Caso Uva, maltratta il testimone, denunciato il pm

giuseppe uva-6E proprio oggi il Csm processa Abate, il pm che non indagherebbe chi arrestò Uva ma se la prende con l’avvocato della vittima.

Fra poche ore il Csm si occuperà nuovamente del caso Uva. Un altro esposto nei confronti del pm di Varese Agostino Abate riguarda l’iniziativa del pm che ha messo sotto indagine l’avvocato della famiglia Uva, Fabio Anselmo, per «poter acquisire informazioni sull’attività difensiva di quest’ultimo in favore dei propri assistiti». L’esposto è stato firmato da Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, e Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. La prima commissione del Csm aveva provato ad archiviare l’esposto ma Giovanna Di Rosa, togata di Unicost, ha stralciato la proposta e l’ha messa all’ordine del giorno del plenum di oggi, 22 Gennaio.

Millenovecentonovantadue giorni dopo, intanto, Alberto Biggioggero è stato sentito dal pm varesino Abate, quello che, secondo la denuncia della famiglia Uva, si ostina da cinque anni e mezzo a indagare sulla morte di Giuseppe Uva come di un caso di malasanità. Ma la notte del 13 Giugno 2008, quando Giuseppe Uva morì in ospedale a Varese dopo essere stato trattenuto per ore nella caserma dei carabinieri, c’era pure Biggiogero, amico del cuore di Uva. Insieme furono arrestati per un gesto di goliardia ispirato dallo stato di ebbrezza. Ma Biggioggero da 1992 giorni, che nel frattempo sono diventati 2049, insiste a ricordare le urla disumane dell’amico dietro la porta della caserma in cui era stato provato.

Dunque Abate l’ha sentito il 26 Novembre scorso e quando Fabio Anselmo, legale di Lucia Uva, sorella di Giuseppe, è salito sul palco di Bergamo dove sabato scorso è stato presentato il numero verde di Acad (associazione contro gli abusi in divisa) aveva una risma di fogli zeppi di postit, quello che si vede nella foto. Uno per ogni irregolarità di quell’interrogatorio. Biggiogero è restato nella stanza di Abate per più di quattro ore, con il pm che sembrava teso a demolire e rendere ridicole le parole dell’unico testimone di quella notte. Forse l’unico ostacolo perché si potesse compiere la versione ufficiale di una morte per malasanità a dispetto di tutti i dubbi sull’operato delle persone in divisa di cui restò in balìa. A partire da quel militare che avrebbe esclamato, al momento dell’arresto, che proprio Uva stava cercando.

Ma Abate, il pm di Varese, è soggetto a una doppia richiesta di azione disciplinare da Ministero della Giustizia e Procura generale della Cassazione dopo l’assoluzione definitiva del medico del pronto soccorso dall’accusa di omicidio colposo. Il giudice gli aveva chiesto di indagare su quanto accaduto in caserma «perché tuttora sconosciuti rimangono gli accadimenti all’interno della stazione dei carabinieri». Secondo la Procura generale della Cassazione quelle indagini non sono state mai compiute da Abate, che nei giorni scorsi ha chiesto l’archiviazione per otto fra agenti di polizia e carabinieri indagati per lesioni personali in relazione alla morte di Uva. Eppure un gip aveva configurato come sussistenti i reati di arresto abusivo e lesioni dolose in capo agli agenti, chiedendo al pm se c’erano anche altri reati.

E ora anche Biggioggero ha deciso di denunciarlo per maltrattamenti proprio per le modalità pressanti e intimidatorie dell’interrogatorio. Più volte Abate ne avrebbe sancito l’inattendibilità, quasi a priori, secondo la denuncia, e lo avrebbe costretto a dichiarazioni frammentarie suggestionandone il tono e i contenuti.

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