[DallaRete] #NonUnaDiMeno: verso un piano anti-violenza dal basso e lo sciopero femminista dell’8 Marzo

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Centinaia di migliaia di persone in piazza sabato. Diverse centinania ai tavoli di lavoro domenica. La due giorni italiana No Una Di Meno ha segnato numeri significativi. La stampa e i media non hanno dato molto spazio al corteo contro la violenza sulle donne, dopo aver prodotto quantità importanti di retorica nella giornata del 25 novembre. La distanza tra retorica e pratica è palese e mostra sempre più come per i media sia più comodo alimentare una sorta di indignazione ideologica asettica che raccontare percorsi che provano a praticare il cambiamento.

“La rivoluzione sarà femminista o non sarà”, rimbomba, nella piazza e nelle aule della facoltà di Psicologia alla Sapienza di Roma, lo slogan delle donne catalane targato 2011. Donne tante, tantissime. Ma tanti uomini. Gay, lesbiche, transgender, italiani, migranti, stranieri. Composizione mista, come voluto dalle organizzatrici, ma con il rispetto di ambiti di sicurezza non mista. Così, sabato 26 novembre, lo spezzone iniziale, composto principalmente da donne dei Centri Anti Violenza, è solo femminile. Poi dietro al camion “una marea”, di generi, cartelli, colori, balli, sorrisi, cori. Piazza San Giovanni è piena a fine corteo.

Una giornata non scontata, numeri importanti vista anche l’assenza delle grande strutture organizzate. Una marea nata dal basso che è andata continuando il giorno successivo con diversi tavoli di lavoro e una riunione plenaria.

L’obiettivo di Non Una Di Meno era palese: scrivere un piano anti-violenza dal basso da proporre al governo di turno. Non solo una legge ma anche una proposta di pratiche da diffondere nei territori. Un progetto dal basso in cui le protagonista della scrittura siano donne, in primis chi violenza l’ha subita, e chiunque voglia costruirlo assieme. Un percorso dal basso e partecipativo che vada a rompere la direzione alto-basso con cui si continuano a proporre leggi, lontane dalle necessità reali delle persone. La progettazione della proposta di legge è iniziata.

Nuovi appuntamenti di confronto, assemblea e costruzione comune sono in programma. La plenaria di domenica pomeriggio ha intanto deciso di aderire all’appello che è nato in Argetina per la costruzione, l’8 marzo, di uno sciopero, transnazionale, di donne.

Assieme a Giulia e Carla della rete Io Decido, e con alcuni interventi dall’assemblea plenaria, proviamo a tracciare un quadro e qualche valutazione sulla due giorni Non Una Di Meno del 26 e 27 novembre.

da Radio Onda d’Urto

http://www.radiondadurto.org/2016/11/28/nonunadimeno-verso-un-piano-anti-violenza-dal-basso-e-lo-sciopero-femminista-dell8-marzo/

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