OccupySchool
Siamo tornati a settembre nelle scuole e nelle università che già in tutto il mondo tempestava la rivolta. Una rivolta non generazionale, ma di massa.
Una massa di indignati determinati a riprendersi quella democrazia ormai sostiuita da una dittatura finanziaria, una dittatura in mano a pochi banchieri, che comandano 7 miliardi di persone.
Già da settembre, noi studenti, abbiamo preso posizione, siamo scesi nelle piazze e nelle strade a migliaia,per rendere chiaro a quel 1%,
che il debito che ci sovrasta non è stato creato da Noi, e che dunque, non siamo noi a doverlo pagare, subendo tagli a scuola, sanità, lavoro e pensioni.
Dopo il grande corteo del 17 novembre, terminato con il tentativo di assedio all’ufficio di Monti in Bocconi, nei collettivi delle scuole milanesi
è sorta la necessità di creare momenti di dibattito, discussione e autoformazione, per capire e analizzare quanto sta accadendo e trovare soluzioni
condivise dal basso, per affrontar la crisi e il nuovo governo, imposto dall’alto. Queste necessità di sapere, questo bisogno di formazione tra pari,
ha portato le studentesse e gli studenti dei collettivi ad autogestire le lezioni, occupando le scuole e approfondendo argomenti, che nei programmi
scolastici non sono neanche presi in considerazione, ma che sono fondamentali nella crescità individuale, e collettiva, di ogni studente all’interno della società. Come si può vivere attivamente in un sistema mondiale in crisi, senza conoscerne le cause?
Come si può pensare ad una crescita culturale e ad uno sviluppo critico di uno studente, senza un programma scolastico che tenga conto dell’attualità?
Ma la risposta delle istituzioni ci ha un’altra volta dato dimostrazione del fatto che i potenti, chi ci governa, hanno paura di veder crescere persone
critiche, con capacità di analisi su ciò che accade. Individui con queste capacità non si fanno sottomettere, non si fanno prendere in giro dai loro
giochetti. La volontà dei governatori è direzionata alla bieca repressione poliziesca, e così, dopo le mafiose minacce da parte dei presidi, molte
scuole si sono trovate illeggittimamente occupate da poliziotti e carabinieri, che hanno provato a spegnere il nostro desiderio di conoscenza, con
denunce e identificazioni. Se sperano di zittirci così non hanno tenuto conto di una cosa: non spegni il sole, se gli spari addosso. Noi, studentesse e
studenti, siamo intenzionati a non spegnerci, ma ad andare avanti, contrapponendo la nostra cultura alla loro repressione, ai loro manganelli e alle
loro denunce.
Rete Studenti Milano
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