Sogno di una notte di mezza estate (in Barona)
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
10 Giugno. Sabato sera come un altro, ma in Barona l’aria è carica d’attesa sin dal pomeriggio.
È arrivato il giorno della Red Bull Culture Clash, un grosso evento sponsorizzato da questa famosa bevanda energetica nel cuore della Barona popolare, precisamente in piazzale Donne Partigiane vicino al Barrio’s.
In questo evento si esibiranno artisti di tutta Italia, rapper di diverse scuole, trapper e altro. Una sfida che decreterà poi un unico vincitore, ma l’ospite più atteso è Marracash, colui che viene considerato il King della zona.
Voi direte, ma dove vivete?
La scelta del rapper di zona funziona così: nasci e/o cresci in quartiere, parli del quartiere, delle sue case, del suo disagio e tutti i ragazzini del quartiere ti ascoltano e ti amano perché un po’ li rappresenti, si riflettono nei testi…
E infatti all’apertura dei cancelli c’era tutta Barona pronta ad entrare, mischiata tra i fan dei diversi artisti o amanti delle serate che erano riusciti ad acquistare il biglietto.
Sì, perché l’ingresso a questo evento è di 10 euro ma i biglietti erano finiti dopo la prima settimana di vendita, sold out!
Io sono arrivata nel momento in cui le camionette delle celere si stavano posizionando per chiudere uno degli ingressi alla piazza, una recinzione presidiata da tanta, tantissima security circondava tutta la zona e dentro era impossibile curiosare perché dei teloni neri coprivano la recinzione.
L’unico luogo della piazza dove si poteva stare tranquilli è dove poi ho incontrato molti amici di zona: dietro i quattro palchi allestiti per la serata e oltre ‘sti odiosi orsogrill coperti dal telo nero.
Eravamo una 50ina di persone, tanti fuori da una piazza nostra con Marracash piantato su un palco sospeso davanti a noi.
Quello ha fatto i soldi parlando di queste case, di queste piazze, di noi.
Lo vedevamo sorridere ogni volta che un artista dal palco gli dedicava un pezzo o una frase a caso: “BARONA SU LE MANIII” “CIAO KING” “BADABUMBADABUMCHACHA”, ma ‘FANCULO!
Mezzo quartiere era fuori con un telo nero davanti, ma dopo pochi minuti che ero arrivata già qualcuno strappava il telo nero della vergogna per guardare meglio il concerto appena iniziato dentro!
In 3 secondi la security si è fiondata nel punto in cui eravamo, in quattro hanno provato a rimettere il telo e due sono usciti da noi urlando e spintonandoci.
Dopo il classico “noi facciamo il nostro lavoro” hanno iniziato ad urlare in faccia a una ragazza, insomma si è creato un casino con i ragazzini che urlavano insulti che non starò qui a ripetere verso la security e la security che provava ad urlare più forte.
“Ma lasciateci guardare in pace, siamo del quartiere”, borbotta un signore lì presente sulla cinquantina in un attimo di silenzio.
Chiaramente iniziano le urla di approvazione dei presenti e in quel momento la security si allontana.
Per un’ora e mezza siamo rimasti li strappando sempre di più il telo, aumentando di numero, ricevendo attacchi continui dalla security che in poco tempo ha provato in diversi modi a rafforzare il transennamento (mentre gli zarri gliene facevano sparire un paio…).
Con l’arrivo della Digos e dei celerini la situazione si è intesita, ma i ragazzini di 15 anni non hanno fatto mezzo passo indietro nemmeno con gli insulti!
Subito dopo la situazione si è calmata e finalmente ci hanno lasciati liberi di vedere almeno chi cazzo stava cantando dentro mentre li fuori la gente aumentava ogni volta che spariva un pezzo di telo.
Finché all’improvviso la molestia dei ragazzini e la testardaggine dei presenti ha portato uno degli organizzatori a dar l’ordine di farci entrare tutti.
O meglio, la cosa è stata:
*sussurro* “adesso uno alla volta vi staccate da queste transenne e mi seguite in silenzio fino all’ingresso”.
Chiaramente è scoppiato un casino mentre ci si informava e un bel corteo ha circumnavigato tutto il perimetro del Culture Clash mostrandosi a tutti fino ad arrivare all’ingresso principale.
Dall’ingresso principale siamo entrati in 100 o più, e da dentro vedevamo entrare tutti i ragazzini che c’erano fin dall’inizio e altri che si erano aggiunti all’ultimo sentendoci urlare: “CI FANNO ENTRARE GRATIS! BARONA ENTRA GRATIS!”.
Serata ultra-iper imbarazzante sotto molti punti di vista, solo scena e poco hip hop fuori dagli schermi.
Voi direte, ma che sbatti vi siete fatti? Che vittoria è?
E’ la vittoria dei ragazzini che hanno visto cosa si può fare quando si sta insieme, la vittoria di chi non lascia nel silenzio il proprio quartiere in mano agli sponsor, di chi non si ferma davanti al primo no ma insiste…
Non vorrei spendere altre parole su questo evento ma chiudo questo racconto dicendo che fare hip hop oggi è difficile quando le major ti spingono ad essere solo un’immagine, i like che prendi, i follower, le ballerine nude sul palco, cicciolina!
C’è chi è salito acclamando Barona per poi parlare solo di soldi e puttane e chi invece dietro le quinte ha sostenuto i ragazzi del quartiere e sul palco ha donato semplicemente la propria voce.
Grandi Ensi, Moddi e Danno!!
Marra impara!!
Una ragazza di Via De Pretis
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