Ci sarebbe un posto in Barona…

 

10686783_300530480130945_2469663245176916401_nMilano, quartiere Barona, 16 Dicembre 2010, tardo pomeriggio

“Non mi convince“.
“Ma che cazzo dici!!?? E’ bellissimo!!”.
“Sì…ma guarda quella cazzo di buca nel cortile! E poi è di fianco ad un asilo… Già mi immagino la prima pagina di Libero con le ironie sugli autonomi che si mangiano i bambini…”.
“Sei un coglione! Per me è perfetto“.
“Mmm…”.
“Vabbé…intanto pigliamoci un’altra birra dal cinese…che tu a far scendere l’entusiasmo sei fatto apposta!”.
“Pensa se vince Pisapia…finisce che ce lo teniamo per 20 anni…”.
Se adesso non capite questo breve siparietto niente paura! Alla fine del racconto tutto vi sarà chiaro…

Milano, Via Lomellina 14, primi giorni dell’Ottobre 2010, tarda serata

Entro in Cooperativa scazzatissimo, chiedo una birra a F. che serioso sovraintende dietro al bancone e mi siedo al tavolo. Dopo un po’ mi raggiunge C.
“Stiam vedendo un mare di posti, ma nessuno sembra adatto ad una TAZ“. Attacco io. “Mmm… Ascolta ma hai provato in Viale Molise?”.
“No! Dove?”.
“Ti ricordi quel posto dove eravamo passati in motorino per andare al Macello?”.
“No, non mi dice niente“.
“Ma sì dai! La palazzina liberty dietro l’Ortomercato. Quella dove Esterni fa uno spettacolo teatrale una volta all’anno!”.
“Cazzo! Non ci avevo pensato! Ma avrà una proprietà pessima…”.
“Sì, ma dobbiam starci dentro solo tre giorni!”.
“Vabbé… Allora stasera andiamo a vederlo“.
In passaggi successivi, con il V., N. e la M. ci rendiamo conto della bontà dell’ipotesi. Si tratta di una bellissima palazzina liberty dove un tempo c’erano gli uffici del Macello di Milano, a quanto pare poi, dentro c’era pure una banca che i compagni si sono fatti nei primi anni ‘80.
Lentamente i dubbi vengono superati ed i pezzi del puzzle vanno al loro posto. Ci rendiamo conto che il deposito auto rimosse è separato dal cortile della palazzina e che quindi non dovrebbero esserci problemi coi Vigili Urbani.
La ASL che sorge a lato di Molise 68 inoltre non è comunicante col “nostro stabile“. L’unico nostro (grande) problema è che la zona dell’Ortomercato è storicamente crocevia di ricchi appetiti criminali delle famiglie della ‘ndrangheta milanese. Il fatto che l’occupazione è temporanea però non dovrebbe crearci eccessivi guai. Ma anche Via Fleming era un’occupazione temporanea…e lì di problemi ce n’erano stati eccome…
Comunque la decisione viene presa.
Questo è il nostro posto!
Questo sarà Zam Racaille!

Milano, Viale Molise 68, 22 Ottobre 2010, primo pomeriggio

Ci caliamo i passamontagna ed iniziamo a correre.
In testa N. Neanche fossimo il commando di Via Fani!
Mi immagino le facce alibite della gente che ci vede passare.
In un balzo ci facciamo tutta la scalinata che tanto assomiglia a quella della “Corazzata Potemkin“.
N. ed il V. si avventano sulla porta del palazzo. Brutta sorpresa… La porta nasconde un bel muro di mattoni. Vedo i miei peggiori incubi concretizzarsi e passarmi in testa per un secondo. Li scaccio via. Non c’è tempo da perdere!
Ci lanciamo su una finestra che viene giù in pochi secondi. Questa è libera.
Io che sono il più magro del gruppetto entro. Mi segue il V. Correndo ci spostiamo su una porta laterale che tiriamo giù a calci. Dietro la porta le prime figure che vediamo sono N. ed il N. Sono raggianti!
Corriamo nell’immenso salone di questa splendida palazzina liberty.
Un selvaggio urlo di gioia rimbomba tra le pareti.
E’ nato Zam Racaille!
Con altri inizio ad esplorare il labirinto dei sotterranei…
Poi, come da tradizione, visitina sul tetto…

Milano, Bovisa, primi giorni di Gennaio del 2011, notte inoltrata

Devo ammettere che la Bovisa è il paradiso degli occupanti. Una quantità incredibile di stabili abbandonati uno dietro l’altro.
E’ tardi.
Questo è l’ultimo posto che dobbiamo vedere.
Parcheggio stancamente l’auto lungo il vialone. La radio trasmette “Behind blue eyes” degli Who.
La M. resta in macchina per controllare il passaggio. Anche perché non ha ancora fatto 18 anni. Lei scalpita e morde il freno. Vuole stare sempre nel cuore dell’azione come quel giorno in Viale Abruzzi… La foto dell’ufficiale dei Carabinieri che la prende a calci mentre è a terra ha fatto il giro d’Italia.
Con il V. ci incamminiamo per una vietta stretta, lunga ed assolutamente buia. Fa un freddo bastardo.
“Un po’ inquietante!”. Ridacchia il mio socio.
“Non è che troviamo un auto bruciata con dentro un cadavere?”. Aggiungo io. Arriviamo al cancello. Il posto è immenso. Il V. entra scavalcando. Io proseguo e mi piazzo in fondo alla via. Sono intirizzito… Dopo una decina di minuti mi squilla. Ci ricongiungiamo.
“Niente da fare – mi dice con tono professionale – E’ troppo grande. Andrebbe bene per un rave…”.
“Brrrr… Dio ce ne scampi!”. Scherzo.
“Beh…dai…sarebbe divertente!”.
“Sì, potremmo chiamare i Prodigy…”.
“Ti immagini!!??”.
“Vabbé rientriamo che domani si lavora“.
“Prima andiamo a prenderci un panzerotto da qualche parte però…”.
“Va bene… Un altra notte di gloria!”.

