Autogestire la solidarietà
Ci sono ruspe , bobcat e tanti volontari, sullo sfondo un quartiere antico e popolare, pieno di fango e detriti . Nella zona di Piazza Adriatico nessuno si ferma a pensare, è troppo il lavoro da fare: case e scantinati da svuotare , una scuola da pulire e un quartiere che ha bisogno della solidarietà delle persone venute da tutto il nord italia. Ci sono i collettivi degli studenti medi che non se la sentono di restare a casa e nonostante le scuole siano chiuse si sono riversati per dar manforte ai quartieri piu colpiti dall’alluvione,ci sono gli ultras delle due tifoserie genovesi, i compagni degli spazi sociali e dei collettivi universitari. . Ognuno ha recuperato qualcosa di utile : chi le vanghe, chi è riuscito a farsi prestare bobcat e ruspe , chi regala panini e acqua e chi ha portato le braccia e la solidarietà attiva. Ci sono le macchine della protezione civile che avvisano i residenti del pericolo ancora imminente e i carabiniri che girano per il quariere. Qualcuno gli urla: “aiutateci a spalare invece di star con le mani in mano”; qualcun altro commenta che non c’è bisogno di loro, è gia tanta la solidarietà arrivata . C’è chi accusa il sindaco, chi la protezione civile, tutti sanno che il vero problema è la cementificazione selvaggia della città e la speculazione edilizia. A Genova per la settima volta dall’inizio dell’anno le autorità hanno varato lo stato di allerta di livello 2, il massimo, e in queste ore un’altra perturbazione sta colpendo la città già in ginocchio. Genova è un bene comune che in queste ore ha bisogno della solidarietà attiva di tutti, come sta succedendo in questo quartiere che ha espresso in questi giorni di alluvione un’importante esempio di autogestione dell’ emergenza.
Sarzino, Zam-Zona Autonoma Milano
altri contributi:
http://www.comune.genova.it/articoli/la-giornata-di-una-spalatrice-tra-la-gente-di-fereggiano
http://autaut357.org/?p=1005018
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