Forte coi deboli, debole coi forti. Gli errori della Procura di Torino con la ministra Cancellieri e l’addio di Caselli

cancellieri2La linea della Procura della Repubblica di Torino è riassumibile nella formula di Law and Order, almeno nei confronti di molti esponenti no TAV.

Invece, la civiltà giuridica si basa sulla proporzionalità dei capi di imputazione e delle pene. Tra l’altro, da un punto di vista pratico, se si insiste sul carattere associativo criminale in relazione al dissenso politico “duro” in occasione di cortei e di manifestazioni ma anche sull’aspetto della devastazione, non rimane nessun disposto deterrente intermedio rispetto al reato di banda armata. Insomma c’è il rischio di regalare una generazione intera di dissidenti radicali alla criminalizzazione nelle galere e di converso alla lotta armata.

Ma questa linea di rigida e improvvida impostazione Law and Order non sembra coerentemente diffusa in tutte le attività di indagini della Procura di Torino.

Alcune delle imprese coinvolte nella TAV non sembrano le più immacolate d’Italia: molti suoi dirigenti o amministratori pro tempore sono stati perseguiti da mezza Italia per indagini di malaffare e di corruttele varie.

Nella costruzione della TAV ci sono per esempio i colossi della “rossa” Lega delle Cooperative CCC e CMC. CCC è dentro fino al collo nella storiaccia Penati/Gavio e nella vicenda bolognese dello scandalo CIVIS; CMC è sotto indagine e come azienda e con alcuni suoi esponenti per lo scandalo del Porto di Molfetta per associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, crimini contro la fede pubblica, frode in pubbliche forniture, e, infine, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi.

Quanto alla TAV in costruzione in Toscana c’è la Coopsette , un’altra Coop della Lega, coinvolta nell’inchiesta Lorenzetti Italferr, dove si evidenziano connessioni evidenti con la criminalità mafiosa.

E che dire del fatto che nella TAV c’era il gruppo Ligresti, che in quanto Impregilo spa è il general contractor del progetto Torino-Lione (era controllato al 33% dal Gruppo Ligresti!).

Eppure la Procura di Torino non sembra rinvenire ad oggi anomalie in questa congerie “anomala” di imprese, difese nella loro quotidianità in Val Susa da stuoli ingenti di militari e forze di polizia. I no TAV son pericolosi, vanno pedinati, controllati, ma i gentiluomini di questo a dir poco strano mondo di imprese, con colletti bianchi e facce non sovversive da jet set, vanno invece sempre onorati e coccolati? Tanto, ove mai finiscano per brevi periodi in prigione, c’è sempre un dio maggiore che si occupa del loro disagio esistenziale.

Ma torniamo a bomba sulla Procura di Torino.

Nel tortuoso tentativo della Procura di comprendere il ruolo della Cancellieri nella vicenda Ligresti sembra che gli errori commessi siano stati numerosi. Non si sarebbe tenuto conto del ruolo ministeriale della Cancellieri e del Tribunale dei ministri. Avendo comunque avuto in un SIT delle dichiarazioni della Cancellieri il 22 agosto e avendone constatato la radicale difformità logica dai tabulati in mano agli inquirenti, i PM avrebbero dovuto comunque avvisare di garanzia il Ministro. Ma questo non è accaduto, anzi abbiamo assistito al passo irrituale, pubblicato sui giornali, del procuratore Caselli che (in coincidenza delle dichiarazioni del Ministro alle Camere) di un documento che sostanzialmente scagionava la Cancellieri di ogni macchia e di ogni responsabilità.

Poi un succedersi tumultuoso di eventi.

Innanzitutto Caselli annuncia il suo pensionamento anticipato di quattro mesi.

Poi, Caselli annuncia le sue dimissioni da Magistratura Democratica: motivo ufficiale, la presa di distanza di caselli da MD che avrebbe dato voce a Erri de Luca, troppo in sintonia con elementi radicali dei no TAV..mah!??

Ma, contemporaneamente, si diffonde negli ambienti giudiziari torinesi la notizia del passaggio a Roma del vaglio della posizione giudiziaria della Cancellieri, con possibilità di avviso di garanzia al Ministro!

Nelle prossime ore la Cancellieri potrebbe addirittura rassegnare le proprie dimissioni. E se davvero sarà così sarà una bomba sulla credibilità di un governo incredibile e anche sulla credibilità della Procura di Torino.

Forse per questo corre voce in città di una prossima retata in grande stile di attivisti No Tav per quei reati del Codice Rocco, il Guardasigilli di Mussolini, che dovevano servire a inchiodare il conflitto sociale su un piano meramente penale. E per questo nessun governo e nessun Parlamento ha mai pensato di disfarsene e molti giudici di latta, forti coi deboli e deboli coi forti, ci hanno imbastito teoremi che hanno incastrato a lungo l’attività dei movimenti sociali sul livello dell’autodifesa nei tribunali.

Noi non crediamo ai miti ideologici dei giudici di ferro; forse conosciamo un giudice di un metallo vicino al ferro che inquisiva tutti ma proprio tutti: lo spagnolo Garzon. Ma negli ultimi anni voleva indagare troppi potenti della Terra, tra fascisti importanti e padroni del vapore del Pianeta.

Da un paio d’anni lo hanno rimosso.

Altri giudici di ferro non se ne conoscono.

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