[DallaRete] Gaza un anno dopo il cessate il fuoco. 35 Ong chiedono la fine blocco israeliano

20150513_141108Tra queste anche ActionAid e Oxfam. In una petizione le Organizzazioni non governative si appellano ai leader mondiali affinchè intervengano sul governo Netanyahu. La scorsa notte raid aereo israeliano dopo lancio di un razzo dalla Striscia.

Gaza, 27 agosto 2015, Nena News Un anno dopo il cessate il fuoco tra Israele e Hamas 35 Organizzazioni non governative (Ong) e 450 mila persone di ogni parte del mondo, chiedono con una petizione comune la fine del blocco israeliano di Gaza. E si rivolgono ai leader mondiali affinchè intervengano con forza sul governo Netanyahu. L’appello giunge in contemporanea al raid lanciato dall’aviazione israeliana contro una presunta “fabbrica di armi” di Hamas, in risposta al lancio di un razzo da Gaza caduto senza fare danni nella regione israeliana di Eshkol.

51 giorni di conflitto che hanno completamente distrutto oltre 19.000 case, lasciando senza un tetto 100.000 persone – si legge nella petizione – I leader mondiali hanno promesso 3,5 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza: tuttavia, a causa dei continui ritardi dovuti alle restrizioni imposte dal governo israeliano, i lavori sono iniziati soltanto per 2.000 abitazioni e nessuna di queste è stata ricostruita completamente”.

“E’ scandaloso –prosegue il documento – che, a un anno dall’ultima guerra, nessuna casa sia stata ancora completamente ricostruita: la comunita’ internazionale ha lasciato intere famiglie nelle macerie. I leader mondiali stanno di fatto permettendo a Israele di violare le piu’ basilari norme di diritto umanitario: dall’inizio del blocco nel 2007, ci sono state tre guerre che hanno causato la morte di centinaia di bambini”.

In un recente rapporto diffuso da Oxfam e altre Ong, dal titolo “Tracciare una nuova rotta: come superare lo stallo a Gaza”, si sottolinea che la crisi umanitaria all’interno della Striscia è provocata dal blocco israeliano. Dal cessate il fuoco tra Hamas e Israele di un anno fa, è entrato a Gaza soltanto il 5% dei 6,7 milioni di tonnellate di materiale edile necessario per ricostruire ciò che è stato distrutto. Oltre a decine di migliaia di case, undici scuole e edifici di università sono stati ridotti in macerie. Altre 253 scuole sono state danneggiate durante l’offensiva israeliana con grave danno per 559.000 studenti. Non solo. 120.000 palestinesi non hanno ancora accesso all’acqua per la mancata riparazione, dovuta alla mancanza di materiali, di 35.000 metri di tubature danneggiate o distrutte.

La rete fognaria in molte zone è inesistente a causa dei danni subiti, con lagune di liquami e rifiuti non trattati che si riversano in strada; 81 ospedali e poliambulatori sono stati danneggiati o distrutti durante l’attacco israeliano dello scorso anno.

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