Aboliamo l’ergastolo: lunedì ore 21.00 cinema mexico
Tante volte abbiamo cercato di parlare su milano in movimento di carcere e pena, di alternative alla detenzione e disumanità delle condizioni carcerarie.
In un carcere dove due terzi della popolazione è costituita da tossici, stranieri e barboni e l’istituto di reclusione soddisfa, così, solamente lo scopo di punire alcune dinamiche proprie del sociale: tossicodipendenti, immigrati, poveri, disagiati psichiatrici e tutte quelle persone che vivono ai margini, esiste ancora un altro tipo di pena: l’ergastolo, detenzione perpetua, reclusione per sempre.
Oggi vogliamo dare voce ad’una iniziativa come quella di liberi dall’ergastolo che lunedi 27 ore 21 al Cinema Mexico, via Savona 57, presenterà “ABOLIAMO L’ERGASTOLO” iniziativa in cui vi saranno proiezioni, riflessioni, letture, azioni per liberare la società dalla schiavitù dell’ergastolo.
Qui trovate il programma completo della serata, durante la quale verranno proiettati due video:
ERGASTOLO s. m. [sec. XV] Pena detentiva a vita
di Giacomo Pellegrini, Mattia Pellegrini e Letizia Romeo
(2012, 7.20 min.) e
PASSAGGI A SANTO STEFANO (Ventotene)
a cura del Folletto 25603 / La Terra Trema
(2012, 20 min.)
Linkiamo inoltre un altro video fatto sull’Isola di Ventotene nel progetto “inside-carceri”, web-doc inchiesta sulle prigioni italian, nella sezione edilizia.
Di seguito un breve estratto di cosa costituisce la proposta “liberi dall’ergastolo”. http://liberidallergastolo.wordpress.com/
“Liberi dall’ergastolo è una proposta emersa il 23 giugno 2012 all’interno del gruppo di persone che si sono recate al cimitero degli ergastolani dell’isola di Santo Stefano (Ventotene), nel quadro dell’iniziativa “Porta un fiore per l’abolizione dell’ergastolo”. Essa è scaturita da due esigenze.
La prima: non subordinare l’iniziativa contro l’ergastolo all’attesa. L’attesa di cosa faranno le istituzioni politiche o gli organismi costituzionali nel dirimere il nodo ambiguo sull’incostituzionalità dell’ergastolo. Ma anche l’attesa nei confronti di iniziative collettive delle persone recluse all’ergastolo.
La seconda esigenza che il gruppo testimoniava era volta ad ampliare, con una maggiore attinenza al presente, lo spirito dell’iniziativa “Porta un fiore per l’abolizione dell’ergastolo”.
Innanzitutto non è una esortazione, ma una dichiarazione, che parte dalla convinzione che l’ergastolo sia una prigione anche per chi non vi è recluso, d’altronde lo stesso Beccaria lo prospettava per la funzione terrifica che avrebbe esercitato sull’immaginario sociale. Liberi dall’ergastolo costituisce quindi una presa di posizione da fare in tutta coscienza, come un sospiro di sollievo, che accomuna chi non vuol vivere in una società che immagina se stessa attraverso istituzioni di paura. Porzioni di società, come possono esserlo una singola persona, o un momento collettivo, attraverso questo impegno, esplicitano una loro inadeguatezza, nel seno che decidono di non adeguarsi a un ordine politico che prevede l’esistenza dell’ergastolo. L’ergastolo viene comminato nei tribunali in nome del “popolo” ma ciò non esclude che porzioni di popolo possano dire: “non in mio nome”.”
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