Repubblica e Blockupy: fonti e scoop

 

L’altro giorno su Facebook, vedo comparire, condivisa da alcuni amici, una foto rappresentante uno spezzone della manifestazione di Sabato 19/05 a Francoforte. Il commento aggiunto dalla pagina che ha caricato la foto ne evidenzia il lato “incredibile” . La polizia starebbe manifestando durante #BlockupyFrankfurt e sarebbe in corteo senza casco, e la denuncia “fortissima” è che nessuno ne vuole dare la notizia! Insomma, la pagina “Il Puttanaio” ha proprio fatto uno scoop!

BlockupyFrankfurt però è stato completamente diverso, e le testimonianze, ma anche le cronache che si trovano su questo sito lo dimostrano. Le giornate di lotta tedesche sono state caratterizzate da un fortissima e ingiustificata repressione, che si è abbattuta su chiunque fosse nel centro città. Era normale vedere colonne di 20/30 mezzi della polizia spostarsi da un lato all’altro della città per impedire qualunque tipo di manifestazione, e soprattutto per fermare e arrestare i partecipanti. 3 giorni di lotta, nessun momento di reale conflitto e 930 persone fermate e rilasciate con restrizioni varie (divieto di accedere al centro città, foglio di via, ecc.). Il quadro non è sicuramente quello descritto da “Il Puttanaio”, ma d’altronde, la rete è libera, in tutti i sensi.

Poi invece scopri che un organo di informazione “accreditato”, “serio” e “imparziale” come “La Repubblica”, vede questa foto e la pubblica come foto simbolo sul sito. ” Il clima è talmente pacifico e sereno da rendere inutili le consuete tenute antisommossa degli agenti che hanno di fatto sfilato senza i caschi” è il commento alla foto!

Due riflessioni mi sorgono spontanee.

Per prima cosa Repubblica è considerato uno dei giornali più letti in Italia, e un mezzo di informazione accreditato, la fonte di Repubblica è una pagina Facebook chiamata “Il Puttanaio”, bhè perdonatemi se non voglio finire il silogismo…  Possibile che nessuno in redazione si sia preoccupato di verificare com’era il clima alla manifestazione, di vedere come sono “le consuete tenute” antisommossa tedesche e l’organizzazione dei cortei, di parlare dell’enorme repressione messa in atto in quei giorni? Possibile che un giornale che fa articoli pure sul cagnolino Tommy, scappato dalla padrona ultrasettantenne, non riesca a scoprire cosa sono state le giornate francofortesi?

Di una cosa sono sicuro. La prossima volta che leggerò una notizia da Repubblica, andrò poi a vedere se per caso trovo l’agenzia che gliel’ha battuta (magari pagine Facebook dell’importanza di “Tua Madre è Leggenda” o “Vada a Bordo, Cazzo”).

In secondo luogo bisogna fare un ragionamento sull’uso strumentale che si continua a fare sui mezzi d’informazione della divisione violenti-non violenti che sembra essere il metro di valutazione di ogni manifestazione. Passano in secondo piano i temi di una manifestazione, le parole d’ordine usate, le rivendicazioni ed ogni contenuto che possa riguardare. Le manifestazioni sono unicamente un fatto di cronaca e di ordine pubblico. Migliaia di persone da tutta europa sono andate in Germania a dire alla BCE che sappiamo chi sono i reali responsabili delle misure di austerity che vengono imposte, che la crisi economica che ci sta distruggendo nasce, cresce, vive in quei enormi grattacieli che comprendono l’elite della finanza europea. E poco importa se il tenore della manifestazione era non violento o violento e se la polizia aveva i caschi o i mutandoni. La notizia reale è che sappiamo dove sono i reali colpevoli del commissariamento di interi Stati e la militarizzazione messa in atto n’è stata la dimostrazione più concreta.

Forse le foto che rappresentano di più BlockupyFrankfurt sono altre… (foto di Anna Pellizzone)

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