2.000 in corteo a Milano contro il Governo Meloni con assemblea finale in Statale

Ieri un corteo di almeno 2.000 tra studentesse e studenti ha percorso le strade di Milano in quella che era una giornata di mobilitazione nazionale contro il governo di destra liberista e autoritaria di Meloni e soci. Il momento simbolicamente più importante è stato il passaggio sotto l’Assolombarda di via Pantano dove, per l’ennesima volta sono stati ricordati Lorenzo, Giuseppe e Giuliano, i tre ragazzi morti di Alternanza. Il corteo poi ha proseguito in due spezzoni. Uno ha scaricato del letame davanti alla Prefettura contro le politiche della destra di governo. Il secondo è arrivato in via Festa del Perdono terminando con un’assemblea all’interno del chiostro centrale della Statale.

Questo il comunicato dell’assemblea:

Ieri mattina l3 student3 di Milano si sono mobilitat4 e sono sces3 in piazza per manifestare Contro il Governo Meloni.
Nelle assemblee di costruzione del corteo si era delineata come obiettivo del corteo l’università Statale e la volontà della maggior parte dei collettivi e delle realtà è stata quella di occuparla nella mattinata di oggi per chiamare un assemblea di confronto tra l3 student3 med3 e dell3 universitari.

Durante l’assemblea di confronto e di rilancio molte realtà e singoli student3 hanno portato un proprio contributo, tanti e diversi gli slogan, le parole d’ordine e le proposte, tutte , però, con un filo conduttore: l’urgenza di poter decidere sul proprio futuro organizzandosi e opponendosi a questo governo.

Scuole e università sono luoghi ormai oppressi da un sistema neoliberale che non lascia spazio al singolo studente e alla creazione di una comunità critica. É necessario ribaltare questo paradigma, che vede lo studente oppresso dal sistema, creando un opposizione nei luoghi della formazione che si basi sulle tematiche: diritto allo studio, rapporto formazione e lavoro, transfemminismo sono pochi dei tanti temi usciti durante la discussione.

Questa è solo la prima tappa di una opposizione che dovrà essere un processo collettivo che partirà dalle assemblee, dalle scuole, dalle università e dalle piazze.

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