The Lady (Luc Besson, 2011)
Non potevo perdermi il film di uno dei miei registi preferiti (Luc Besson, che ha firmato opere come Nikita e Léon) su uno dei personaggi più significativi ed appassionanti della storia del nostro secolo: Aung San Suu Kyi.
Ho aspettato molto a scriverne, ma è un film interessante e di qualità, dal punto di vista dei contenuti, della recitazione, della fotografia e delle regia.
Soprattutto, racconta la storia, de “La Signora”, “The Lady” appunto, come viene chiamata Suu, che per tutto il film viene nominata con il nome proprio, apposta per renderla un personaggio umano, semplice nella sua straordinaria, quotidianità.
Vero è che inizialmente mi ha un po’ “disturbato” il grande spazio dato, nel film, alla figura di suo marito: un moto femminista e polemico mi ha portato, inizialmente, a pensare che una figura, in fondo, minoritaria, portasse via la scena al personaggio della protagonista, ben più rilevante, interessante e meritevole di spazio.
Invece riflettendoci credo che la scelta precisa di chi ha realizzato il film fosse quello di far vedere un personaggio di tale rilevanza con gli occhi del suo compagno, suo marito, estraneo alla politica e alla Birmania ma personaggio fondamentale per l’appoggio, il sostegno e la partecipazione (anche se da lontano) della vicenda politica, incredibile, della moglie.
Aung San Suu Kyi è dipinta come, prima di tutto, una donna: poco spazio viene dato al suo programma politico, basato su una generica apertura ai diritti umani di un regime militare che da circa 40 anni strangolava ( tuttora lo fa) la popolazione, responsabile anche dell’uccisione di suo padre.
Incredibile vedere come, emigrata in Inghilterra, Suu si ritrovi catapultata in politica quasi senza volerlo: e, in modo altrettanto spontaneo, porti avanti una lotta politica senza precedenti e con una tenacia ed una determinazione senza pari.
Costretta a rinunciare al ritorno in Inghilterra, ormai sua casa da anni, e a vedere la sua famiglia, La Signora diventa presto un’icona internazionale e, proprio per questo, imbattibile.
Il fascino del personaggio, che ne ha portato anche, bisogna ammetterlo, ad una certa “commercializzazione” a livello di immagine e di simbologia, sta non solo nel contenuto della sua lotta ma soprattutto nei modi: fermezza e delicatezza che si fondono in un unico, potente, carattere.
Meraviglioso sapere anche che una “emigrata” sia diventata il simbolo di una battaglia assolutamente locale (nazionale), e che sia stata accolta, anche per le sue origini familiari ma soprattutto per la sua motivazione, come una leader incontrastata del suo popolo.
Sono uscita dal cinema con la voglia di conoscere di più e di viaggiare in quelle terre lontane, scoprirne la storia.
Da vedere.
http://www.mymovies.it/film/2011/thelady/