Niente può fermare la volontà di vivere e il desiderio di libertà: aggiornamenti dalla Open Borders Caravan
In questa pagina pubblichiamo gli aggiornamenti dalla carovana internazionale Open Borders man mano che ci arrivano.
Qui trovate l’appello, mentre questa è la pagina facebook.
Da Milano sono partiti sabato notte, mettendosi in viaggio verso Est. Ma fra venerdì e sabato notte da molte altre città d’Italia sono partite macchine, furgoni e anche gruppi di persone in pullman.
È la delegazione italiana per la Open Borders Caravan, iniziativa internazionale per supportare le persone migranti, i rifugiati e le rifugiate, persone che partono per chiedere un’Europa senza frontiere, un’Europa di diritti sociali, uguaglianza e dignità, e cercano costruire percorsi di appoggio concreto alla battaglia per la libertà di movimento. L’obiettivo è aprire le frontiere, costruire corridoi sicuri per approdare in Europa, aprire passaggi autorizzati perché tutti possano arrivare in sicurezza alla destinazione che hanno scelto, per la piena cittadinanza per tutti e tutte, e per la fine del Regolamento di Dublino.
Alla violenza di polizia e eserciti si oppone il coraggio delle persone che stanno lottando per la vita e la libertà, e la risposta di solidarietà dal basso, sostenuta dall’idea che “la loro lotta è la nostra lotta e il loro futuro è il nostro futuro”.
Domenica sera: alcune macchine della delegazione italiana stanno tornando a casa, mentre altri proseguono il viaggio tra i confini dei Balcani e a breve raggiungeranno il campo di Bapska, dove la situazione e’ tesissima. Gli aiuti sono finiti ieri a Botovo, sul confine croato-ungherese, per cui prima arrivare si fa rifornimento al supermercato per prendere un po’ di generi di prima necessità e giocattoli. Riprendiamo questi ultimi aggiornamenti dal profilo Facebook di Insurgencia.
Domenica pomeriggio: l’esercito l’esercito presidia la frontiera, blocca i migranti e divide i manifestanti in piccoli gruppi. La carovana non si ferma, segue i rifugiati per alcuni sentieri tra i boschi che permettono di eludere i controlli e passare il filo spinato.
Dal profilo Facebook di un compagno di Napoli che sta partecipando alla carovana:
Un fiume di persone, anziani in sedia a rotelle, bambini e bambine sulle spalle dei genitori, stipati in piedi sul treno, poi costretti a camminare per chilometri nel fango per raggiungere un punto in cui il filo spinato del confine ungherese è stato tagliato per un paio di metri.
Finiamo in poco tempo tutto il contenuto dei dieci borsoni che abbiamo portato con noi da Napoli, ci si avventa sulle coperte e sulle giacche, sopratutto, ma anche sulle scarpe, sul cibo. I bambini, però, sgranano gli occhi quando vedono il borsone dei giocattoli, ci corrono incontro, rovistano, i genitori sono costretti spesso a richiamarli per far riprendere loro il lungo cammino, perché a frugare tra i peluche colorati ci resterebbero ore.
Come questa bambina meravigliosa, che proprio non ci può credere che quella roba è per lei, che può prendere quello che vuole. Questi i paradossi delle scellerate politiche sull’immigrazione degli stati europei: uomini e donne cui non viene permesso di spostarsi liberamente da una terra ad un’altra perché sono nati dalla parte sbagliata di un fiume, di un muro, di un mare, di una linea immaginaria tracciata su un pezzo di carta. Bambine e bambini increduli di poter assaporare l’infanzia per qualche minuto.
Sabato sera: dopo la distribuzione di generi di prima necessità continua la marcia dei migranti per passare attraverso i boschi e violare la barriera di filo spinato alzata dal governo ungherese nella quale però, sono stati aperti molti varchi.
Sabato ore 18,20: al centro di smistamento vicino ai boschi comunicano che il flusso giornaliero di migranti è di 3/4.000 persone.
Sabato ore 17.30: la carovana ha raggiunto la stazione di Botovo. Una piccola stazione immersa nel nulla. I solidali hanno iniziato a distribuire generi di prima necessità ai più di 2.000 migranti scesi dal treno: vestiti, coperte, acqua e medicinali. Pare che l’intenzione dei migranti sia quella di raggiungere il confine nei pressi del paese di Gola. La polizia croata presente sul posto è al momento tranquilla.
Sabato ore 16.00: la carovana è in viaggio verso Botovo.
* Il confine tra Slovenia e Croazia
Sabato ore 12.30: finita l’assemblea. Ci si muove verso la stazione di Botovo per raggiungere il confine croato-ungherese. A Gola, ultimo paese croato prima del confine con l’Ungheria, stazionano migliaia di migranti e la barriera di filo spinato fatta erigere dal governo Orban non è ancora completata.
Sabato ore 11: inizia l’assemblea a Lubiana, ci sono già più di 200 attivisti.
Mentre la carovana è in viaggio, arriva notizia da Atene dell’occupazione di un palazzo a Exarchia per ospitare i rifugiati. Al 26 di Notara Street ora si lavora per pulire lo spazio e renderlo accogliente.
Ci piace aprire gli aggiornamenti con il racconto della partenza da Napoli: La delegazione napoletana della Open Borders Caravan in partenza con Megabus. Il regolamento permette un solo borsone a testa e noi ne abbiamo dieci in tre, ma non appena saputo il motivo del nostro viaggio tutti i passeggeri senza bagaglio se ne “intestano” uno presso il conducente, permettendoci così di partire senza lasciare indietro neppure un’aspirina o un orsacchiotto di peluche.
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[…] poche ore dallo sgombero del Presidio No Borders a Ventimiglia e a pochi giorni dalla Carovana OpenBordersCaravan che ha raggiunto il confine croato-ungherese portando beni di prima necessità alle migliaia di […]