[DallaRete] La Grecia scende in strada: “Pavlos vive”

8c37c6ec-44af-4ca0-a26a-5bb4b380f865E’ stata una settimana di celebrazioni, quella appena passata, con manifestazioni e concerti sparsi in tutta la Grecia per ricordare Pavlos Fyssas, in arte Killah P, il rapper e militante antifascista ucciso un anno fa alla periferia di Atene per mano di Giorgos Roupakias, quadro del partito neo-nazista di Alba Dorata.

Nella capitale ellenica già da lunedì scorso alcuni gruppi e collettivi di area extra-parlamentare si erano mobilitati sui temi dell’antifascismo e della repressione poliziesca in occasione del primo anniversario della morte del rapper: dal corteo degli anarchici di martedì nel centro della città, fino alla manifestazione dello stesso giorno nel quartiere di Vyrona alla periferia di Atene – a cui era presente anche il sindaco della municipalità –, attaccata a freddo dalla polizia anti-sommossa nel momento dello scioglimento finale.

Ma è stato ovviamente giovedì 18, il giorno dell’anniversario, il momento più solenne, con un appuntamento cittadino indetto per il pomeriggio a Keratsini, il quartiere del Pireo dove Pavlos Fyssas è stato ucciso, a cui hanno fatto eco manifestazioni organizzate nella altre città della penisola, fino a oltre i confini del paese, con presidi e mobilitazioni di fronte alle ambasciate greche di tutta Europa, sotto il comune hashtag #antinazigr.

Convocata dal gruppo “I won’t cry, I won’t fear” – da una canzone di Killah P – nato per volontà dei genitori e degli amici di Pavlos, la manifestazione ha ricevuto l’adesione di tutto lo spettro politico della sinistra: dai gruppi e dai coordinamenti antifascisti ai partiti e ai sindacati (Syriza, Antarsia, KKE, Pame), fino ai collettivi anarchici e trozkisti, seppur ognuno esprimendo contenuti diversi e sfilando in percorsi indipendenti gli uni dagli altri. “Pavlos vive” era scritto sul manifesto di convocazione, accompagnato dall’immagine che è diventata ormai un’icona: quella di Fyssas con il microfono in mano e gli occhiali da sole in testa nell’atto di un rap. Gli organizzatori avevano inoltre fatto appello di non esporre simboli e/o bandiere di partito e di presentarsi invece all’appuntamento con palloncini colorati e musica, in accordo con le loro intenzioni di terminare la manifestazione in una grande festa di piazza nel quartiere di Korydalos, vicino a Keratsini, come poi è avvenuto.

Le commemorazioni hanno avuto inizio alle ore 15 a Tsaldari, luogo dell’assassinio, dove è stata inaugurata una lapide di fronte a un intero quartiere – notoriamente di tradizione operaia – che si è stretto tutto intorno alla famiglia di Fyssas. Una cerimonia commovente, omaggiata anche dalla presenza del padre di Shehzad Luqman, il ragazzo pachistano di 27 anni ucciso all’alba del 17 gennaio 2013 nel popolare di quartiere di Petralona, sempre per mano dei coltelli di due militanti di Alba Dorata, successivamente condannati all’ergastolo. Nel frattempo la targa della strada è stata simbolicamente coperta e rinominata “Via dell’antifascista Pavlos Fyssas”.

Alle 18 è stata la volta della manifestazione cittadina, con una partecipazione stimata intorno alle diecimila persone. Partito in maniera pacifica, durante il corteo si sono verificati alcuni incidenti, dapprincipio piccoli episodi di distruzione ai danni di un negozio di compro oro, di uffici del comune e di alcune banche da parte di alcuni gruppi di koukoulofori – letteralmente “incappucciati” – staccatisi dal corteo, per poi finire in scontri con la polizia. Nulla di eclatante e tutto sommato poco rilevante rispetto all’atmosfera sentita e partecipata della manifestazione, come riportato dagli stessi media greci. Eppure il bilancio è stato ancora una volta pesante: 73 fermi, di cui 64 tramutati in arresto.

Il secondo appuntamento cittadino in ricordo di Pavlos si è celebrato il giorno seguente, venerdì sera, nella centralissima Piazza Syntagma, con un concerto fortemente voluto dalla famiglia e dagli amici e organizzato dalla comunità hip hop di Atene. Dalle cinque del pomeriggio e fino a notte fonda, una trentina di gruppi – da quelli storici dell’underground greco fino alle formazioni rap più giovani – si è alternata sul palco allestito nella piazza del Parlamento. “Pavlo psichara, anapse fotià kai zestane tous astegous se kathe gitonià” (Pavlos grande anima, accendi un fuoco per scaldare i senzatetto in tutti i quartieri) è stata la rima che ha accompagnato le molte performance musicali in una specie di mantra collettivo, fino all’apice di un “Rest in Peace, Killah P” scandito a ripetizione, in un lungo scambio tra palco e pubblico, in uno scambio tra pubblico e palco, al momento dell’esibizione dei Topas, la prima crew di Fyssas.

Messaggio probabilmente percepito da alcuni come troppo moderato tanto che, verso la fine del concerto, dal pubblico si sono levati slogan più duri quali “O Pavlos zei, tsakiste tuos nazì”, “Pavlos vive, schiacciate i nazisti”, il più gettonato, a cui dal palco gli organizzatori hanno replicato invitando ad abbassare i toni. Scambi di vedute e battibecco conclusivo a parte, si è trattato ad ogni modo di un evento molto partecipato, sia dalle migliaia di persone confluite a Syntagma sia da chi ha seguito la diretta dal sito della ERT Open (www.ertopen.com), il portale dei dipendenti della televisione pubblica in lotta contro la chiusura dal gennaio 2013.

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