Alzare il prezzo del biglietto è di sinistra?

Già iniziata la campagna elettorale per le comunali?

La visita di Matteo Salvini in città con consueta diretta social e l’opposizione della Regione guidata dal leghista Fontana hanno fatto esplodere a livello nazionale la questione dell’aumento del prezzo del biglietto dei mezzi pubblici di cui a Milano si è già iniziato a discutere.

Ma andiamo con ordine.

L’amministrazione Sala ha già da tempo annunciato la volontà di aumentare il costo della singola corsa dal prezzo attuale di 1,5 euro a 2 euro. In questo modo Milano diventerebbe la città più cara d’Italia per costo dei mezzi pubblici pur dovendo ammettere che il servizio di trasporto pubblico milanese, rispetto a tanti altri nel Belpaese, è abbastanza efficiente.

A differenza del biglietto singolo, gli abbonamenti non aumenterebbero andando incontro alle esigenze di pendolari e persone che utilizzano i mezzi quotidianamente. E anche questa sembra essere una cosa sensata.

Cosa sono 50 centesimi direte voi? Poco, quasi niente. Oppure molto. Dipende dai punti di vista.

Per una persona con un salario accettabile non dovrebbe essere un grosso sforzo pagare 4 euro per un viaggio andata-ritorno su un mezzo pubblico.

Ma non tutti hanno un salario accettabile. Pensiamo a un anziano con pensione minima che vive nella case popolari di periferia e che non ha l’abbonamento. Per lui questo aumento potrebbe essere una mazzata. Oppure pensiamo a una famiglia di migranti, anche loro residenti nelle case Aler, che viaggiano sulla 90-91. Anche per loro l’aumento non sarebbe uno scherzo. E mettiamo da parte lo sbandieratissimo e abusatissimo problema dei “portoghesi”, che a Milano, il tasso di persone che non pagano il biglietto è bassissimo. Molto al di sotto del livello nazionale!

In un messaggio di poche ore fa il Sindaco Sala, in tono accorato e apparente buon senso, rivendica l’aumento del biglietto motivandolo in tre punti:

-i ricavi dei biglietti non garantirebbero neanche la metà del costo del servizio.

-i costi di manutenzione delle nuove linee di metropolitana 4 e 5 sono alti.

-c’è la volontà di aumentare la qualità del servizio ed estenderlo.

Motivi difficilmente criticabili e che hanno riscosso un apprezzamento social abbastanza univoco sul profilo del primo cittadino.

Dall’altro lato della barricata si trova la Regione a trazione leghista sostenuta dell’onnipresente Ministro dell’Interno, che ha fiutato un probabile grimaldello cui rifersi per attaccare il centro-sinistra al governo della città.

Giova ribadire che le posizioni leghiste sono, tanto per cambiare, assolutamente strumentali, anche perché arrivano da una delle istituzioni maggiormente responsabili dello sfascio del trasporto locale (anche stamattina ritardi e treni soppressi sulle linee regionali) oltre a quello, già notissimo, di Aler con la sua vergognosa gestione dell’edilizia pubblica.

La Regione punta il dito contro la Giunta per far dimenticare le proprie pesantissime responsabilità.

Ma non è detto che una posizione politica, anche se presa da chi non ci piace, sia sempre e totalmente sbagliata.

Non c’erano veramente altri modi per investire sul trasporto pubblico senza dover aumentare il costo del biglietto?

I bilanci di ATM sono assolutamente floridi e non è che gli investimenti degli ultimi anni in manutenzione e personale siano stati giganteschi. Non si potrebbe intervenire anche su quel settore?

E poi…ogni volta che si parla del futuro di Milano riemerge il grande irrisolto di Expo. Se i soldi per l’Esposizione Universale del 2015 fossero stati utilizzati diversamente oggi ci sarebbe bisogno di aumentare il costo del trasporto pubblico?

Domande di buon senso come vedete.

Quando, nei primi anni ’60, iniziarono i lavori per la costruzione della Linea 1 della metropolitana ci fu una grande sottoscrizione della cittadinanza milanese. È vero che i tempi sono cambiati, ma lo spirito dei milanesi no. Se c’erano dei nuovi costi da sostenere, non si sarebbe potuta esplorare questa via?

È davvero sensato introdurre un aumento di cui si faranno carico indistintamente tutti i cittadini di Milano e hinterland (con benefici invece sulla rete integrata lombarda)?

Ha senso aumentare il biglietto rischiando di colpire quelle fasce deboli che dovrebbero essere l’ossessione del Sindaco (secondo una sua dichiarazione post-elezioni 2016) e che, tendenzialmente, vivono al di là della circonvallazione esterna?

È sensato giustificare qualsiasi scelta che si fa in città appellandosi al progresso e alla Milano metropoli europea e internazionale quando però i salari dei lavoratori milanesi non sono proprio all’altezza di quelli nordeuropei?


LINK UTILI

ATM a 2 euro? Anche no e diciamoci pure perché (da OffTopic)

Milano, il biglietto Atm a 2 euro diventa un caso nazionale (dal Sole 24 ore)

Ecco che cosa c’è dietro lo scontro tra Salvini e Sala sull’aumento del prezzo del biglietto Atm (da Businessinsider)

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