[Dalla Rete] A Torino nasce La Libera Repubblica dei Matti

477829_157844837682113_99305662_oTORINO – Il posto è un fabbricato al piano terra con le pareti dipinte di rosa shocking. In giro ci sono ancora teloni di plastica, un paio di impalcature e secchi di vernice: perché questo doveva essere il Centro diurno di Salute mentale del poliambulatorio dell’Asl di via Gorizia, la cui costruzione fu abbandonata nel 2005 per mancanza di fondi.

Proprio qui, in questo luogo che avrebbe dovuto essere deputato alla salute mentale dei torinesi, ieri mattina è nata una “libera Repubblica dei matti”: uno spazio occupato, con tanto di mensa popolare a offerta libera, consulti psicologici gratuiti tre volte alla settimana, laboratori di musica, arte, teatro e giornalismo.  A impiantarla sono stati i ragazzi del Torino mad pride, associazione composta da utenti ed ex utenti psichiatrici, operatori, psicologi e da chiunque si ritenga orgoglioso portatore di un disagio psichico che, secondo il fondatore Luca Atzori, “non è nient’altro che l’attraversamento di una soglia”. “Il confine che separa la follia dalla cosiddetta normalità – spiega – oggi è sempre più vago, sfumato. La nostra società è  sempre più colpita da forme di disagio psichico: quello che manca, semmai, è la consapevolezza. Il Mad Pride, quindi, non è aperto unicamente a utenti ed ex utenti: io stesso non sono utente del servizio psichiatrico nazionale. Quello che ci accomuna tutti, piuttosto, è la consapevolezza di questo attraversamento: ci rendiamo conto di essere portatori di un disagio e non vogliamo nasconderci”.

In via Gorizia, da ieri, c’è un continuo via vai di soci e utenti, psicologi e operatori, oltre a simpatizzanti e semplici curiosi. C’è Cristina, una giovane psicologa che del Mad Pride non conosceva l’esistenza ed è venuta “per vedere come funziona e offrire la sua collaborazione”.  C’è Roberto Rolli, giornalista e fondatore del periodico  “Psichiatria e Informazione”, che questo pomeriggio terrà un laboratorio di scrittura giornalistica. Ieri, all’assemblea permanente dell’ascolto, uno degli appuntamenti fissi dell’associazione,  c’era niente di meno che Roberto Beneduce, psichiatra, antropologo, docente e autore di numerosi saggi di Etnopsichiatria. Ci sono i redattori di Segn/Ali,  un altro mensile interamente curato da utenti ed ex utenti, che hanno appoggiato l’occupazione e verranno a dare una mano. Ci sono le dirette di Radio Pro-Loco, che oggi trasmetteva dal giardino interno del poliambulatorio. E poi incontri, cineforum e concerti ogni sera, come quello che tra qualche ora vedrà salire sul palco il cantautore locale Matteo Castellano.

Il tutto mentre – tra un dibattito, un’assemblea e un controllo dei carabinieri – il posto viene pulito e sistemato dai soci di Matti a cottimo, cooperativa nata proprio dal Torino mad pride, “per dare agli ex utenti una concreta possibilità di inserimento lavorativo – prosegue Atzori – così da non costringerli a vivere con le 50 euro al mese di una borsa lavoro”. “Quello che cerchiamo di fare – puntualizza Luca – è semplicemente prendere delle persone e inserirle in un contesto sociale da protagoniste responsabili”. Con degli ottimi risultati, si direbbe, a sentire uno dei soci della cooperativa: “A Torino – ci spiega, mentre sistema le decine di libri che sono stati portati per creare una piccola biblioteca interna – trovare lavoro è difficile per tutti. Per noi è proprio un casino, perché in pochi ti danno fiducia se credono che tu sia matto. E nonostante questo, grazie a ‘Matti a cottimo’, molti di noi sono stati assunti per dei lavori di manutenzione all’interno di una fabbrica, con un regolare stipendio. Io in questo momento ho un impiego grazie al Mad pride. Direi che la cooperativa funziona, quindi”.

In altre parole, a Torino quest’autoproclamata “banda di matti” sta realizzando,  giorno dopo giorno, quel “principio di sussidiarietà” che è trasversalmente onnipresente nei discorsi delle pubbliche amministrazioni.  Nel frattempo, l’occupazione va avanti: e gli stessi Carabinieri, che ieri pomeriggio sono arrivati a raccogliere i nominativi degli occupanti e a informarli sulle possibili conseguenze penali, sembravano increduli, a tratti divertiti. Per ora, assicurano, da parte loro non c’è intenzione di sgomberare. “Ma se qualcuno, chiunque, dovesse denunciarli – spiega un agente – noi saremmo costretti a procedere con lo sgombero”.

“A noi – precisa Atzori – non interessa metterci in un’ottica di conflitto con le istituzioni; vogliamo invece porci in un’ottica di interlocuzione. Che ci prendano sul serio però”. In buona sostanza, il Mad Pride vuol chiedere al Comune “di concederci questo posto come nostra sede ufficiale. In questi anni siamo stati in grado di mobilitare una vasta rete di persone: ora vogliamo che questo ci venga riconosciuto”.

Nato nel 2011 da un’idea di Atzori e  Simone Sandretti, entrambi attori e registi teatrali, l’associazione ha mosso i primi passi organizzando una parata annuale dei pazienti psichiatrici della città, sul modello del Gay pride, che di anno in anno si è fatta sempre più partecipata. In seguito sono arrivati una miriade di eventi paralleli, molti dei quali di natura culturale: spettacoli teatrali, laboratori e  un radiodramma teatrale, “Gli aberranti”, che ogni mercoledì pomeriggio va in diretta su  Radio Banda Larga. La prossima edizione del Torino Mad Pride sfilerà per le strade della città il prossimo 14 giugno. Per informazioni:  www.madpridesito.jimdo.com –  www.facebook.com/madpride.torino

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