Qualcosa si muove a Gratosoglio

gratoQualcosa si muove a Gratosoglio. Anzi qualcosa vive e cresce.

C’è freddo e vento fra le torri bianche di via Saponaro, eppure le persone escono di casa, ascoltano, dicono la loro.

L’occasione è l’assemblea pubblica lanciata nella piazza fra le torri da un gruppo di ragazzi del quartiere. Intorno al tavolo con gli stuzzichini e all’impianto per gli interventi ci sono gli abitanti del quartiere. Giovani, ma non solo. Anche famiglie, anche anziani, anche un signore di 93 anni che racconta il comitato di quartiere degli anni ’60 e strappa un applauso spontaneo, o la signora che fa la portinaia da 30 anni e si lamenta della sporcizia e dell’inciviltà degli inquilini, i primi, dice, a non prendersi cura del quartiere.

Il punto è proprio questo, raccontano i ragazzi che stanno creando un collettivo, un comitato, un’associazione, la forma non è importante: la cosa importante è che vogliono occuparsi del loro quartiere, del Gratosoglio, che le istituzioni hanno dimenticato, che la gestione scellerata dell’Aler ha condannato al degrado. Ecco a questo non ci stanno, non vogliono stare a guardare il loro quartiere che marcisce nel degrado, e hanno deciso di occuparsene, di metterci la loro faccia e le loro forze, perchè “se aspettiamo le istituzioni, qui non cambierà mai niente”.

E allora hanno deciso di prendere in mano la situazione e chiamare questa assemblea, per far partire un percorso di partecipazione dal basso che arrivi a mettere mano alla gestione del quartiere, nell’idea che sono gli abitanti stessi, chi nel quartiere ci abita, a doverlo sentire proprio e a prendersene cura.

Tanti gli interventi, che raccontano dell’amianto presente nel quartiere e dei soldi per le bonifiche che mancano, mentre in città crescono i quartieri di lusso e in centro si investe per fare bella Milano per l’Expo, segnale chiaro di dove si vogliono investire le risorse; e raccontano della “rampa”, luogo ormai consolidato di aggregazione che è rinato ultimamente grazie alle feste organizzate in stile hip hop, ma che lasciata a se stessa rischia di essere solo luogo di spaccio e degrado; raccontano dei furti, delle discariche a cielo aperto, della solitudine, dei negozi che chiudono e dei ragazzi che vanno via. E che ringraziano: “Una cosa così non si vedeva da anni in quartiere, ci fa sentire meno dimenticati da tutti e da dio. Voi aprite una speranza da cui può nascere qualcosa di importante”.

Da qualche tempo qui vicino è arrivato il centro sciale Zam. Gli occupanti intervengono  sostengono il progetto, si riconoscono nella scelta dell’autogestione, della partecipazione e dell’apertura, dell’attivazione dal basso di percorsi progettati e costruiti dagli abitanti. Le periferie della città sono gestite come discariche, fisiche e sociali, da utilizzare per allontanare dal centro ricco e bello tutto quello che può essere problematico, da dimenticare fra una campagna elettorale e l’altra. Invece la partecipazione dei cittadini può trasformare i problemi in risorse, e creare reti di solidarietà invece di alimentare la guerra tra poveri, come invece qualcuno cerca di fare anche in questo quartiere.

Il primo passo, annunciato, di questo neonato gruppo vuole essere prendersi un posto. La prima esigenza che viene fuori è un luogo dove trovarsi, discutere, progettare, inventare qualcosa che faccia bene al quartiere, che lo renda vivo e vivibile. “Creare luoghi vivi e illuminati è primo antidoto al degrado e al senso di insicurezza che percepiamo” e dunque sarà il primo obiettivo: il quartiere è pieno di spazi vuoti e inutilizzati, riscaldati a spese di tutti e lasciati a marcire, e gli spazi di aggregazione che propone il Comune non facilitano la partecipazione. “Hanno aperto il CAM – racconta un cittadino – e hanno chiuso le sale prova e la biblioteca. E se vuoi organizzare una serata al CAM devi pagare e chiudere presto, che alle 11 entra in funzione l’antifurto!”

L’assemblea si chiude con un appello a tutti a partecipare al percorso: nei prossimi giorni si sistemerà l’aiuola davanti alla scuola elementare, l’8 Marzo ci sarà una festa alla rampa, e ogni martedì sera ci si trova al laboratorio di quartiere, per continuare a costruire insieme, con quante più persone possibile, il progetto di far diventare Gratosoglio un posto dove si sta bene.

Chi vuole maggiori informazioni, può scrivere a quartieregratosoglio@gmail.com

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Una risposta a “Qualcosa si muove a Gratosoglio”

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