[DallaRete] Rifiuti nazi a Milano

26storie-concerto-lunikoff-tNel capoluogo lombardo, ormai «capitale» europea dei neonazisti, di nuovo il 29 Novembre il raduno degli Hammerskin. Bande nazi-rock inneggianti alle SS e all’odio razziale, respinte da altri paesi.

La Ski­n­house di Bol­late ha pre­an­nun­ciato per sabato 29 Novem­bre a Milano l’Hammerfest 2014, un raduno a livello euro­peo di band neo­na­zi­ste. Sono attese almeno mille per­sone pro­ve­nienti da tutta Europa. Già tre sono gli alber­ghi pre­no­tati. Il posto del con­certo è ancora tenuto rigo­ro­sa­mente segreto. Si sco­prirà all’ultimo.

L’Hammerskin Nation, o Fra­tel­lanza Ham­mer­skin, è un’organizzazione inter­na­zio­nale che dichiara di per­se­guire «lo stile di vita White Power» i cui obiet­tivi si possono rias­su­mere nella frase di 14 parole coniata appo­si­ta­mente dal raz­zi­sta ame­ri­cano David Lane (con­dan­nato negli Usa a 190 anni di car­cere per assas­si­nio e cospi­ra­zione): «Dob­biamo assi­cu­rare l’esistenza del nostro popolo e un futuro per i bam­bini bianchi».

L’Hammerskin Nation, che pre­co­nizza la «supre­ma­zia bianca», è stata fon­data verso la metà degli anni ’80 negli USA da mem­bri fuo­riu­sciti dal Ku Klux Klan. Nel sim­bolo due mar­telli incro­ciati che mar­ciano a passo dell’oca per abbat­tere impla­ca­bil­mente i muri die­tro i quali si nascon­dono le mino­ranze. Negli Usa hanno van­da­liz­zato sina­go­ghe e com­piuto innu­me­re­voli aggres­sioni con­tro per­sone di colore. Sono con­si­de­rati alla stre­gua di un’organizzazione cri­mi­nale. Il nazio­nal­so­cia­li­smo, per loro, è stato il primo ten­ta­tivo di costru­zione di un Nuovo Ordine.

Quali siano i loro rife­ri­menti ideo­lo­gici e poli­tici, d’altronde, è faci­lis­simo capirlo esa­mi­nando alcune band che dovreb­bero esi­birsi all’Hammerfest. Prima di tutto i Luni­koff, dalla sto­ria emble­ma­tica. In ori­gine si chia­mava End­lö­sung («Solu­zione finale») ed era for­mata da ele­menti pro­ve­nienti dal gruppo neo­na­zi­sta Ario­ger­ma­ni­sche Kam­pf­ge­mein­schaft (Asso­cia­zione di Com­bat­ti­mento ario­ger­ma­nica). Poi hanno preso il nome di Land­ser, gruppo disciolto nel 2003 per­ché giu­di­cato in Ger­ma­nia «un’associazione cri­mi­nale», in quanto inci­tava alla discri­mi­na­zione raz­ziale. Il lea­der, Michael “Luni­koff” Rege­ner è stato per que­sti reati arre­stato e con­dan­nato. Si è quindi for­mata la band Die Luni­koff Ver­sch­wö­rung («Il com­plotto Luni­koff») nel cui logo com­pare una L con una spada, ossia le inse­gne della divi­sione di caval­le­ria SS Lützow, for­mata diret­ta­mente da Himm­ler nel 1945, negli ultimi mesi di guerra. Il loro primo album si inti­to­lava Das Reich kommt wie­der («Il Reich verrà di nuovo»). I nemici indi­cati nella loro musica sono i neri, i tur­chi, gli extra­co­mu­ni­tari, gli ebrei, gli omosessuali.

I Vérszer­zodé sono invece una band unghe­rese appar­te­nente al cir­cuito Rac (Rock against com­mu­nism) e di Blood and Honour. Il nome, let­te­ral­mente «Giu­ra­mento di san­gue», allude al patto sti­pu­lato, secondo la mito­lo­gia nazio­nal­so­cia­li­sta, dalle prime sette tribù fon­da­trici dell’identità magiara. Que­sta band ha suo­nato in occa­sione della ricor­renza annuale della bat­ta­glia di Buda­pest in cui all’inizio del 1945 la Wehr­ma­cht e i suoi alleati unghe­resi ave­vano ten­tato di con­tra­stare l’avanzata dell’Armata Rossa: uno dei mee­ting più impor­tanti della scena neo­na­zi­sta euro­pea. Titolo e ritor­nello di una loro can­zone dice: «Ein Volk, ein Reich, ein Führer».

In Sviz­zera è stato negato loro per ben due volte l’ingresso, come banda xeno­foba, men­tre in Slo­vac­chia i com­po­nenti sono stati addi­rit­tura arre­stati. Il can­tante Geri, in un’intervista, ha dichia­rato che il suo obiet­tivo è la «difesa delle nazioni bian­che d’Europa» e di essere a favore di una reli­gione chia­mata Odi­ni­smo, dal nome del dio teu­to­nico Wotan. Anche i Kom­mando skin, di Stoc­carda, sono impe­gnati nella lotta con­tro l’immigrazione e la reli­gione ebraico-cristiana.

