniziative di solidarietà: il 5 gennaio al Forte Prenestino con una dancehall reggae, mentre potete sottoscrivere alla Strada con un bonifico bancario intestato a APS MOMPRACEM, IBAN : IT87 T076 0103 2000 00004916 461, CAUSALE : RICOSTRUIAMO LA STRADA
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Due agguati incendiari alla Strada (di Valerio Renzi da il Manifesto del 28.12.2013)
Due incendi consecutivi, che lasciano poco spazio alle interpretazioni. Nella notte tra il 23 e il 24 Dicembre, e poi la notte di Natale, il centro sociale la Strada, nel quartiere Garbatella a Roma, ha rischiato di essere distrutto completamente dalle fiamme. Se dopo il primo incendio gli attivisti del centro sociale si erano dichiarati cauti sulle cause, dopo il secondo, nessuno sembra avere più dubbi. «C’è una matrice dolosa – ha raccontato Amedeo Ciaccheri, giovane consigliere indipendente di Sel in VIII municipio — siamo di fronte ad un’intimidazione violenta e di stampo mafioso nei nostri confronti. Il nostro impegno per il quartiere e per cambiare questa città infastidisce qualcuno. Da oggi invece sarà ancora più forte e le nostre attività si moltiplicheranno».
E’ il 1994 quando nasce la Strada. Un gruppo di studenti medi ed universitari apre le porte di un locale di proprietà comunale in via Passino, nel cuore di Garbatella. Sono anni di cambiamento nei movimenti: pochi mesi prima gli zapatisti con il passamontagna si erano rivelati al mondo, portando una nuova ondata di occupazioni, attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi. Da quel momento in poi il percorso della Strada non si è mai fermato, sono passate generazioni di attivisti, alcuni ci sono ancora, altri hanno preso altre direzioni. Sedici anni in movimento: le tute bianche e la lotta per la casa, il ciclo no global e l’esperienza di Action. Una comunità aperta quella della Strada, saldamente e orgogliosamente ancorata nella Garbatella «rossa», ma pronta sempre a mettersi in marcia per portare solidarietà in tutto il mondo: Palestina, Messico, Paesi Baschi, Kurdistan.
Tutto questo patrimonio di lotte ha rischiato di andare letteralmente in fumo nella notte tra il 23 e il 24 Dicembre, quando un incendio è divampato all’interno del centro sociale. Fortunatamente qualcuno passava di là e ha visto quanto stava accadendo, ma ci sono volute ore per i vigili del fuoco giunti a spegnere l’incendio. I danni si sono rivelati gravi ma non irreparabili, anche se la palazzina che ospita l’osteria e la Scuola popolare Piero Bruno è al momento inagibile. Tanti i dubbi sulla natura dell’incendio, se accidentale o dolosa, anche se gli attivisti erano stati cauti: «aspettiamo la perizia» avevano detto. La mattina dopo centinaia di persone erano passati a portare la loro solidarietà dal quartiere e da tutta la città: attivisti di altri spazi sociali, cittadini, rappresentanti delle istituzioni locali. La conferenza stampa si è trasformata in un irrituale abbraccio alla Strada e a chi la anima. Ci si è rimboccati le maniche, è partita la campagna di solidarietà e le iniziative in calendario del centro sociale sono proseguite, grazie alla disponibilità degli altri spazi del territorio e di altre occupazioni.
Poi quando lo shock sembrava superato e si pensava ormai ad andare avanti, ecco un secondo tentativo d’incendio la notte di Natale. Il fuoco è stato fermato sul nascere grazie alla segnalazione dei vicini, ma l’accaduto non lascia spazio ad interpretazioni. Increduli, la città e il quartiere hanno reagito: «non avevamo dubbi sulla risposta che avrebbe dato il nostro territorio — dice una giovane attivista, Natalia — ma siamo meravigliati e stupiti della grande partecipazione di tutta la rete dei centri sociali e della politica romana. Questo ci dimostra che quando il movimento è unito può trasformare anche una tragedia in un grande percorso di partecipazione e cambiamento». La cosa che appare davvero importante ora, è non fermarsi: «la solidarietà è davvero un’arma — racconta Giulia della scuola popolare, che aiuta circa cinquanta bambini a studiare e organizza diverse attività e laboratori — un progetto così importante per il territorio come la scuola popolare ha già trovato la disponibilità di molte associazioni per essere ospitato nelle loro sedi. L’importante non è avere uno spazio fisico ma essere utili ad una comunità e avere voglia di costruire».
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