Milano, quartiere Barona, 16 Dicembre 2010, tardo pomeriggio

“Dai, passa al B. che ti offro da bere“.
“Arrivo“.
Quando fa così, di solito, il N. mi deve comunicare qualcosa di importante.
Dieci minuti dopo faccio il mio ingresso al B. dove sta lavorando come cuoco. “Cazzo! Che rabbia non essere stati a Roma due giorni fa!”. Esordisce lui.
“Già… Ma c’è una spiacevole impellenza chiamata lavoro…”.
“Ascoltando la diretta di Radio Popolare stavo impazzendo!”.
“Non dirlo a me…”.
Da buoni militonti stiamo a parlare degli scontri di Roma per un’altra mezz’ora buona, consci che si sia trattato di un evento in qualche modo “storico“.
Ad una certa, cautamente cerco di cambiare argomento: “Immagino che non mi hai chiamato qui solo per questo…”.
“Immagini bene. Adesso ti porto a vedere un posticino niente male“.
Saliamo in macchina e dopo un minuto siamo già arrivati.
“L’ho trovato una sera mentre ero in giro con M.”. Aggiunge conciso E.
Il posto è effettivamente molto bello. Un ampio giardinetto e due stabili. Uno basso ed uno alto a vetri. Praticamente nessuna casa attaccata. Due però i problemi: un’immensa buca transennata nel cortile ed un asilo praticamente attaccato… La buca nel cortile non lascia presagire nulla di buono. Con il mio consueto ottimismo mi immagino già scavi di qualche tipo per valutare la tossicità del terreno…
Dico ad E. che non mi convince.
Lui, ovviamente mi da del cretino…
Il tempo gli darà ragione.

Milano, metà Gennaio 2011, somewhere in the city, mattina

“Sì buongiorno, sono Locatelli dell’immobiliare Gabetti, la chiamo per avere informazioni sullo stabile di Viale M. 15. Dai dati in nostro possesso risultava essere un service point della DHL, ma abbiamo verificato che risulta ormai chiuso da qualche anno. Nulla, in vista di nuove acquisizioni in quella zona di Milano saremmo interessati allo stabile e se possibile ci servirebbero delle informazioni su come contattare l’attuale proprietà“.
Incredibile la professionalità con cui il M. al telefono si finge un agente immobiliare. In silenzio attendiamo una risposta dal vivavoce…
“No guardi, capisco le sue esigenze, ma non le faccio perdere tempo. Lo stabile non è più della DHL e nel giro della fine del mese inizieranno i lavori per farne uno studio radiofonico“.
Gelo e silenzio da parte nostra.
“Capisco… Grazie dell’informazione e scusi se l’ho disturbata!”.
“Si figuri…”.
Niente da fare. Lo stabile sul quale facevamo più affidamento è bruciato. Un successivo appostamento confermerà la veridicità dell’informazione. L’uscita di una squadra di tecnici dallo stabile di Viale M. segna la parola fine su quel progetto. Restano un po’ di posti, ma nessuno è “perfetto” per un centro sociale. O meglio, nessuno è perfetto per una Zona Autonoma.
Il “gruppo di fuoco” li sta visionando uno dietro l’altro, ma i commenti del V. e di M. ad ogni uscita non sono mai entusiastici.
E. però non si è dato per vinto e, tornato da un viaggio, è ripartito all’attacco. Ha ripreso a spingere sul “suo” posto ed alla fine l’ha avuta vinta.
Obiettivo finale: Via Olgiati 12 nel quartiere della Barona.
Barona che non vede un’occupazione di uno spazio sociale da più di 30 anni. Dai tempi del mitico Collettivo Autonomo Barona distrutto a fine anni ‘70 dal dilagare dell’eroina arrivata dal Giambellino e dal dilagare degli arresti legati alla lotta armata di quel periodo.

Milano, 29 Gennaio 2011, Via Olgiati 12, primissimo pomeriggio

Siamo dentro. In 150 siamo finalmente dentro. Due mesi di sbattimenti hanno dato i loro frutti.
F. mi sorride. Sembra quasi contenta. Anche lei, come tanti di noi, è “orfana” di uno dei tanti spazi sociali chiusi a Milano in questi anni durissimi.
Da questa sconosciuta via della Barona però, i tempi della fine del Bulk sembrano ormai lontani. Ossigeno puro per tutti noi.
Ora inizia la parte più difficile.

 

 

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