[DallaRete] Casa dei Beni Comuni, l’ex Caserma Piave apre i cancelli!
Dopo un’attesa infinita abbiamo firmato la Convenzione col Comune di Belluno e ci sono state consegnate ufficialmente le chiavi del cancello dell’ex Caserma! Questo significa che da oggi comincia a diventare realtà la nascita di un nuovo Spazio Sociale a Belluno e che l’enorme area della Piave viene restituita finalmente alla città, dopo che per anni fu un’area militare off limits e che per altri 15 anni, dopo l’uscita dei militari, rimase in stato di abbandono, diventando un museo di archeologia militare. Da oggi i 15 stabili e gli oltre 30 mila metri quadri aprono i cancelli alla città diventando un potenziale di sviluppo culturale e partecipativo che per il nostro territorio può essere fondamentale.
Un progetto che ha visto la sua nascita il 9 febbraio del 2013 in un’assemblea pubblica in cui il Sindaco Massaro, da poco eletto, espresse la sua disponibilità rispetto al nostro progetto di auto-recupero e autogestione di uno spazio pubblico, un percorso lungo due anni nei quali ci siamo concentrati sul costruire legami e percorsi di movimento che ci hanno dimostrato sempre di più la necessità di dare uno spazio fisico, una prospettiva reale a tutte le sensibilità che in questo territorio stanno già praticando delle valide risposte a questa crisi economica e sociale.
in questi mesi, infatti, a fianco del progetto di recupero dell’ex Caserma sono nate decine di inizative che hanno dato forza e forma a questo percorso, dalle assemble pubbliche di presentazione alla gestione dello Sputnik, dalle serate culturali all’approvazione della delibera sul riconoscimento delle Famiglie di Fatto in tre comuni della Provincia (Belluno,Ponte e Feltre) grazie al lavoro di Rovesci e Diritti, dai progetti artistici alle iniziative antirazziste, dalle partite coi migranti alla battaglia contro gli ogm…
Avere la possibilità di dare finalmente un luogo di cittadinanza per queste esperienze è davvero una buona notizia.
Speriamo inoltre che il percorso fatto fin’ora e che sta portando all’assegnazione di oltre 40000 mq di un ex spazio militare ad associazioni, gruppi informali e movimenti attraverso un bando per semplice “manifestazione di Interesse” possa essere una buona notizia anche per chi in tutta italia (non possiamo che pensare ai fratelli di Treviso del c.s.o. Django) si sta battendo per la gestione di spazi sottratti alla rendita e resi nelle pratiche di gestione dei veri e propri Beni Comuni restituiti alla cittadinaza; in quest’ultimo anno di confronto diretto con la macchina comunale infatti, ci siamo resi conto che le possibilità di costruire realmente percorsi di assegnazione di spazi pubblici sono enormi, soprattutto in un momento di crisi economica e sociale come quello che stiamo vivendo, l’unico limite è sempre stato e sempre sarà la volonta politica.
Su questo diamo atto al Sindaco Massaro di essere stato coraggioso e di aver dato una risposta importante rispetto alle necessità di questo territorio, passare in 7 anni dalle denunce di Prade e da Levego murata ad un Sindaco che ha ritirato le denunce ed ha aperto un dialogo, a volte aspro, ma che sta portendo alla nascita del primo spazio sociale a Belluno, non può che essere letto come un dato positivo.
Ma non è tutto oro quel che luccica.
Dopo il Consiglio Comunale in cui Massaro ha presentato il progetto della Cittadella del Volontariato in pompa magna abbiamo assistito ad un graduale disinteresse dell’amministrazione nei confronti del progetto che si è materializzato nel confronto non sempre facile tra i soggetti assegnatari del bando e i tecnici comunali, un problema che si sarebbe potuto risolvere attuando quel tavolo tecnico periodico che più volte abbiamo richiesto ma che è stato sottovalutato e che sta portando piu di un associazione ad abbandonare gli stabili assegnati a fronte di uno scarso interesse da parte dell’amministrazione soprattutto nella fase di confronto, dialogo e di mediazione tra necessità “tecniche” e necessità “politiche”, cosa che per esempio ha portato ad un’evidente sopravalutazione economica degli stabili assegnati all’interno della convenzione.
Siamo i primi a riconoscere che bisogna prima di tutto salvaguardare gli interessi dei cittadini, ma crediamo che progetti di auto recupero dal basso, a costo zero e con una chiara finalità pubblica come quello che la Casa dei Beni Comuni e alcuni degli assegnatari stanno per fare alla ex Caserma Piave debbano essere riconosciuti per la loro natura e non messi a valore, soprattutto se si considera che già di per se l’auto-recupero comporterà una rivalutazione economica a costo zero per il comune di un patrimonio che andrebbe altrimenti perduto, o ancora peggio svenduto a qualche palazzinaro.
Per questo speriamo che nella prossima fase e nelle prossime assegnazioni di spazi pubblici l’amministrazione sappia cambiare atteggiamento e sappia rispondere alle necessità di chi, come noi, più che cercare il posto per una sede, vorrebbe all’interno di quell’area costruire un polo di produzione culturale e sociale che sappia ridisegnare l’immagine del nostro territorio, un luogo dove sperimentare pratiche contro la crisi, costruire relazioni, politica, comunità.
Partiamo da qui, oggi, ringraziando tutt* quelli che hanno già fatto un pezzo di strada assieme a noi e invitando gli altri a seguire questo progetto, a breve renderemo pubblica la prima assemblea dentro lo spazio… stay tuned,
comincia adesso!
p.s. a brevissimo inizeranno i lavori per rendere il posto vivibile quanto prima, per questo vi chiediamo di sostenere questo progetto attraverso la partecipazione e la cooperazione, ma se non siete ancora nel mood giusto per lavorare potreste aiutarci attraverso i canali di finanziamento dal basso che trovate qui!
p.p.s. per chi ancora non avesse capito che facciamo sul serio, qui trovate tutte le info utili
Casa dei Beni Comuni / Belluno
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