Ore d’aria – Terza Puntata
In questo spazio ci prendiamo un po’ di tempo: quello che si può leggere qui è frutto di un lavoro completamente autogestito da parte di alcuni detenuti all’interno del carcere di Opera di coinvolgimento e di raccolta di scritti e poesie.
A volte gli autori si firmeranno altre volte no. Ma questo conta relativamente, quello che conta è che delle parole scritte in una prigione avranno una finestra per uscire. E per una volta senza il consueto protocollo di bollettini sulla brutalità delle istituzioni totali o l’assurdità dell’idea che seppellire vivi degli esseri umani serva a redimerli dalle loro colpe.
No, questa volta leggeremo le parole per come arrivano, senza un tema preciso. E per questo ancora più significative perchè parleranno senza filtri. Secondo i codici del linguaggio poetico o del racconto.
Sarà un piccolo spazio che ritaglieremo, periodicamente e senza scadenze fisse, all’interno della vita quotidiana di Milanoinmovimento.
Perchè anche questo per noi è movimento: donne e uomini che non si arrendono all’abbruttimento del carcere e cercano la libertà attraverso la parola scritta e la poesia.
Il vagabondo delle stelle (tratto liberamente da un’opera di Jack London)
sono stato marinaio e soldato, viaggiatore ed eremita.
Nella dotta quiete di monasteri sospesi su dirupi
ho meditato sui manoscritti
di volumi immani e ricoperti di muffa
mentre sui pendii sottostanti
contadini si affaticavano fra vigneti e uliveti
riconducendo dal pascolo
le capre belanti e le vacche muggenti.
Assiso a vertiginose altezze su alberi maestri,
sui ponti delle navi
ho scrutato i flutti battenti
dove banchi corallini
emettevano da abissi color turchese iridescenti bagliori.
Ho combattuto in un tempo remoto
su campi di battaglia
in cui la strage non si arrestava col calar del sole
ma proseguiva nella notte quando le stelle brillavano
da distanti picchi innevati scendeva un vento freddo
che non riusciva ad asciugare il sudore della paura.
Sono tornato bambino, quando di domenica,
ascoltavo prediche altisonanti sulla nuova Gerusalemme
sulle pene del fuoco infernale
pieno di meraviglia e di terrore
di fronte allo splendore di Dio.
Nulla si crea dal nulla
non avrei potuto in cella d’isolamento
inventarmi tutte queste visioni
che coprono tanto tempo e tanto spazio:
esse erano nella mia mente
ora stavo apprendendo a percorrere i meandri.
Per secoli e secoli percorsi lo spazio e il tempo
superando il tetto della prigione
libero in mezzo alle stelle.
Mentre attendo in una cella d’isolamento
stretto in una camicia di forza
che la mia vita terrena finisca con una corda al collo
la mia anima si ribella e niente e nessuno riuscirà a ucciderla.
Perchè io sono il vagabondo delle stelle!
Luigi e Pietro
Leggi anche:
La prima puntata: https://milanoinmovimento.com/primo-piano/ore-daria
La seconda puntata: https://milanoinmovimento.com/primo-piano/ore-daria-seconda-puntata
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