Siria, la battaglia per Damasco e Aleppo

Al Jazeera

Da sei giorni intensi scontri a fuoco e bombardamenti hanno raggiunto anche la capitale della Siria, Damasco, e centri abitati importanti e densamente abitati come Aleppo.

300 i morti solo negli ultimi due giorni: drammatiche le testimonianze che arrivano da diversi quartieri della capitale, dove giacciono in strada corpi senza vita, dove gli ospedali non hanno più i mezzi per soccorrere i feriti, e dove pane, acqua e viveri di prima necessità iniziano a scarseggiare.

Il regime di Assad (che ha mostrato in questo sanguinoso anno  tutta la sua ferocia)  sta vacillando sotto i colpi di un’opposizione armata sempre più forte, apparentemente anche grazie all’appoggio degli stati occidentali (Stati Uniti e Gran Bretagna) e della resistenza palestinese.

Tutto fa pero’ purtroppo pensare che sarà ancora moltissimo il sangue versato per una svolta politica nel Paese e, soprattutto, che sarà difficile ricomporre uno stato senza cadere nel rischio di conflitti settari, soprattutto dopo le atrocità vissute in questi mesi dalle diverse comunità.

Nel frattempo, la comunità internazionale resta bloccata dall’ennesimo veto russo, Israele affronta (sembrerebbe un caso…) l’ennesimo attacco terroristico puntando il dito, guarda caso, su Hezbollah (storico alleato di Assad) per la strage in Bulgaria.

Tutto fa pensare a un imminente sconvolgimento dell’intera regione medio orientale ma anche di molti equilibri e rapporti di forza mondiali, se il regime dovesse davvero cedere: a conferma di ciò, gli USA paventano la possibilità di un intervento militare fuori dall’egida delle Nazioni Unite.

Nel frattempo è emergenza profughi, che la Mezzaluna Rossa stima arrivare a numero impressionante (un milione e mezzo), fuggiti nei vicini Libano, Turchia e Giordania, mentre i ribelli hanno preso il controllo dei confini con Turchia e Iraq, da dove vengono trasmesse le immagini di sfascio simbolico delle foto del Presidente Assad. Dall’Iraq è arrivata la notizia che solo gli iracheni che erano già presenti in gan numero in Siria (a loro volta rifugiati), verranno accolti nel loro Paese.

Di fatto, la fuga per le persone innocenti sta diventando sempre più pericolosa, in quanto le zone di confine diventano di ora in ora terreno di sempre più feroci scontri tra le milizie ribelli e le forze di Assad.

Dal campo di Yarmouk arrivano intanto spaventose testimonianze di violenza, bombardamenti, mancanza di latte e generi di prima necessità, come medicine e acqua. Anche per le stesse organizzazioni umanitarie è in queste drammatiche ore troppo pericoloso e difficile raggiungere i civili stremati e intrappolati sotto il fuoco incrociato.

Giungono inoltre notizie, apparentemente confermate, di due italiani fermati a Damasco, mentre cercavano di lasciare il Paese, sembrerebbe che i due lavorassero per una società legata all’ Ansaldo: l’episodio potrebbe confermare le ripetute voci di fornitura di tecnologie e strumentazioni di controllo al regime di Assad da parte di aziende italiane.

 

In attesa di seguire l’evolversi degli eventi, alcuni link dove approfondire la complessa situazione e avere aggiornamenti:

http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=30831&typeb=0&Siria-si-aggrava-l’emergenza-profughi

http://blogs.aljazeera.com/liveblog/topic/syria-153

http://www.sirialibano.com/siria-2/syrialeaks-finmeccanica-e-selex-fornivano-la-tecnologia-al-regime.htmlhttp://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/jul/12/syrian-opposition-doing-the-talking

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/siria_fermati_due_italiani_a_damasco_la_farnesina_vicenda_poco_chiara/notizie/209611.shtml

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