Quando la legge diventa illegittima. Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Il 25 Novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Lo stupro, la violenza, la tragicità del gesto subito, l’incolmabile senso di impotenza, il vuoto che si crea intorno a quell’attimo muto e assordante, il fracasso interno, il dolore profondo.
Uccidetemi! Diceva quella ragazza. Una lacrima scendeva. Non diceva altro. Solo uccidetemi.
Ero al Naga a quel tempo. Lavoravo nell’ambulatorio per chi era privo di permesso di soggiorno. La Bossi-Fini che andava contro la carta internazionale dei diritti…Sei clandestino?Allora niente cura! Certo..se sei grave, forse, un posto per te al pronto soccorso si trova.
Credevo che peggio di così non potesse andare…Ancora non sapevo sarebbe arrivata la norma che obbliga i dottori a denunciare i clandestini.
Clandestino. Che parola mostruosa. Tremendamente vera però. Svela perfettamente la condizione in cui molti sono costretti: Nascondersi. Come topi, come non-persone.
Era clandestina quella ragazza. Giovane, bella, intelligente. Ma clandestina.
Non voleva parlare. Arrivò lì. Si sedette. Ma non parlò. Almeno per un’ora non lo fece.
Noi la guardavamo…la disperazione era evidente. Si capiva. Mi avvicinai. Le parlai in spagnolo. Mi disse “me violaron”.
Non sapevo bene che fare. Ero poco più di una ragazzina e per fortuna non avevo avuto a che fare con queste situazioni.
Rimasi ferma. Le chiesi quando fosse successo. Ma lei diceva solo che voleva morire. Poi riuscii a farmi dire che la cosa era successa un mese prima e che lei ancora non aveva fatto nulla perché aveva paura: era senza documenti.
Il dramma si amplifica.
Strozzata dalla violenza. Strozzata dalla legge.
Le spiegai che ci saremmo avvalsi dell’aiuto dell’avvocato del Naga, che l’avremmo accompagnata a fare tutto il necessario all’ospedale con l’impegnativa del nostro dottore, che non doveva preoccuparsi…
Come se il fatto di poter usufruire dei propri diritti di persona dovesse essere una consolazione per lo schifo subito.
Che merda.
Penso a lei oggi, oggi che mi è ricapitato di leggere una storia simile, ma andata peggio.
Una ragazza a Bologna, stuprata, ricattata e derubata dal suo ragazzo che l’ha tenuta in ostaggio usando la legge sull’immigrazione come garanzia per le torture fisiche e psicologiche che le ha inflitto. Dopo tempo, lei trova il coraggio, lo denuncia e ora..ora è in un CIE.
Non ci sono commenti. Ogni parola sembra un eufemismo.
Quindi non ne userò. Certo è che la legge, si, la legge non merita di essere rispettata quando è così illegittima, ingiusta, insopportabile.

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