Gratosoglio – Uno sciopero al contrario per riqualificare il quartiere

13521958_564765690372985_5806648677446805991_nA Gratosoglio, estrema periferia Sud milanese, il problema dell’amianto è tutt’ora all’ordine del giorno.

In quartiere sono centinaia le colonnine a rischio amianto che sorreggono decine di caseggiati. L’Aler ha iniziato alcuni interventi di recupero nell’ormai lontano 2011, ma poi le opere di manutenzione e riqualificazione sono terminate, probabilmente per mancanza di soldi.

Dopo le assemblee di zona sulla questione e la pubblicazione di un dossier, in queste giornate di Luglio, gli attivisti di GTA – Gratosoglio Autogestita, sono passati all’azione.

In una giornata di sciopero al contrario messa in campo dalla lista di disoccupati del quartiere, sono state verniciate con un prodotto incapsulante alcune colonnine del quartiere fatte di cemento e amianto.

Non è la prima azione di riqualificazione del quartiere organizzata da GTA.

A fine Giugno erano infatti state risistemate le aiuole davanti alle scuole elementari di Via Saponaro.

Questo quello che ci dicevano gli attivisti di Gratosoglio Autogestita a proposito della lista dei disoccupati e dello sciopero al contrario in un’intervista di qualche giorno fa:

(…) Parliamo della lista dei disoccupati. E’ interessante.
F. – La lista è nata con l’idea di aiutare persone del quartiere che fanno molta fatica a trovare lavoro. In qualche modo gli dai la possibilità di partecipare a un lavoro di riqualifica e vivibilità della zona: imbianchini, piccoli lavori di ristrutturazione, attività utili nella zona.
T. – A Roma erano nate delle liste di disoccupati, per non parlare dell’esperienza storica di Napoli… Qui il problema è che la gente non ha lavoro. Direi che è il problema principale di Gratosoglio. Con la lista si tenta di unire la ricerca di un lavoro a un progetto di riqualificazione del quartiere.
Te la dico così, in modo molto esplicito: questo è uno spazio di proprietà del Comune, se vogliono sgomberarlo per fare dei lavori di riqualifica che lo facciano! Ma i lavori di ristrutturazione li deve fare la gente del quartiere!

E l’idea dello sciopero al contrario?
Come dicevamo, l’idea è fare dei lavori utili alla collettività. Il passaggio successivo, però, è che dovrebbero essere pagati. Più si è numerosi e più la lotta per ottenere questo riconoscimento può essere efficace.
Ma questo dipende dalla determinazione e dalla forza delle persone che compongono la lista dei disoccupati.

Com’è stata la risposta del quartiere alla creazione della lista dei disoccupati?
Buona, per avere appena cominciato ci sono già circa 15 iscritti. Ovviamente ognuno si avvicina con un atteggiamento diverso: c’è chi pensa di venire a un ufficio di collocamento e chi viene a lodarci e poi non si fa più vedere…
La vera sfida è la costanza nello spingere il progetto.

Un video dell’inziativa

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