Diversi in car­tel­lone i gruppi musi­cali della scena nazi-rock ita­liana. In pri­mis i Gesta Bel­lica, una band di Verona for­ma­tisi nell’ambito del Veneto fronte ski­n­head. In pas­sato, tra i loro mem­bri, ha suo­nato anche Andrea Miglio­ranzi, con­dan­nato nel 1995 e nel ’96 per due aggres­sioni oltre che per isti­ga­zione all’odio raz­ziale. Ade­rente al Movi­mento sociale fiamma tri­co­lore, era stato eletto nelle liste del leghi­sta Fla­vio Tosi, che nel 2007 lo aveva pro­vo­ca­to­ria­mente nomi­nato rap­pre­sen­tante del Comune nel locale Isti­tuto per la Sto­ria della Resi­stenza, inca­rico da cui aveva dovuto dimet­tersi per le pro­te­ste della città. I temi e le parole delle can­zoni dei Gesta Bel­lica sono par­ti­co­lar­mente significative.

Una è dedi­cata a Il Capi­tano, ossia al coman­dante delle SS Erich Prie­bke, con­dan­nato all’ergastolo per l’eccidio delle Fosse Ardea­tine, pre­sen­tato come un per­se­gui­tato («Un uomo solo con­tro il mondo e tutto il mondo è con­tro di lui»), fedele agli ideali che loro stessi con­di­vi­dono («Lui non risponde alle vostre men­zo­gne, lui non si piega e non lo farà mai. / La fedeltà è più forte del fuoco e quel fuoco bru­cia den­tro di noi»), fino a lan­ciarsi nel ritor­nello osses­si­va­mente ripe­tuto: «Libe­rate il Capi­tano!». In un’altra can­zone, Gio­vane patriota, si esal­tano le divi­sioni delle Waffen-SS che nel 1945 a Ber­lino si arroc­ca­rono dispe­ra­ta­mente a difesa del bun­ker di Hitler giu­rando di con­ti­nuare la loro bat­ta­glia: «Gio­vane patriota, ormai non sei più solo! / L’enorme orda rossa ormai sta dila­gando, / ma non mi arren­derò, sarò fedele al giu­ra­mento!». I nemici sono la società mul­ti­raz­ziale, gli immi­grati, il mon­dia­li­smo, i pedo­fili («Nes­suna pietà per chi non ha pietà! / Pedo­filo bastardo giu­sti­zia ci sarà! / Pena di morte, pena capi­tale! / Pedo­filo maiale tu devi morire!». Si can­tano i «mar­tiri delle foibe» e si inneg­gia all’irredentismo ita­liano: «In Ita­lia tor­nerà la Dal­ma­zia, Fiume ed Istria!».

Seguono i Mal­natt, di Milano, che decla­mano: «Sol­dati di una guerra che feriti non farà / gio­vani rasati, sguardi affi­lati /scolpiti nella fede e senza pietà! / Il mondo ci appar­tiene, noi non avremo pietà! / Il giorno sta arri­vando per noi della croce cel­tica! ». In un’altra can­zone Resi­stenza bianca: «Con il brac­cio teso ti salu­terò! /Sono della Resi­stenza bianca!».

Ci fer­miamo qui. Non cre­diamo ci sia biso­gno di aggiun­gere altro. Ham­mer­fest 2014, orga­niz­zato dalla Ski­n­house, come il mee­ting dello stesso tenore pro­mosso più di un anno fa, il 15 Giu­gno 2013 a Rogo­redo, sarà un’esibizione sfac­ciata di neo­na­zi­smo, raz­zi­smo e xeno­fo­bia. Milano sta ormai diven­tando la capi­tale euro­pea dei raduni neo­na­zi­sti. Solo il 1° Novem­bre scorso si è tenuto un con­certo di Black metal di ispi­ra­zione nazio­nal­so­cia­li­sta in una disco­teca di via Corelli, l’ex Factory, con oltre 400 par­te­ci­panti giunti dall’Austria, dalla Ger­ma­nia e dalla Finlandia.

Qui gra­zie alla com­pia­cenza del Pre­fetto e del Que­store di Milano, la bene­vo­lenza di alcune isti­tu­zioni locali, la Regione, in primo luogo, l’apologia di fasci­smo, l’incitamento al raz­zi­smo e alla xeno­fo­bia, non con­sen­titi in altri paesi, stanno diven­tando di casa. Il sin­daco Giu­liano Pisa­pia que­sta volta ha bat­tuto un colpo. «Abbiamo posto la que­stione a tutti i livelli, anche isti­tu­zio­nali», ha pub­bli­ca­mente dichia­rato, «per impe­dire un ulte­riore sfre­gio ai valori della Costi­tu­zione». Vedremo.

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