Repubblica e Salvini: l’inizio di una luna di miele
Soumaila Sacko, un sindacalista di origini maliane viene ammazzato a colpi di fucile nei pressi del ghetto di San Ferdinando in Calabria. A Milano circa un centinaio di associazioni, comitati, collettivi e partiti si fanno promotori di un momento di piazza in cui condannare razzismo e sfruttamento. Infine un corteo con circa 5.000 persone sfila per il centro della città.
Una splendida giornata, una inaspettata partecipazione da parte della cittadinanza, un momento sentito da tutti. Ieri in piazza c’erano dalle associazioni antifamafia come Libera e Wikimafia, diverse comunità diasporiche come quella maliana e camerunense, associazioni in prima linea contro il razzismo come Cambio Passo e Naga, le principali sigle del mondo LGBTQ* con la rete Arcobaleno, alcuni sindacati come FIOM e USB, di cui Soumaila Sacko era attivista, infine gli spazi sociali come Lambretta, Lume, Zam e Cantiere. Una vera boccata d’ossigeno per chiunque abbia letto il contratto di governo gialloverde, un momento importante e di partenza per un periodo che sul fronte dei diritti non fa presagire nulla di buono.
Se una opposizione seria e di contenuto ci sarà alla coalizione gialloverde, non può che partire da momenti come questo.
Si potevano dire tantissime cose sulla giornata di ieri, partendo ad esempio dalle decine di interventi che hanno accompagnato la manifestazione. Per Repubblica invece la cosa più importante da riportare come titolo di testa è stato: “Bandiera della Lega bruciata al corteo antirazzista”.
La bandiera bruciata è stata un momento così importante della giornata che praticamente tutti gli organizzatori del corteo hanno scoperto quanto accaduto da Repubblica. Nulla da ridire sul gesto in sè, anzi… Quel che davvero infastidisce è che con questo splendido pezzo firmato Zita Dazzi, per l’ennesima volta si cerca l’escamotage per coprire i contenuti di una giornata con il classico richiamo alla violenza e all’intolleranza dei fantomatici antagonisti.
(lo scarso migliaio di manifestanti per repubblica)
La vera ciliegina sulla torta è che nel pezzo non viene intervistato nessuno dei manifestati, oltre a decimare il numero dei partecipanti etichettando il tutto con un: “un migliaio”, l’ultima parola viene lasciata al deputato leghista Paolo Grimoldi che recita:
“Non mi stupisce che a Milano i soliti noti teppisti dei centri sociali nel loro corteo democratico e anti razzista abbiano bruciato una bandiera della Lega. È l’unico modo che avevano per farsi notare, per fare notizia. D’altronde per i cretini senza idee l’unica via per avere risalto sono gli insulti e le violenze. Adesso aspettiamo che ci imbrattino di scritte una nostra sede o aggrediscano dei nostri sostenitori, tanto alla fine il loro repertorio è sempre quello. Idee zero, solo violenza, verbale o fisica”.
Insomma, per tirare le somme o Repubblica ha dei giornalisti totalmente incapaci di riportare i fatti per quello che sono, e il titolo va a configurarsi nella classica caccia al clickbait con l’evergreen della violenza antagonista. Oppure si tratta di una scelta politica. La scelta di oscurare o emarginare quella fetta di società che ieri ha dato vita ad una delle più grosse manifestazioni dell’ultimo periodo in città. In questo caso che dire? Sarà forse l’inizio di una luna di miele tra Repubblica e Salvini?
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