Rifugiati – Le richieste dell’assemblea pubblica di Via Aldini

13307334_823953467738585_8067584658260200080_nL’assemblea cittadina tenutasi sabato 14 Maggio di fronte al Centro di accoglienza straordinaria (CAS) di via Aldini – a cui hanno partecipato oltre un centinaio di persone tra migranti e attivisti per discutere dell’annunciata chiusura della struttura e immaginare delle possibile proposte – è stata punto di rilancio di un percorso di partecipazione attiva, costituente, che ha permesso ai migranti di ritagliare uno spazio per dare voce alle proprie esigenze e interagire con la città, i suoi abitanti e i suoi spazi pubblici. A partire da quella assemblea, all’interno della nostra città, è nato quindi un nuovo spazio di discussione, partecipazione e interazione, in grado di arricchire il confronto democratico all’interno della cittadinanza.

Questo percorso ha portato alla definizione di un documento pubblico che intende richiedere un impegno fattivo dell’amministrazione comunale a garanzia del rispetto del processo di autodeterminazione intrapreso e del rispetto dei diritti fondamentali che il sistema di accoglienza dovrebbe garantire.
Riteniamo indispensabile che, a fronte della chiusura del Centro di via Aldini, l’amministrazione comunale garantisca la continuità del percorso di integrazione avviato nell’ambito della città di Milano.

Chiediamo quindi che il ricollocamento venga all’interno di strutture poste nella città, che a partire da Aldini garantiscano il superamento del sistema dei CAS. Questi centri, che per natura dovrebbero essere temporanei, nei fatti, e in assenza di una normativa chiara sulla loro gestione, divengono luoghi di permanenza indefiniti e, ospitando un elevato numero di persone, difficilmente riescono a garantire i servizi di cui dovrebbero disporre.
Chiediamo invece che le nuove soluzioni identificate siano orientate a una seconda accoglienza diffusa. Questo modello permetterebbe una maggiore distribuzione delle strutture che ospitano i richiedenti asilo all’interno della città di Milano, sostituendo i grandi centri con strutture più piccole, rendendo più fruibile il processo di integrazione e garantendo una maggiore funzionalità dei servizi a cui gli ospiti hanno diritto.
Chiediamo infine che i richiedenti asilo con patologie mentali gravi presenti nel Centro possano essere ricollocati in strutture consone, che garantiscano un’assistenza sanitaria e psicologica adeguate. All’interno di grandi strutture come il CAS di via Aldini essi non dispongono del supporto psicologico o psichiatrico necessari e sono spesso abbandonati a loro stessi. Queste persone sono speciali e in quanto tali meritano di ricevere cure adeguate.

All’interno delle strutture coinvolte nel ricollocamento chiediamo quindi all’amministrazione comunale di garantire per il miglioramento dei seguenti servizi:
– Assistenza legale e accompagnamento dei migranti nel corso l’iter burocratico per la presentazione della domanda di protezione internazionale e durante un eventuale ricorso. Troppo spesso è avvenuto che all’interno dei CAS i richiedenti asilo non fossero consapevoli del percorso in cui erano inseriti e che si presentassero ai colloqui con la Commissione territoriale senza le informazioni minime indispensabili ad avere piena coscienza dei propri diritti e delle procedure a cui erano sottoposti.
Assistenza sanitaria, psicologia ed educativa. All’interno dei grandi centri come quello di via Aldini spesso questi servizi sono carenti o insufficienti rispetto al numero di richiedenti asilo che vi sostano. Vogliamo che il sistema di educazione includa anche una corretta informazione riguardo ai nostri diritti. Integrazione significa anche questo.
Servizi informativi che prevedano e garantiscano la partecipazione attiva dei richiedenti asilo. Troppo spesso è accaduto che i migranti venissero tenuti all’oscuro di decisioni fondamentali per le proprie vite.
– Accesso gratuito a una struttura sportiva che garantisca alla squadra di calcio spontaneamente costituitasi nell’ambito del centro di via Aldini di continuare ad allenarsi anche dopo i ricollocamenti, a garanzia di continuità del percorso intrapreso. Il progetto sportivo della squadra di calcio si è rivelato uno strumento che ha consentito di interagire con la cittadinanza milanese, riteniamo che questa esperienza si configuri come una buona pratica, patrimonio della cittadinanza, che meriterebbe di essere replicata in altri centri e che, in quanto tale, debba essere sostenuta e preservata.

Assemblea pubblica di via Aldini

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Una risposta a “Rifugiati – Le richieste dell’assemblea pubblica di Via Aldini”

  1. […] A conclusione dell’incontro, e a garanzia dell’impegno preso, Majorino ha sottoscritto il documento contenente le richieste dell’Assemblea pubblica di via A…. […]

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