[DallaRete] L’antifascismo arancione

IMG_6411L’altra notte mi hanno segna­lato un arti­colo su Repub­blica Milano piut­to­sto par­ti­co­lare. Quello che doveva essere un arti­colo scritto per pro­muo­vere una serie di ini­zia­tive del comune di Milano riguardo i 70 anni dalla Libe­ra­zione della città ripor­tava delle dichia­ra­zioni del segre­ta­rio del PD mila­nese piut­to­sto inspie­ga­bili per la tem­pi­stica ma asso­lu­ta­mente in linea con quella che è la tra­sfor­ma­zione poli­tica del Par­tito Democratico.

Ma andiamo per passi. Leggo che il PD mila­nese ha pen­sato a que­sta serie di ini­zia­tive per­ché “L’obiettivo è svec­chiare le cele­bra­zioni della Resi­stenza, per comu­ni­carne il senso anche a quelle gio­vani gene­ra­zioni aller­gi­che a quella “ritua­lità un po’ stanca” del 25 aprile”. Mah. Pro­ba­bile che si rife­ri­sca a quelle isti­tu­zio­nali che in effetti man­cano di pas­sione, di intel­li­genza e subi­scono la solita ritua­lità fatta di frasi fatte e per­so­naggi discu­ti­bili a rap­pre­sen­tare le già abba­stanza discu­ti­bili isti­tu­zioni. Per­ché altri­menti non so di cosa stiano par­lando visto che c’è una parte della sini­stra anta­go­ni­sta e non che intorno al 25 aprile da anni con­ti­nuaa costruire ini­zia­tive che cer­cano di attua­liz­zare il discorso su anti­fa­sci­smo e fasci­smo. Ma pro­ba­bile che il PD mila­nese ne sap­pia ben poco. E infatti il pro­blema per il PD mila­nese sta tutto in una dichia­ra­zione, in chiu­sura dello stesso arti­colo, da parte del segre­ta­rio cit­ta­dino Pie­tro Bus­so­lati: “Non vogliamo lasciare que­sto patri­mo­nio all’estrema sini­stra”. Ah quindi il pro­blema non è che a distanza di 70 anni il fasci­smo si rici­cla in nuove forme, tra nostal­gici e teo­rici di nuove destre. Non sta che al governo ci sono stati par­titi che veni­vano da una tra­di­zione fasci­sta o par­titi xeno­fobi post ideo­lo­gici come la Lega Nord. Nean­che che in mezza Europa for­ma­zioni di estrema destra rac­col­gono tan­tis­simo con­senso. Nein. L’Achtung Ban­di­ten di oggi è rivolto alla “estrema sini­stra” che deter­rebbe il patri­mo­nio della Memo­ria. Come se con­ti­nuare a inve­stire e a costruire per­corsi sul 25 aprile fosse una colpa grave, gra­vis­sima, che prima o poi “l’estrema sini­stra” dovrà scontare.

Ora non starò qui a rin­fac­ciare le paci­fi­ca­zioni alla Vio­lante, le aper­ture al dia­logo con orga­niz­za­zioni neo­fa­sci­ste o ses­si­ste, e chi da anni con­ti­nua a ripe­tere che “fasci­smo e anti­fa­sci­smo” sono due forme dello stesso estre­mi­smo e bla­bla­bla. Non rin­fac­cerò nean­che le equi­pa­ra­zioni tra par­ti­giani e repub­bli­chini. Del resto la Sto­ria parla chiaro, baste­rebbe stu­diarla un pochino. Avrei voluto rispon­dere sul merito ma le gior­nate e le ini­zia­tive pro­mosse dal Comune non sono ancora state pub­bli­cate. Il sito bel​la​ciao​.it di cui par­lano non fun­ziona affatto. Noto con un certo stu­pore che tra i 4 rap­pre­sen­tanti isti­tu­zio­nali chia­mati a inter­ve­nire ci sarà il Mini­stro della Difesa Roberta Pinotti e trovo que­sta pre­senza, non della Pinotti in sé ma in quello che rap­pre­senta, abba­stanza curiosa per non dire di cat­tivo gusto. Il pro­blema rimane tutto poli­tico e sull’uso stru­men­tale che si fa della Memo­ria come vis­suto col­let­tivo. Sui valori dell’antifascismo di cui ci si riem­pie le boc­che men­tre si tirano su muri alle fron­tiere e si chiu­dono nei CIE cen­ti­naia di uomini e donneree di essere entrate ille­gal­mente in Italia.

Infine è evi­dente che a Milano c’è anche un altro pro­blema: quello tra la giunta Pisa­pia e la sini­stra anta­go­ni­sta cit­ta­dina, soprat­tutto con quella parte che lo ha soste­nuto nella can­di­da­tura o che magari dopo anni è andata anche a votare per spez­zare l’egemonia di destra. Un pro­blema che era già scop­piato nei mesi scorsi dopo i nume­rosi sgom­beri effet­tuati a Milano con­tro spazi occu­pati. L’arancione della Rivo­lu­zione dei sin­daci si è sciolto in un fal­li­mento com­ples­sivo che dovrebbe far riflet­tere. Soprat­tutto chi ora sogna pana­cee gre­che senza lo strac­cio di un pro­getto o di una iden­tità poli­tica. Un po’ come il PD quando parla di antifascismo.

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