Scuola: occupato il tetto dell’Ufficio Scolastico Regionale in via Polesine a Milano

Già il 2 settembre, in occasione della manifestazione a Roma del mondo della formazione avevamo detto che l’inizio dell’anno scolastico sarebbe stato “movimentato”. Questa mattina, proprio nel giorno della riapertura, una serie di striscioni sono comparsi fuori da molte scuole milanesi mentre è di pochi minuti fa la notizia dell’occupazione del tetto d’ingresso dell’Ufficio Scolastico Regionale di via Polesine.

Qui il comunicato:

Una ripartenza da PAURA.

Oggi la campanella suona annunciando un disastro che poteva e doveva essere evitato.
Nonostante la propaganda del “governo” le scuole riaprono senza insegnanti e personale ATA.
Le assunzioni non sono state effettuate e il cambio delle graduatorie ha prolungato il tempo di chiamata delle lavoratrici e dei lavoratori precari, senza i quali è impensabile garantire il regolare andamento scolastico. Il personale in servizio è costretto a subire carichi di lavoro estenuanti ed è chiamato a gestire il protocollo sanitario che dovrebbe essere garantito da personale qualificato. I tanto decantati dispositivi di sicurezza individuali, che dovrebbero essere distribuiti gratuitamente e quotidianamente, non sono sufficienti a garantire il fabbisogno giornaliero delle comunità scolastiche.
Neanche i famosi banchi a rotelle, che per mesi hanno distolto l’attenzione della ministra dal risolvere i reali problemi della scuola, sono arrivati. Permane quindi il problema di spazi già malandati e non adeguati a garantire le distanze di sicurezza.

Ci hanno raccontato che saremmo rientrati a scuola – quello che dovrebbe essere il luogo della relazione e della socialità per eccellenza – per immergerci in una caserma fatta di regole che comunque non tuteleranno la salute di nessuno.
Non c’è mai stata la reale volontà di superare la DAD; lo dimostrano i piani organizzativi delle singole scuole che costringono docenti e studenti a una modalità di didattica mista. Restano inoltre le difficoltà materiali, mai colmate, legate all’assenza dei dispositivi necessari.
Le soluzioni, abbondantemente condivise, ci sono ed è possibile attuarle attingendo dalle risorse miliardarie del Recovery Fund, ma si preferisce portare a compimento il progetto di smantellamento dei servizi pubblici.
Continuiamo a lottare con maggiore convinzione affinchè le nostre rivendicazioni, a tutela del personale e del diritto allo studio, vengano accolte.

Chiediamo:
– Un piano di stabilizzazione straordinario di precari in Lombardia per ripartire in sicurezza nella Regione d’Italia più colpita dall’epidemia Covid.
– L’aumento dell’organico e riduzione a classi di massimo 12 studenti.
– Riapertura delle scuole chiuse dai piani di ristrutturazione/riorganizzazione.
– Ripristino per ogni singola scuola dei presidi sanitari con presenza di personale medico/infermieristico
– Intervento immediato delle Istituzioni e delle rappresentanze politiche regionali.

Anche per tutto questo il 25 settembre saremo in largo Cairoli alle ore 09.30 arrivando in piazza Duomo e chiedendo al Prefetto Renato Sacconi un incontro in quella giornata.

ADL Cobas – Lombardia
Collettivo Tsunami
Rete Studenti Milano

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